Flavia Prodi

Flavia Prodi Flavia Prodi In campo con Silvia la rossa Marisa Ostolani corrispondente da BOLOGNA Arrivano i Prodi. A 48 ore dall'esito del duello politico più avvincente ed incerto degli ultimi 54 anni, Silvia Baitolini, candidata sindaco del centro sinistra a Bologna, anticipa la sua squadra: tre pezzi da novanta come assessori, otto nomi di primo piano come consiglieri. E, tra questi, anche Flavia Franzoni in Prodi, moglie del presidente designato della Ue, grande esperta di politiche di welfare, temi» che l'appassiona e le sta particolarmente a cuore. «E' un argomento su cui l'Ulivo e il centro sinistra hanno riflettuto senza mediazioni, creando convinzioni comuni», spiega la signora Prodi, in procinto di dividersi tra Bologna e Bruxelles. «Il lavoro fatto va portato avanti. Per quanto mi sarà possibile darò il mio contributo di opinioni e consigli». Flavia Franzoni ha aderito con entusiasmo alla proposta della Bartolini: già prima del 13 giugno aveva dichiaralo di sostenerla ed aveva promosso a pieni voti il suo programma. «Ricca di servizi e di volontariato, Bologna è il laboratorio ideale per la rcalizzzione di un nuovo welfare», ragiona Flavia, che vorrebbe soprattutto rivitalizzare i consigli di quartieri, come centri di partecipazione dei cittadini. La scesa in campo della signora Prodi fa lievitare le quotazioni di Silvia la rossa che, dopo avere rifiutato l'apparentamento di lista con Rifondazione comunista, ma non i suoi voti, ha scelto di mandare i segnali più forti verso il centro dell'elettorato. Lo ha fatto indicando Flavio Debbono, già assessore al bilancio nella Giunta Vitali, capolista dell'Asinelio, come suo vice sindaco. E sempre dai Democratici arriva un campione del basket molto amato in città, Renato Villalta, scelto come futuro assessore. Mentre Giuseppe Gcrvasio, avvocato ed ex presidente dell'Azione cattolica, candidato dei Popolari alle Europee, rincuora il Ppi dopo la bratta batosta delle urne. Tra i consiglieri del sindaco, anche il sociologo Achille Ardigò, il docente della letteratura dell'infanzia Antonio Faeti e l'imprenditore Lorenzo Sassoli de' Bianchi. Dopo l'appello di Fausto Bertinotti («salviamo Bologna»), ieri è stalo Walter Veltroni a rivolgerei agli elettolri: «Domenica prossima i bolognesi decidendo il loro sindaco, decidono anche se l'Italia potrà ancora contare su Bologna come luogo dell'innovazione della politica italiana». Basterà per far svanire l'incubo di una Bologna governala dalla destra, evocato dal 41,5% ottenuto al primo turno da Giorgio Guazzaloca? In città, circolano pronostici e si fanno scommesse, mentre cresce la febbre del ballottaggio. L'ufficio elettorale è assediato dai cittadini che hanno gettalo via il certificato elettorale dopo il primo voto: 1500 al giorno le richieste di un duplicato. Fedele all'immagine di candidato a 360 gradi, Guazzaloca, dopo avere chiesto ad An e Forza Italia di fare «due passi indietro», lancia messaggi tranquillizzanti: «Nessuno deve avere paura se domenica vmeerò io. Anzi no, devono averla i burocrati e quelli che non hanno voglia di lavorare». Forse oggi presenterà la sua squadra. L'oncologo Franco Pannuti e l'ematologo Sante Tura hanno già accolto il suo invito. Disponibile per un assessorato si è detto anche il poliziotto Giovanni Preziosa, che potrebbe diventare il «ministro degli Interni» di Bologna, in versione centro destra.

Luoghi citati: An, Bologna, Bruxelles, Italia