NOSTRADAMUS non rubarmi il futuro
NOSTRADAMUS non rubarmi il futuro A luglio del 1999 potrebbe esserci la fine del mondo, secondo una «centuria» del medico profeta Le quartine espongono in modo oscuro dei «fatti bruti», sono le rivelazioni diunPresenteTotale da cui non c'è scampo NOSTRADAMUS non rubarmi il futuro Poveri uomini senza dèi né demoni l'ultima, la peggiore delle infamie. MONTALE Guido Ceronetti SELL'esegesi della quartina delle Centurie di Nostradamus X, 72 mi sono a più riprese applicato, da filologo, dà filosofo e da occultista, con risultati sempre diversi, poi rigettati. Nessuno dei nostradamologi consultati mi ha convinto. Ma poiché la quartina contiene, caso rarissimo, una data, che indica esplic italamente luglio 1999, la verifica dei fatti, oggetto delle nostre fastidiose brame di figli d'Occidente, è vicina come la criniera al leone. Un evento significativo può tuttavia prodursi sotto gli occhi di tutti e non essere visto o intravisto che da pochissimi, pur essendone incalcolabili le conseguenze. E che l'attenzione per le conseguenze di questo luglio 99 mantenga celata la causa, che è il cuore della quartina, è ben possibile: l'arco di tempo da considerare non è di un giorno o di un mese. Nelle profezie di Nostradamus il parossismo della storia che diciamo, dopo le Annales, evenemenziale (dei fatti, delle res gestae) e la sua polverizzazione, la sua riduzione a cenere alchemica, curiosamente coincidono: offrono un'occasione, che non va buttata, per liberarsene. Dirò perché. Da dir subito: questa piccola nota non deve leggerla chi non riconosca ai poteri specifici, ai doni di veggenza il diritto di abitare nella città, dove da sempre le case bruciano, del pensiero umano, di cui sono gran parte. La verità richiede la sospensione dell'incredulità insieme alla legatara della credulità. E la poesia di Kavafis del 1915 dice che la percezione delle cose imminenti è il proprio dei sapienti: ma dobbiamo riconoscere che qualcuno ha visto molto, molto più lontano, inesplicabilmente. ■ Se io incontro un giovane guardiano di maiali, di nome Peretti, dopo aver parlato un poco con lui la mia percezione di sofòs arriverà a pensare: il tipo sembra piuttosto intelligente; sicuramente farà di meglio, un giorno -. Se si trova a passare di là Nostradamus, durante uno dei suoi vagabondaggi (fu anche in Italia, come medico e pratico di pestilenze), incontrando il Peretti ecco gli si prosterna davanti chiamandolo Santità. Accadde nel Piceno, dove il giovane pastore era da poco entrato nell'ordine francescano. Molti anni dopo l'ex guardiano di maiali diventa papa col formidabile nome di Sisto V (1585: Nostradamus era morto da un pezzo). La differenza tra le due percezioni non è di «tempo futuro». Io brancico in un vago futureggiare: «Questo guardiano di maiali farà un giorno qualcosa di meglio». Il veggente-vede, al presente, il papa e lo chiama col suo titolo, il papa, per noi, non ci sarà che nel 1585; per Nostradamus Sisto V è là, davanti a lui, trenta o quaranta anni prima. Allora, dov'è, dove abita il ./tauro? E il caso? E le circostanze? E la storia? E la libertà di scegliere tra restare guardiano di maiali e diventare papa? Faites vos jeux esorta il croupier: ma la ruota non girerà tra poco, ha girato già iuo tempore e i nomi dei vincenti e dei perdenti sono leggibili, da chi abbia il dono di veggenza, tra le pagine di un libro vecchissimo, di prima del Big Bang, la cui data di stampa è sempre e soltanto adesso. Il presente non diventa, passando, passato né diventerà mai futuro: è presente percepito come passato o futuro ed è tutto 11 il gran segreto del tempo, il suo non-esserci affatto. La visione profetica non antivede nulla: vede come oggi quel che in realtà sarà sempre e soltanto oggi, pur creduto e chiamato domani. Perciò butterei via il libro: Nostradamus mi toghe il futuro, sia come angoscia che come speranza e, prima di tutto, come ignoto. Se il Delfino di Francia, sposando Maria Antonietta d'Austria, avesse letto (e capito: Mil-neuf-cent-nettnant-neuf septidu del viendra un grand Roy deresuscitar le grand' Rcy d'Angoulovatti aprésMars reignerpar btmNel settimo mese del 1999 verrà