Beirut, la Siria assolve Barak di Aldo Baquis
Beirut, la Siria assolve Barak E il presidente israeliano avverte il neo-premier: il Golan va restituito Beirut, la Siria assolve Barak «Netanyahuha voluto creargli un problema» Aldo Baquis TEL AVIV Alla vista della distruzione semi' nata in Libano giovedì notte ir dieci ore di furiosi bombarda menti aerei israeliani, la Siria ne attribuisce la paternità al premier uscente Benyamin Netanyahu e garantisce - per ora - al neo-eletto premier laburista Ehud Barak il benefìcio del dubbio. Nel commentare la «barbara aggressione al fraterno Libano», il quotidiano siriano «Tishrin» spiegava ieri ai lettori che «il governo di Benyamin Netan yahu ha insistito a mostrare al mondo il suo odio per la pace e la sua brama per la devastazione e le uccisioni», «Lo sconfìtto governo Netanyahu ha voluto porre ostacoli al futuro governo Barak», ha aggiunto il giornale, vicino al presidente Assad. Ma Barak - che a Damasco è visto come l'uomo nuovo, in grado di prendere di petto le questioni che stanno alla base del conflitto fra i due Paesi grazie alla sua clamorosa vittoria elettorale e al prestigio personale di soldato - deve adesso convincere Assad della propria buona fede. I siriani dubitano infatti che Barak non sia stato messo al corrente per tempo dal ministro della difesa Moshe Arens dei violenti bombardamenti in Libano. Se il leader laburista decide- rà nei prossimi giorni di includere nel suo gabinetto il falco del Likud Ariel Sharon, la teoria di una collusione fra Netanyahu e Barak - evocata dal premier libanese Selim el-Hoss - troverà una conferma. «Per Assad - ha detto ieri il suo biografo Patrick Seale - gli anni di Netanyahu sono stati un incubo. L'elezione di Barak non ha mutato i termini del conflitto fra Israele e Siria: ma è servita a cambiare la musica di sottofondo, a creare una nuova atmosfera». Nelle settimane scorse Seale ha incontrato sia Barak sia Assad, ricavando l'impressione che i due leader siano decisi a rilanciare i negoziati dopo un'interruzione durata quattro anni. Secondo Seale, i siriani si at- tendono da Barak un impegno di principio a un ritiro totale dal Golan: «Dopo di che tutto il resto - ossia la normalizzazione delle relazioni, gli accorgimenti di sicurezza reciproca - è negoziabile». Lo stesso capo dello Stato ebraico Ezer Weizman ha detto al premier (ma l'interessato smentisce) che per rilanciare le trattative Israele deve riconoscere la sovranità siriana sul Golan. Ma se nei salotti diplomatici la musica sta cambiando, .sul terreno si vedono solo scene di guerra, di distruzione, di disperazione. Trenta milioni di dollari sono i danni complessivi causati dall'aviazione israeliana alle centrali elettriche di Beirut nei raid condotti in ritorsione al bombardamento della Galilea da parte dei guerriglieri Hezbollah. Altri venti milioni di dollari sono i danni denunciati dalla compagnia dei telefoni cellulari Collis: il bombardamento delle sue apparecchiature a Jyie.ha messo a tacere 50 mila apparecchi. A tutto ciò si aggiungono danni al commercio fra il Sud del Libano e il resto del. Paese - per la distruzione di tre ponti - e danni ncommensurabih al turismo. «Resisteremo, perché è nostro iiritto opporci all'occupazione israeliana del Libano meridionale» ha detto al-Hoss. Al tempo stesso ha confermato che agli Hezbollah - che sono in prima linea nella guerriglia contro Israele - è stato fatto comprendere che è opportuno sospendere gli attacchi contro la Galilea. «Gli Hezbollah sono consci delle loro responsabilità», ha assicurato il premier libanese. Per gli integralisti sciiti la partita non si è comunque conclusa. Il loro leader spirituale Massan Fadini 1 ah prevede infatti che, proprio grazie alla guerra di attrito condotta dai suoi uomini, Israele sarà presto costretto a un ritiro unilaterale. Ma la pace, ha aggiunto il religioso, verrà solo quando la Palestina sarà tornata araba e gli ebrei avranno fatto ritorno ai paesi di origine. Intanto'in Galilea si riparano i danni causati dai bombardamenti degli Hezbollah: a Kiryat Shmona centinaia di case sono state danneggiate, il municipio è quasi distrutto. Oggi gli abitanti dell'Alta Galilea si recheranno a Gerusalemme per una m nifestazione di protesta contro il governo. Esigono che la minaccia dei razzi katyusha sia allontanata dalle loro case una volta per tutte. Costi quel che costi. Il Libano conta i danni causati dai bombardamenti Almeno cinquanta milioni di dollari
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