Fiumana colorata a Parigi nel gioro dell'orgoglio gay di Sergio Trombetta

Fiumana colorata a Parigi nel gioro dell'orgoglio gay Fiumana colorata a Parigi nel gioro dell'orgoglio gay reportage Sergio Trombetta inviato a PARIGI Attenzione a insultare il vicino di casa o il collega d'ufficio. Potrebbe costare caro, da domani, dargli del «sale pédé» (sporco frocio). In Francia però, e soltanto se il parlamento accettasse la richiesta delle organizzazioni omosessuali: penalizzare l'omofonia. Che vuol dire considerare delitto ogni manifestazione di disprezzo e discriminazione che inciti all'odio antiomosessuale. Per chiederla a gran voce, l'istituzione di questo reato, sono scose in piazza ieri a Parigi quasi duecentomila persone: quelle che hanno occupato pacificamente il centro della capitale francese per tutto il pomeriggio con una grandiosa, coloratissima e interminabile Gay Pride. Cioè la parata gay che si svolge ogni anno a fine giugno in tutte le grandi città d'Europa ed America per ricordare la rivolta di Stonewail Inn. Era un bar omosessuale dol Greenwhich Village a New York, lo Stonewail Inn. E lì il 28 giugno dol 1969 per la prima volta gli omosessuali americani si ribollarono alla repressione della polizia. Nacque così il Gay Liberation Movement e ieri per ricordare il trentennio la Commissione Storica di New York ha dichiarato lo Stonewail Inn monumento nazionale. Ma, per tornare a Parigi, la richiesta di penalizzare l'omofobia ha trovato un grande spazio su un giornale serio e equilibrato come «Le Monde», la cui prima pagina di ieri inalberava il titolo: «La Gay Pride contre l'homophobio». Molti i servizi nelle pagine interne. Un lungo articolo firmato da «Act up», l'organizzazione più intransigente, quella che ha inventato l'«outing», la pratica di denunciare l'omosessualità di personalità famose che non lo dichiarano; un «manifesto» per l'uguaglianza sessuale approvato dalle organizzazioni gay e da numerosi intellettuali; un editoriale del giornale che «auspica siano riconosciuti uguali diritti a tutti i cittadini, quale sia il loro orientamento sessuale». Gli omosessuali francesi reagiscono così al rigurgito antigay della destra che è venuto a galla col procedere dell'iter parlamentare dei Pacs, i patti di solidarietà, molto simili, generalizzando, alle unioni civili etero e omosessuali di cui si discute in Italia. E la battaglia per ottenere la rapida approvazione dei Pacs era la seconda parola d'ordine del corteo sterminato che ha preso le mosse alle due del pomeriggio da Place Maubert, nel quartiere latino, con in testa un gruppo di «allegri motards» seguiti dai rappresentanti delle organizzazioni gay e i politici simpatizzanti (compreso l'immancabile Jack Lang) e che alle 18, incominciava lentamente ad approdare a Place de la Répubblique per ascoltare i discorsi ufficiali. Un corteo-festa sostenuto dal ritmo assordando della techno, nel quale erano d'obbligo le fantasie più sfenate (con qualche gogliardica sguaiataggine), ma dove non mancava la seriosità militante: lo striscione dell'univer¬ sità gay di marsiglia, il furgoncino del pcf in fase di recupero dei diritti civili, le asspciazioni dei genitori e dei figli gay, quelli di Biet Haverim (gli ebrei gay), gli immigrati portoghesi (i lusogay), la chiesa ecumenica. Totale la libertà lasciata alla iniziativa individuale che si scatenava mettendo in scena floreali «papagene» in crinolina e sterminata parrucca, signori sadomaso ricoperti di latex, il gruppo di majorettes «les gais musettes», una squadra di extraterrestri in stile Mars Attacks con pistola ad acqua, una banda di finti indio:; brasiliani con piume di ogni colore, una gran dovizia di iperpalestrati con addominali e pettorali in esposizione. Ma era nella seconda parte che il corteo stupiva con gli effetti speciali. Perchè era quella più commerciale, quindi più ricca e più sexy. Ecco allora il grande carro della Fnac (la più grande catena di librerie di Francia), i camion allestiti come palcoscenici, con luci e banda rock, dei bar e delle discoteche più alla moda. In stretti e traparenti pantaloncini da ciclista bianchi si dimenavano i go go boys sul grande camion di una frequentatissima chat line. In tutto questo «disordine sessuale» sembravano piovuti dalla luna un ragazzo e una ragazza di colore che su un marciapiede, dimentichi di tutto, si baciavano perdutamente. Il popolo omosex ha chiesto la fine di ogni intolleranza mentre New York dichiarava pubblico monumento il bar della prima rivolta anti-discriminazione La folla che Ieri ha invaso Parigi per la giornata dell'Orgoglio Gay. Nella capitale hanno sfilato quasi 200 mila persone. Al corteo c'era anche Jack Lang (a sinistra)

Persone citate: Jack Lang, Place Maubert, Pride