Destinazione inferno

Destinazione inferno Destinazione inferno Ospitò 30 mila deportati condannati allo sterminio BOLZANO L'ultimo «trasporto» partì da Bolzano il primo febbraio del 1945, ed era diretto a Muuthauscn. Ma qualcosa non funzionò a dovere: tre giorni dopo il treno arrivò a Linz, e da qui i prigionieri dovettero proseguire a piedi verso il campo finale. Due mesi più tardi - tra il 29 e il 30 aprile - le baracche di via Resia vennero in parte evacuate. Poi ci arrivò la Croce Rossa, e vi trovò ancora duemila persone, ai limiti della resistenza fisica. I loro aguzzini? Scomparsi. Titho e il suo vice Haage comandavano un campo che poteva contenere fino a 3500 persone: donne, uomini e bambini. Operativo dal luglio 1944 alla primavera 1945, «ospitò» circa 30 mila persone. I primi provenivano dall'altro campo di transito italiano: Fossoli, in provincia di Modena. Una o due volte al mese da Bolzano partivano i convogli. Destinazione solita: Auschwitz e Flossenburg. Le indagini hanno permesso di individuare 27 aguzzini, ma solo alcuni furono processati. A guerra finita la corte d'assise straordinaria di Bolzano condannò sei persone, ma l'amnistia Togliatti ridimensionò tutto. Uno degli imputati, Albino Cotogna detto «Carogna», fu condannato a 53 anni: 25 per collaborazionismo, e 28 per omicidio continuato. Era uno dei collaboratori di Seifert e Scit: nel 1963 fu riabilitato e tornò libero. Un altro imputato, Giuseppe Mittelmaier, venne condannato a 24 anni, ma quattordici gli furono comminati. Altri kapò sfuggirono alla cattura: come «HiIda», una ragazza di circa 25 anni che girava per il campo in divisa e aizzava i suoi cani contro i prigionieri. Ibru. gio.)

Persone citate: Giuseppe Mittelmaier, Linz, Seifert, Togliatti

Luoghi citati: Bolzano, Modena