Scelto il monumento all'Olocausto

Scelto il monumento all'Olocausto Il voto ieri al Parlamento tedesco dopo dieci anni di polemiche e di rinvìi Scelto il monumento all'Olocausto E' il bosco di stele in cemento armato dell'architetto newyorcheseEisemann Emanuele Novazlo corrispondente da BONN Dopo dieci anni di polemiche, di proposte contestate e di rinvii il monumento all'Olocausto si farà, e sarà un bosco di stele in cemento armato 2700, alte fino a due metri e mozzo, disposte su una superficie di 20 mila metri quadrati, due campi di calcio - nel centro nervoso della nuova Germania politica, fra la porta di Brandeburgo, il Keichstag e la futura Cancelleria. Accanto ai luoghi narrativi della Germania svagata e senza macchia d'anteguerra, l'Hotel Adlon e Marlene Dietrich Piata. A poche centinaia di metri dal Bunker del Fuerher, dove fino a dieci anni fa correvano il Muro e la terra di nessuno. Il Bundestag, ieri pomeriggio, ha scolto definitivamente e a grande maggioranza (439 a favore, 115 contro) il progetto dell'architetto americano Peter Eisemann, già frutto di una revisione e di un rimpicciolimento (in un primo tempo le stele dovevano essere 4000, circondate da un'iscrizione con milioni di nomi): seguendo il parere del ministro alla Cultura Naumann, il monumento sarà accompagnato da una «Casa della memoria» che raccoglierà testimonianze multimediali sull'eccidio di 6 milioni di ebrei. I deputati hanno scartato la proposta alternativa,presentata dal teologo Richard Schroedor, che ali «eccesso di monumentatila» del progetto Eisemann contrapponeva una colonna con una scritta in tedesco e in ebraico, «Non ucciderò». Il quinto comandamento, gli è stato obiettato, sarebbe stalo un monito generico nel quale si sarebbero confusi i colpevoli, le vittime e gli alleati liberatori delle vittime sopravvissute all'Olocausto. Un'analoga proposta, presentata dallo scultore Rudi Warmuth, era già stata respinta nel '94. Scartata anche la possibilità di estendere il mo¬ numento a «tutte le vittime del «nazismo in Europa»: per loro ci dovranno essere altre testimonianze, l'eccidio degli ebrei deve essere un'occasione particolare di memoria. «il monumento sarà un luogo di irritazione», garantisce uno dei relatori, Norbert Lamrnert: «Sarà un monumento che dà fastidio, altrimenti sarebbe stato inutile». Di certo, nelle intenzioni di chi l'ha progettato e di chi ieri l'ha votato, il bosco di stele non deve diventare un'occasione di turismo politico, ma neanche un'allegoria dell'orrore. La sua funzione - esaltata dalla contraddizione visiva e acustica con la normalità vitale dalla quale è circondato dovrebbe essere piuttosto quella di sollevare quesiti, di costringere chiunque si avvicina a chiedersi perchè. Di certo, il dibattito nervoso sviluppatosi intorno al monumento - alla sua necessità, alla sua inevitabilità morale prima ancora che storica e politica - ha imposto ai tedeschi un esercizio di memoria che a qualcuno è parso greve. La durissima polemica che ha opposto il leader della comunità ebraica Ignatz Bubis allo scrittore Martin Walser, contrario a quello che considera la «monumentalizzazione della vergogna» e una «strumentalizzazione di Auschwitz», ne è l'esempio più recente. Ma per anni, il monumento è stata la scintilla di uno scontro nel quale le riflessioni sulla dimensione estetica dell'orrore si sono accompagnate a quelle sulla colpa come segno distintivo della storia tedesca moderna. La decisione del Bundestag non porrà fine alle polemiche sul progetto Eisemann, da molti considerato troppo vistoso, da altri incapace di esprimere l'orrore per l'annientamento degli ebrei: «Un monumento davvero adeguato all'Olocausto non lo si potrà mai realizzare», ha ricordato ieri il ministro alla Cultura Naumann. L'architetto newyorchese Peter Eisemann, con il modello del suo progetto di monumento in ricordo dell'Olocausto

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