Guazzaloca conquisili Bologna la rossa

Guazzaloca conquisili Bologna la rossa Guazzaloca conquisili Bologna la rossa La Bartolini è sconfitta per poche centinaia di voti ficace escamotage messo in pratica da Guazzaloca: quando Fini è venuto a Bologna per il suo comizio, il candidato sindaco non si è fatto vedere in piazza e in questi ultimi giorni né Berlusconi né Fini, né Casini si sono sbracciati o hanno lanciato ultimatum alla sinistra. Negli ultimi giorni sugli elettori bolognesi si era abbattuto un diluvio di consigli e di appelli a favore della Bartolini alla maniera del vecchio pei. E così, in interminabili liste di nomi comparivano vecchi assessori della giunte Doz- za accanto agli Skiantos, Fabio Fazio e Gianni Rivera, Susy Bady a Flavia Prodi. Era sceso in campo anche Umberto Eco, che con il nitore del semiologo aveva cercato di sintetizzare così il suo appoggio: «Perché dovrei cambiare ristorante se il menu è stato finora buono e variato, se il servizio è passabile, se l'arredamento è dignitoso?». E anche se negli ultimi giorni la moglie di Prodi aveva annunciato la propria disponibilità a diventare consulente della Bartolini, il potente mondo prodiano aveva lanciato mes- saggi intermittenti: Pecci, uno dei bracci destri di Prodi aveva ammesso di aver votato Guazzaloca e un certo clamore aveva suscitato anche l'annuncio di Stefano Zamagni, ex presidente della commissione no profit del governo Prodi: «Sarebbe positivo per la democrazia» una sconfitta della sinistra. Inevitabile che sin da oggi si apra la resa dei conti in quella che resta la più potente federazione Ds d'Italia e già ieri sera si è dimesso il segretario Ramazza. Ma la sconfitta del centrosinistra a Bologna ha un valore simbolico e pratico così grande per la sinistra italiana che nei prossimi mesi sono destinate a moltiplicarsi le analisi non superficiali sulle ragioni di una così eclatante retrocessione. Se non altro per un motivo: nelle tre regioni un tempo "rosse" il pei e i Ds poi hanno avuto per decenni la cassaforte dei voti e dal 1994 dei collegi uninominali. Dopo gli scricchiolii ai confini (Terni, Grosseto, Parma), ora con la caduta di Bologna, anche la maggioranza e il governo D'Alema sono più deboli. Si dimette il segretario della Quercia «Per noi è un ko pesantissimo e storico Il mio mandato finisce qui» Arturo Parisi nella notte fa una brevissima dichiarazione «Abbiamo impegnato con passione tutte le forze Abbiamo perso, di misura, ma abbiamo perso» «rs-. « i Il neosindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca. A sinistra il sindaco uscente Walter Vitali

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