dal cielo un gran Re di tera resuscitare il gran Re d'Angmtprima, dopo Marte regnerà per lnon era molto sveglio) certe quartine delle Centurie avrebbe saputo che lui e la sua futura regina erano già stati ilio tempore ghigliottinati, avrebbero entrambi saputo di essere già morti e scoperto che meno di duecentocinquantanni prima un medico, in Provenza, aveva visto tutto, proprio tutto, della grande Rivoluzione che li avrebbe travolti. Tra i capolavori come /I Novantatre di Victor Hugo, la storia di Taine, il Memoriale di Sant'Elena, l'Ode a Carlotta Corday di Chénier e le quartine del veggente di Salon c'è un abisso: le quartine espongono in modo oscuro e contorto dei fatti bruti, sono rivelazioni brutali, direi anatomiche, di un Presente Totale che brucia gli occhi e le mani, da cui non c'è scampo, è là, ma le parole che commentano e interpretano, queste sono tutt'altro, sono il trascendere l'orribile nudità sezionata dei fatti da parte delle anime fantasticanti e dell'onnipotenza creatrice del ricordo. La visione profetica libera dall'ossessione storica (è nulla, lascia perdere se credi di modificare le cose) ma la storia evenemenziale si riscatta, al di là della concettuale che gli viene contrapposta (Furet), come storia eterna e inaudita di Psiche, storia di anime, di angeli e demoni, di sofferenze enigmatiche, di portenti. In un certo senso, Nostradamus fa scienza: ma a noi tocca di fare filosofia e d'illuminare i fatti mediante arte e poesia. Un'emozione fu, per me, riconoscere Maria Antonietta condotta al patibolo nella quartina Cent. 1, 86: vi è fotografata, vista come un flash nel presente dell'Essere orfano di futuro, in un giorno (era il 16 ottobre 1793) senza principio né fine, pura voragine atemporale: però quell'istante di rivelazione manca di tragico, un'emozione molto più profonda la dà il disegno tracciato frettolosamente da David al passaggio della carretta, all'usata dalla Conciergerie, una traccia luttuosa e febbrile, la fierezza di una vera regina martire, che tace. Ora, qualsiasi cosa accada tra luglio e agosto di questo anno da Eskaton, il diritto all'Ignoto, pur sotto l'esplodere stellare dell'annuncio profetico di un segmento di realtà che si sottrae al capire, il diritto a vivere l'indecifrabile, a sognare altro nell'ustione dell'evento che coinvolge tanto destini, mantiene diritta la testa perdente. Nostradamus non ci squaderna che il finito dell'infinito, non ci fa sentire che più pesanti le catene del finito, mentre il latrato dell'infinito oltre le sbarre si fa più forte. Cosi credo aver spiegato perché la parola veggente, che accetto soffocantemente veridica, svogliandomi da ogni volontà o fede di futuro, non scalfisca minimamente la mia libertà d'interpretare e rivivere - di iscrivere nel tragico tutto quanto quell'indecente fermento di fatti: se voglio guarirmi dal mondo, dal finito, posso ben farlo senza tormentarmi col destino e la fine delle nazioni. La mia interpretazione della 3uartina X, 72 può cominciare a qui, ma ho esaurito lo spazio. Forse ne tratterò in un successivo articolo, sia pure malvolentieri. Prima o dopo luglio, chissà. Qualunque cosa accada nel prossimo mese, l'annuncio raggiungerà un risultato: ci farà sentire più pesanti le catene del finito Se voglio guarire me stesso dal mondo, posso farlo senza tormentarmi col destino è con la fine delle nazioni Mil-neuf-cent-nettnant-neuf septiénte mais du del viendra un grand Roy deffmyeur resuscitar le grand' Rcy d'Angoultnois ovatti aprésMars reignerpar btmm berne éAnjptdmttis Nel settimo mese del 1999 verrà dal cielo un gran Re di terrore a resuscitare il gran Re d'Angmtlmois prima, dopo Marte regnerà per la felicità dAngoulmois tiénte mais deffmyeur ultnois btmm berne éAnjptdmttis errore mtlmois r la felicità dAngoulmois Nostradamus ( IS03-1566). Nome latinizzato di Michel de Nostredair». fu medico e astrologo. Ebreo convertito, studiò filosofia a Avignone e medicina a Montpellier. Viaggiò per l'Europa. Nel 1547 sposò una ricca vedova e potè dedicarsi all'arte profetica. Nelle «Centurie» vengono predetti gli avvenimenti principali fino al 3797
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