Le regionali in Sardegna

Le regionali in Sardegna Le regionali in Sardegna Una sola certezza per chi vince dover cercare alleanze difficili Corrado Grandesso corrispondente da CAGLIARI Gli elettori sardi tornano oggi alle urne ma un verdetto sembra già scritto prima ancora che le schede vengano depositate nell'urna: il secondo round delle consultazioni regionali - il ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra - minaccia di regalare all'isola altri cinque anni di difficile, per non dire impossibile, governabilità. Colpa di una legge elettorale che tutti ora si affannano a dichiarare demenziale, ma che nessuno ha voluto modificare nella scorsa legislatura. L'assurdo è che quasi di certo chi vincerà la conta dei voti non avrà i suffragi indi -pensabili per eleggere il presidente della giunta e dovrà ricorrere ad alleanze con forze minori. Il primo turno - due settimane fa • ha dato un risultato contraddittorio. Nel collegio unico regionale (che mette in palio 16 consiglieri) il Polo per la Sardegna (Forza Italia, Alleanza nazionale, Ccd e i riformatori di Segni) ha ottenuto il 48,1% dei consensi, mentre la Coalizione autonomista (che riunisce una dozzina di sigle del centrosinistra) si è fermata al 31,55. Il resto è stato appannaggio del Partito sardo d'azione, dei nazionalisti di Sa Mesa (la tavola), dell'Udr e del Nuovo movimento, formazione dell'editore Nicola Grauso. Nei quattro collegi provinciali il centrosinistra si è però preso una rivincita. Il risultato è che alla vigilia del ballottaggio la lista guidata dal Popolare Gian Mario Selis può già contare su 30 consiglieri su 64, il Polo su 26 (nonostante il suo leader Mauro Pili abbia fatto il pieno con oltre 150 mila preferenze), mentre sardisti e Udr ne hanno 3 ciascuno e il Nuovo mo¬ vimento 2. Oggi gli elettori sceglieranno su base regionale - gli ultimi sedici consiglieri e diventeranno determinanti i voti degli schieramenti minori. I quali, consci d'esser l'ago della bilancia, hanno evitato di dare indicazioni ufficiali ai propri sostenitori, anche se molti dirigenti del Psd'Az si sono espressi a favore del centrosinistra e l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ha chiesto ai suoi un voto contro Berlusconi (quindi contro Pili) e le promesse di «paradisi di plasticai Se non riuscirà ad ottenere percentuali bulgare, nessuno dei due schieramenti in lizza può sperare di conquistare tutti e 16 i seggi a disposizione. In caso di successo con una percentuale compresa tra il 52,1% e il 56,5, chi vince prende 9 consiglieri e chi perde 7; tra il 56,51 e fl 60,87 chi la spunta otterrà 10 seggi, che saliranno a 12 se supererà il 65%. L'ipotesi più probabile è che nel prossimo Consiglio i due maggiori schieramenti dovranno ricorrere ad ulteriori alleanze e che anche così i margini numerici della maggioranza, qualunque essa sia, saranno a dir poco esigui L'importanza della posta in palio ha riscaldato i toni degli ultimi giorni della campagna elettorale. Per sostenere Mauro Pili, . che si batte per scalzare dalla Regione il centrosinistra che ha governato negli ultimi cinque anni, sono tornati nell'isola Silvio Berlusconi e Gianfranco Foni. Il centrosinistra di Gian Mario Selis ha replicato chiedendo agli elettori di rifiutare una subalternità della Sardegna ad Arcore, ha quindi evitato il ricorso ai leader nazionali, rivendicando il diritto ad essere «liberi di scegliere da soli».

Luoghi citati: Arcore, Cagliari, Sardegna