Omicidi e stupri nel Kosovo liberalo

Omicidi e stupri nel Kosovo liberalo I britannici raccolgono prove sulla pulizia etnica, a Belgrado manifestazioni anti regime Omicidi e stupri nel Kosovo liberalo Attacchi a serbi, zingari, pattuglie Nato e Croce Rossa Ingrid BarJurina ZAGABRIA Si allunga la catena delle violenze nel Kosovo: nuovi omicidi, saccheggi e stupri hanno segnato le ultime ventiquattro ore nella regione che non sembra trovare pace. I cadaveri di un uomo e di una donna sono stati rinvenuti a Pristina nelle vicinanze dell'ufficio postale del quartiere di Dardanja, a Nord della città. Accanto ai due sono stati ritrovati documenti dell'Osco, l'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, e in un primo momento si è pensato che 1 uomo fosse un membro di questa organizzazione internazionale. Soltanto in seguito è stato appurato che i due erano cittadini del Kosovo e che l'uomo, di nazionalità serba, aveva lavorato nello scorso autunno nella missione locale dell'Osco. Sempre a Pristina, la notte scorsa, un uomo aveva aperto il fuoco contro i soldati britannici della Kfor che stavano prestando soccorso a un ferito. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati anche contro i medici accorsi sul posto, benché portassero ben visibili : segni della Croce Rossa internazionale. I militari britannici hanno arrestato il cecchino, ma non hanno voluto svelare la sua nazionalità. Pochi minuti più tardi hanno arrestato altre 6 persone nei pressi del Grand Hotel, nel centro della città. Un altro attacco contro i soldati del contingente britannico è avvenuto a Lipljan dove una pattuglia di gurkha, le truppe scelte nepalesi, è stata presa di mira mentre stavi cercando di entrare in una casa. «I nostri uomini hanno reagito e hanno arrestato gli aggressori sequestrando loro le armi» ha dichiarato il portavoce delle truppe di Londra, colonnello Robin Hodges. L'ufficiale ha spiegato che i soldati della Kfor sono impegnati al massimo per impedire Te vendette degli albanesi contro i serbi, ma che allo stesso tempo stanno raccogliendo nuove prove di crimini commessi dalle truppe di Milosevic contro gli albanesi. «Abbiamo arrestato un poliziotto seri» che sembra essere collegato al massacro di 56 persone prima dell'arrivo della Nato. L'uomo, tuttora detenuto in Kosovo, dovrebbe essere estradato presto al Tribunale in¬ ternazionale dell'Aia» ha detto Hodges. I soldati tedeschi a Prizren hanno scoperto una cantina apparentemente usata per la tortura dai combattenti dell'Uck. A portarli sul luogo dell'orrore, un edificio dove alloggiano 130 guer¬ riglieri indipendentisti albanesi, sono stati tre zingari rom che hanno mostrato ai militari tedeschi le ferite inflitte loro nella cantina da alcuni uomini mascherati. «Abbiamo perquisito il luo- ?;o, ma nessuno dei membri delude era armato e per questo non potevamo arrestarli. I presunti torturatori hanno agito mascherati e io non posso arrestare 130 persone» ha detto il generale •riti: von Korff, comandante del contingente tedesco della Kfor, annunciando che istituirà «a malincuore» un coprifuoco da mezzanotte alle 5 del mattino. Gli zingari, che gli albanesi accusano di aver collaborato con i serbi nella pulizia etnica del Kosovo, e soprattutto di aver preso parte a saccheggi e stupri, sono a loro volta diventati vittime delle rappresaglie albanesi. La tensione è alta anche a Kosovska Mitro vice dove sabato le unità francesi sono riuscite a impedire uno scontro diretto tra gli abitanti albanesi e quelli serbi della città, chiamando in aiuto il leader dell'Uck Hashira Thaqi che ha fermato i suoi connazionali. «Lunedì dovrebbero arrivare nel Kosovo i primi agenti della polizia internazionale dell'Orni» ha annunciato il portavoce Kevin Kennedy. Le truppe tedesche della Kfor hanno accolto ieri il presi¬ dente ceko Vaclav Havel, il primo capo di Stato in visita nel Kosovo dopo la fine dei bombardamenti della Nato. «Centinaia di documenti scoperti dopo il ritiro delle forze serbe dimostrano che la pulizia etnica era stata meticolosamente pianificata dalle autorità di Belgrado. Tali documenti permettono di stabilire un legame tra i massacri, per un totale di 14 mila morti, e i dirigenti dell'esercito e della polizia serbi, fino a giungere al livello del presidente Milosevic» afferma il giornale britannico Observer, confermando l'esistenza dell'operazione «Ferro di cavallo» elaborata da Belgrado lo scorso settembre per «depurare» il Kosovo dai «terroristi», ovvero la popolazione albanese. Intanto in Serbia montano i segni di insofferenza nei confronti del regime. L'altra sera allo stadio di Belgrado giovani di opposta fede calcistica (Stella Rossa e Partizan) hanno abbandonato i rispettivi slogan per unirsi in cori unitari anti-Milosevic.

Persone citate: Hodges, Kevin Kennedy, Milosevic, Mitro, Robin Hodges, Thaqi, Vaclav Havel