Governo Ue, nuove grane per Prodi di Francesco Manacorda

Governo Ue, nuove grane per Prodi Governo Ue, nuove grane per Prodi //presidente cerca «donne e democristiani» Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES Donne e democristiani. Ecco l'identikit ideale dei Commissari che Romano Prodi sta cercando per completare il suo esecutivo europeo. Non perché in campo avverso, quello maschile e socialista, manchino i candidati, ina piuttosto per rispettare due vincoli. Il primo, quello di una presenza femminile pari o superiore alla Commissione dimissionaria di Jacques Santer (cinque donne su venti Commissari) se l'è dato lo stesso presidente designato in, nome di un, criterio di equilibrio. Il secondo, invece, rischiano di imporglielo più che altro i risultati delle elezioni europee. Tanto per mettere in chiaro le cose, il presidente del Ppe Wim Martens ha scritto mercoledì a Prodi avvertendolo che «non si tiene abbastanza conto del fatto che, in seguito allo ultime elezioni europee, c'è una nuova maggioranza in seno al Parlamento europeo», cioè quella formata dal Ppe, o che «in certi Stati membri le trattative preliminari per la nomina di eventuali candidati Commissari danno l'impressione che il consenso del nuovo presidente della Commissione sia una pura formalità». La minaccia è evidente: «L'approvazione della nuova Commissione da parte del gruppo Ppe dipenderà dal nuovo equilibrio politico in seno alla Commissione europea, sia nel suo insieme, sia nella distribuzione dei portafogli e delle vicepresidenze». Una posizione dura a cui probabilmente non è estranea nemmeno la scelta degli eletti nella lista dei Democratici guidata da Prodi, di aderire al gruppo liberale dell'Europarlamento, sebbene lo stesso Prodi abbia replicato ieri sera a Martens che la sua Commissione sarà «politicamente equilibrata, in modo da dare rappresentanza alle diverse famiglie europee». Il caso più eclatante a cui il Ppe si riferisce è quello della Germania. Là il Cancelliere Gerhard Schroeder ha deciso di rompere la tradizione che riservava un Commissario al governo e uno all'opposizione, assegnando invece i due posti a Bruxelles a due esponenti della coalizione di governo. In Commissione dovrebbero così finire la verde Mi chaelc Schreyers e il segretario di Stato agli Affari europei, il socialdemocratico Guenther Verheugen. Ma i popolari della Cdu/Csu che da soli hanno eletto 55 eurodeputati, hanno fatto sapere a Prodi che lo «scippo» non gli sta bene: vogliono anche loro un Commissario, così chi rischia di fare le spese della situazione è proprio Verheugen. Intenzionata a rispettare equilibri politici e sessuali appare invece la Francia: come Commissario dell'opposizione dovrebbe restare Yves Thibault de Silguy; accanto a lui ci sarebbe dovuto essere Pascal Lamy, già capo di gabinetto di Jacques Dolore, ma adesso, proprio per avere una donna si punta sulla socialista Frédérique Bredin. Un domo e una donna ha offerto a Prodi anche la Spagna: in quota opposizione c'è l'ex ministro delle Finanze socialista Pedro Solbes, mentre lascia il governo per trasferirsi a Bruxelles Loyola de Palacio, ministro dell'Agricoltura. Decisamente maschilista resta invece la Gran Bretagna: a Bruxelles resterà il laborista Neil Kinnock e arriverà il conservatore Chris Patten. Per l'Italia, invece, l'incognita resta aperta: Mario Monti appare il candidato più probabile alla sua stessa successione, ma se Emma Bonino non avrà una carica internazionale ci sarà un problema in più da risolvere per il governo. Per trovare le sue Commissarie Prodi si è dovuto rivolgere così più che altro ai piccoli Paesi. E infatti la Grecia manda a Bruxelles il sottose- gretario Anna Diamantopolou, la Svezia ha proposto il ministro della Giustizia Lala Freivalds, il primo ministro lussemburghese JeanClaude Juncker ha offerto lunedì scorso una rosa di nomi tutti rigorosamente al femminile: si va dalla popolare Vivianne Reding, al ministro dei Trasporti Mady Delvaux, all'ex ministro degli Esteri Colette Flesch. Per il resto uommi e non democristiani - ad eccezione del popo¬ lare austriaco Franz Fischler - sono i nomi che circolano per la futura Commissione. Se Prodi vorrà aumentare il quoziente di de e di donne, comunque, dovrà fare in fretta. Lui stesso ha detto che vuole la lista dei Commissari pronta per il 9 luglio al massimo. Poi venerdì 16 luglio la sua Commissione ancora virtuale si riunirà per due giorni di riunione in un castello vicino ad Anversa. La lista sarà pronta il 9 luglio Già il 16 primo vertice in un castello ad Anversa Lettera di Martens «I risultati delle Europee impongono una riflessione» Il presidente del Ppe Martens Il presidente incaricato della Commissione europea Romano Prodi