Berlusconi tre ore in Procura

Berlusconi tre ore in Procura Nella domenica dei ballottaggi un inatteso confronto tra il leader di Forza Italia e i pm Greco e Ielo Berlusconi tre ore in Procura «Sono stato io a chiedere questo colloquio» Fabio Potetti MILANO Il calumet della pace con i magistrati milanesi Silvio Berlusconi 10 fuma alle quattro del pomeriggio, quando avvocati al fianco si nulla al quinto piano del Palazzo di giustizia milanese. Le urne per i ballottaggi sono ancora aperte e 11 leader cu Forza Italia, dopo due ore alle prese con il pool, spiega cosi la sua decisione: «Sono stato io a chiedere questo incontro, non sopportavo più che tutte le volte che parlavo di giustizia nell'interesse del Paese, qualcuno come Fabio Mussi dei Ds dicesse che lo facevo per interessi personali, per i processi in corso». «E il segno di una svolta, adesso si conoscono meglio: si sono guardati negli occhi», assicura Ennio Amodio, uno dei difensori di Berlusconi presente alla deposizione spontanea davanti ai magistrati Francesco Greco e Paolo Ielo che incassano un memoriale di sei pagine. «E' il tentativo di tornare alla normale dialettica che ci dovrebbe essere tra accusa e indagato», ammettono a Palazzo di giustizia per questo incontro nato mesi fa dalle esigenze del pool, cresciuto in settimane di contatti semisegreti anche attraverso il responsabile Giustizia di Forza Italia Marcello Pera e concretizzatosi solo negli ultimi giorni. Quando Silvio Berlusconi, attraverso i suoi legali, aveva posto un'unica condizione: «Posso domenica 27 al pomeriggio. Se no si va più avanti, ho tanti impegni...». Quell'affermazione che un tempo sarebbe stata respinta come un aut-aut, diventa realtà alle quattro del pomeriggio. Il Palazzo di giustizia è deserto, a parte pochi cronisti. Niente misure di sicurezza come il 13 dicembre del '94, quando Berlusconi era presidente del Consiglio, quando venne invitato a comparire dai magistrati che per la prima volta lo misero sotto inchiesta, quando sfuggì alle telecamere e ai taccuini. Questa volta no, Berlusconi ci tiene a parlare. Fosse solo anche per quell'esordio: «Avete votato, vero...». E poi, dopo aver attaccato per anni i giudici comunisti, i magistrati che si muovono solo per far fuori il leader dell'opposizione, ammette per una volta che l'incontro «si è svolto in un clima sereno, molto cordiale. E spero che i chiarimenti che ho fornito su tutte le inchieste legate allo sviluppo della Fininvest, portino a una soluzione definitiva». Si sa che al centro delle dichiarazioni spontanee davanti a Francesco Greco, rientrato apposta da Courmayeur, e a Paolo Ielo, che ha interrotto il suo weekend al mare, ci sono le vicende legate all'inchiesta 735, quella relativa ai falsi in bilancio del Gruppo, quella nata dall'ampliamento del processo Ali Iberian. «Ho insomma portato le mie ragioni, perché c'erano situazioni m stallo», assicura Berlusconi, tripla scorta al fianco prima di infilarsi sulla Lancia Thema metallizzata. «Ma sì, questo è l'inizio di una svolta. Anche la procura di Milano sembra abbia intenzione di superare quelle incomprensioni che hanno dato origine a contrapposizione in sede processuale», spiega ancora l'avvocato Ennio Amodio, affiancato dall'altro difensore, Giuseppe De Luca. «Però aspettiamo a parlare di patteggiamenti, a guardare a soluzioni tecniche in vista. E' prematuro parlarne, l'atteggiamento dei pm e stato molto positivo», aggiunge il legale. Che dopo il fiele di questi anni, sia arrivato il miele nei rapporti tra Berlusconi e la procura, è certo troppo presto per dirlo, il calu¬ met della pace ò stato acceso, ma nella testa del leader di Forza Italia, c'è anche la voglia di continuare sull'onda del successo elettorale di due settimane fa, quando Forza Italia ha stracciato tutti gli avversari, quelli dentro la coalizione e naturalmente quelli fuori. E così, queste due ore in procura, riesce a trasformarle anche in un'operazione di immagine. «Ogni volta che ho parlato come leader dell'opposizione i miei interventi sono stati interpretati male. Non come se fossero l'espressione di una parte politica, ma come se fossero dichiarazioni fatte a titolo personale», assicura la sua buona fede. «Sono venuto qui perché contro di me hanno detto cose che non stanno né in cielo né in terra. A partire dalle accuse che arrivano dalla maggioranza di governo, secondo cui io sarei uno che cerca di sottrarsi al giudizio», spiega per l'ultima volta prima di infilarsi in ascensore. Attualmente la situazione giudiziaria dell'imputato Berlusconi è la seguente: condannato a 2 anni e 4 mesi nel processo Ali Iberian, a 2 anni e 9 mesi per le mazzette alle fiamme gialle, a 1 anno e 4 mesi per Medusa, assolto per la frode fiscale sulla villa di Macherio e ancora sotto inchieste per Ali Iberian 2, le toghe sporche romane e questo processo 735 sui consolidati Fininvest di cui ha parlato ieri con i magistrati di Milano. «Se parlavo di giustizia, qualcuno come Mussi diceva che lo facevo per interesse. Non ne potevo più» I legali: è l'inizio di una svolta aspettiamo a parlare di soluzioni tecniche o di patteggiamenti il leader del Polo Silvio Berlusconi: ieri è stato quasi tre ore in procura

Luoghi citati: Courmayeur, Macherio, Milano