Il «Guazzalochismo» un vento del Nord Est di Maria Laura Rodotà

Il «Guazzalochismo» un vento del Nord Est Il «Guazzalochismo» un vento del Nord Est reportage Maria Laura Rodotà inviato a BOLOGNA ABologna, il guazzalochismo non esiste. Dicono. Lo dicono, però è già molte cose. E' l'entusiasmo dei borghesi vecchi e nuovi per un cambiamento che sentono «loro» dopo 54 anni di sinistra al Comune; è la gazzarra dei ragazzoni, ma anche degli uomini di mezza età, che domenica notte gridavano «duce, duce» all'arrivo di Giorgio Guazzaloca in piazza Maggiore, e non era un remake di «Novecento» di Bertolucci, era una festa postelettorale nell'ex capitale rossa d'Italia, E' la soddisfazione dei piccoli imprenditori che si augurano meno intoppi burocratici e meno attenzione ai diversi un po' troppo diversi. Soprattutto, è la faccia contenutamente soddisfatta e innegabilmente prospera del neosindaco. Straordinariamente simile a Sella del Gigi Ballista ricco prosionista veneto in «Signore e signori» di Pietro Germi; e forse non è un caso. Con quella faccia e il suo 50,69 per cento, Guazzaloca ha ufficialmente annesso Bologna al Nord Est: ricco senza imbarazzi ed edonista di conseguenza, politicamente moderato, liberista per quel che gli interessa, e anche un po' attento alle tradizioni. Inclusa quella, democristiana e nordorientale, di farsi i propri affari e parlare, ma per cure poco. . ( SKOa UBONO. Bologna à (tra le altre cose) la capitale italiana dei Bar Fichi. Quelli descritti dal concittadino Stefano Senni nel «Bar sotto il mare», lussuosi e pieni di benestanti a orari regolari. Lunedi è 11 che si festeggia. Meglio, si gongola. «Guazzaloca ha vinto perché ha avuto più del 50 per cento. Ha capito? Più del 50 per cento», spiega davanti allo storico bar Zanarini la signora Patrizia, in completo cangiante, sigaretta e collanona. Il suo compagno con la 24 ore, che ancora un po' si vergogna di non aver votato a sinistra per la prima volta, si sente in dovere di aggiungere: «E perché è migliore dei suoi partner elettorali. La gente qui non ha voluto scegliere il Polo, cercava il cambiamento». Lì accanto, un gruppetto di trentenni in catenona d'oro (ambosessi) usa meno sfumature: «Siamo contenti perché non è un comunista!», dice Francesco Persi chini, consulente. Consensi nel Eimpatto. Più anziano e articoto, il signor Vittorio Mainardi commenta che «è una svolta a livello nazionale. In più, ora ci sarà meno burocrazia. Nel settore edile, per esempio, è un disastro». Sta uscendo dal Caffè dei Commercianti in Strada Maggiore, che è proprio accanto all'Associazione commercianti. Il bar di Guazzaloca, il luogo con la più alta densità europea di stuzzichini da aperitivo, e ci sarà un perché. Lì dietro, nella Galleria, marmi, negozi griffati, ambiente e clienti stile «Dallas», mamma e figlia ventenne passeggiano cariche di buste. «E' bello per noi giovani. I comunisti provvedevano solo ai giovani di un certo tipo. Gente che occupava scuole e gradinate in piazza», dice la figlia. E la mamma: «Anche per i meno giovani, qua non si sa mai dove parcheggiare la macchina». I vostri nomi? «Noo, mio padre è un professionista, e questa resta una città rossa. Meglio di no». OH V GUAZZA? «Io non direi che è un uomo di destra, Lo conosco da anni perché eravamo repubblicani tutti e due», modera (pure lui) il rettore Fabio Roversi Monaco. «E* una figura su cui la destra ha fatto leva per vincere. Che ha tagliato trasversalmente tutti i partiti». E tutti i quartieri. Ha stravinto a Saragozza e sui colli. Ma ha raggiunto Silvia Bartolini anche in quartieri ex molto rossi come San Donato, Reno e San Ruffilio. I fan benestanti, quelli che non si sono mai riconosciuti nelle giunte di sinistra «amiche degli studenti, dei tossici e dei gay» lo amano come fosse il loro generale Custer: «Lui cambierà tutto». Parlano della sua popola- rita in città, come grande macellaio e capo dei commercianti, e del suo carisma. Anche se qualcuno ammette che «è stato credibile senza aver detto niente. E' questo il suo carisma». LA SYRA0A 013 QUARTiE&l A1TL Carisma o no, Guazzaloca ha staccato Bartolini di 40 punti nelle zone ricche. Che ormai a Bologna sono la metà. «Dagli Anni 70, in città il benessere è andato aumentando», spiega il sociologo Fausto Anderlini. «Ci sono pochi grandi imprenditori, come Giuseppe Gazzoni, un solido ceto di professionisti, e moltissimi piccoli imprenditori di ricchezza recente». Sempre meno di sinistra, e sempre più lontani dai concittadini. Anche fisicamente: «E' il paradosso bolognese. Secondo le analisi statistiche, è la città del Centro-Nord in cui ricchi e poveri vivono più segregati. E moltissimi bolognesi sono in una fase di costruzione e protezione del benessere». E basta: «La iusc della politica e della programmazione è finita». In Comune, per gli elettori di sinistra, pare proprio di sì. Secondo l'istituto Cattaneo, la vittoria di Guazzaloca è dovuta a «fattori locali»: domenica, un elettore di sinistra su tre non ha votato. Gli altri, i guazzalochisti, compiaciuti rivendicane. «Le strade dei colli son piene di buche», informa una signora in pieno shopping. «Prima il Comune non le riparava perché erano strade dei ricchi. Ora le aggiusteranno, no?». «E' di destra? No è trasversale E' stato credibile senza avere detto niente. Questo è il suo carisma» Per i suoi fan il neosindaco è come il generale Custer: «Lui cambierà tutto in questa città» La prima pagina del manifesto di ieri: le due Torri rovesciate Un'immagine premonitrice di quel che sarebbe accaduto ieri notte lUiniBlÉafi | rat-M t*aìm* 4v •*••».•*'>** t|.i.v .e,*-

Luoghi citati: Bar Fichi, Bologna, Italia, Reno