I parà rossi

I parà rossi I parà rossi «Uck attento siamo in arrivo» MOSCA «Albanesi attenti. Se saranno attaccati, i russi risponderanno al fuoco senza pensarci troppo». Così ha detto ieri a Mosca davanti ai microfoni delle televisioni il generale Gheorghi Shpak, il comandante dei paracadustisti russi, dopo aver salutato il primo gruppo dei suoi uomini partito per il Kosovo. Il cargo militare con a bordo un primo gruppo di para e 18 specialisti che si occuperanno di montare attrezzature per garantire il funzionamento e la sicurezza dell'aeroporto di Pristina è stato accolto nel capoluogo del Kosovo dal generale Viktor Zavarzin, il protagonista del blitz notturno dei 200 paracadutisti chftdue settimane fa hanno occupato lo scalo piùimportante della provinvia serba costringendo la Kfor a rivedere i piani di dispiegamento della Forza internazionale. Bassino, il faccione arrossato dal sole dei Balcani, la pancia a stento contenuta dalla mimetica, Zavarzin è apparso in tv come il padrone di casa. Eppure, nonostante i chili di troppo, il generale ha conquistalo titoli sui giornali di tutto il mondo e una promozione sul campo elargita dal presidente Boris Eltsin. Il dispiegamento dei 3400 militari russi si concluderà ira due settimane per le unità aviotrasportate, tra 40 giorni per quelle residue che giungeranno via mare. Ogni militare percepirà circa mille dollari al mese, una buona paga in una Russia che ha un quarto della popolazione che vive in povertà, soltanto una «paglietta» rispetto alle «diarie» degli occidentali. Frattanto l'ex primo ministro russo Viktor Cernomyrdin, dal Forum Economico e Politico di Crans Montana, in Svizzera, si è detto assolutamente contrario alla cattura del leader serbo-jugoslavo Slobodan Milosevic, sulla cui testa gli Usa hanno posto una taglia di 5 milioni di dollari e al suo eventuale processo. Anzi, ha aggiunto di considerare «poco seria» l'attività svolta dal Tribunale Onu dell'Aia sui Crimini di guerra nell'ex Jugoslavia, al quale spetterebbe l'eventuale giudizio e che ha negalo possa ricoprire un ruolo utile nel riportare alla normalità il Kosovo. Milosevic, ha ricordalo il rappresentante speciale di Boris Eltsin per i Balcani, è stato eletto legittimamente dal popolo jugoslavo alla carica che occupa. «La nostra posizione - ha aggiunto - è dunque che dovrà essere lo stesso popolo jugoslavo» risolvere per proprio conto questà^e altre questioni di sua pertinenza».""^ La posizione «conflittuale»" di Mosca si riflette in queste ore anche nelle manovre congiunte degli eserciti russo e bielorusso che si svolgono - come ai vecchi tempi dell'Urss - all'insegna della «minaccia occiuentale». Lo scenario delle esercitazioni, che sono le più imponenti dell'era post-sovietica nonostante le casse vuote, prevede la difesa dell'integrità territoriale dell'Unione russo-bielorussa da un attacco Nato attuato con 450 aerei e missili Cruise. Ciò che sicuramente è cambiato dai tempi dell'Urss è la posizione della Bulgaria che ieri ha nuovamente negato a Mosca l'autorizzazione per far gassare nel suo spazio aereo i ver' olì miliuri russi diretti in Kosovo. iÀnjr)

Persone citate: Albanesi, Bassino, Boris Eltsin, Cruise, Gheorghi Shpak, Milosevic, Slobodan Milosevic, Viktor Cernomyrdin, Viktor Zavarzin