Fisco battuto dal contribuente

Fisco battuto dal contribuente Fisco battuto dal contribuente r, Nei ricorsi perde quattro volte su dieci ROMA Il contribuente si difende, contrattacca e vince nei confronti del Fisco: succede 4 volte su 10, una buona media, tenuto conto delle complicazioni burocratiche tipiche del sistema italiano. E non sono dati vetusti, ricavati da statistiche già superate dalle riforme. Sono i dati sui ricorsi di primo grado ricavati tra l'aprile '96 e il dicembre '98 dal Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, insediato proprio nella primavera di tre anni fa. Il Consiglio ha stilato la sua relazione e l'ha inviata al ministro Visco, passando per il Parlamento. Con note poco lusinghiere per gli uffici tributari che non sembrano all'altezza dei contri- buenti (o meglio dei loro commercialisti i), nella difesa delle buone ragioni dello Stato. Infatti il Consiglio sollecita l'istituzione di un organismo di supporto, un ufficio incaricato di gestire, presso le direzioni regionali delle Entrate, il contenzioso della Regione. Perché non si trat-, i a soltanto di perdere il ricòrso contro un accertamento, si tratta di perdere la faccia con i cittadini perché gioca, dice il Consiglio, «la qualità degli atti impugnati, spesso sommariamente motivati», insieme con «la scarsa qualità» della difesa svolta dall'Amministrazione «frequentemente affidata ad impiegati non funzionari o, comunque, inesperti». Il cittadino vince quindi quattro volte su dieci e gli uffici accumulano montagne di arretrato; a fine '98 c'era in archivio oltre un milione e mèzzo di ricorsi alle commissioni tributarie provinciali. In testa alla classifica, con 235 mila pratiche, la commissione provinciale tributaria di Roma, poi a quota 106 mila quella di Bologna, a quota 98 miltf quella di Napoli, a 80 mila quella di Bari e a oltre 50 mila quella di Genova. Un bel caos, che non è però tutto colpa degli impiegati o dei funzionari deu'arnministrazione tributaria. Infatti la relazione concede loro non poche attenuanti, almeno ambientali. Infatti i locali sono spesso insufficienti, al limite della condizione igienica, come hanno raccontato negli anni scorsi gli aneddoti usciti dagli uffici: la relazione segnala la «seria» situazione dei locali dove operano le commissioni tributarie «che poche volte può dirsi rispondente, por riti per liei e e adeguatezza degli ambienti disponibili, al dignitoso esercizio della funzione giurisdizionale». In particolare, le condizioni della commissione tributaria della Lombardia che con 68 sezioni «opera negli stessi locali della precedente commissione di secondo grado, che aveva 19 sezioni». Oppure la situazione della commissione tributaria della Sicilia che, come la commissione della Toscana, ha locali insufficienti «siti ip due edifici notevolmente distanti tra loro, con disagi e costi notevoli, occorrendo provvedere allo smistamento quotidiano di centinaia di fascicoli». (b.g.] Qui sopra il ministro Visco e nella foto a centro pagina Rosi Blndl

Persone citate: Rosi, Visco

Luoghi citati: Bari, Bologna, Genova, Lombardia, Napoli, Roma, Sicilia, Toscana