Diluvio d'oro dalla Tecnost di Luigi Grassia

Diluvio d'oro dalla Tecnost Il titolo della società con cui Olivetti ha vinto l'Opas premiato a Milano da un +8% Diluvio d'oro dalla Tecnost Pagati i 36 mila miliardi per Telecom Luigi Grassia MILANO Una pioggia di soldi mai vista. Ieri Colaninno ha pagato le azioni Telecom conferitegli nell'Opus vittoriosa sganciando i previsti 36 mila miliardi in contanti, gonfiati a oltre 60 mila nominali dall'aggiunta dei titoli Tecnost che integravano l'offerta, e il mercato ha risposto all'ultimo dubbio dell'intera operazione-scalata: quanto valgono davvero quelle azioni, che Sommar (di Deutsche Telekom, intervenuto con un progetto alternativo di fusione con Telecom Italia) aveva incautamente definito «spazzatura»? Valgono oro, 6 stato il verdetto, perché a Piazza Affari sono salile dell'8,21 por cento (2,636 euro il prezzo di riferimento, con sospensione per eccesso di rialzo in prossimità della chiusura), beneficiando dell'attesa di una fusione Tecnost-Tolocom e dell'ingresso nel paniere del Mib3() (l'offerta di pubblico acquisto o scambio, ricordiamo, era per ogni azione Telecom di 6,92 euro, cioè 13399 lire, più un'obbligazione e 0,60 ordinarie Tecnost). Le Tecnost hanno anche beneficiato, indirettamente, dolio stesso afflusso di soldi liquidi provocato in Bórsa da Colaninno, perché il «cash» deve pur essere collocato da qualche parte e proprio lì ne e stata convogliata una quota consistente. A Piazza. Affari è andata bene anche Telecom ( -\ 2,76 per cento), con Tim stazionaria HO, 19 per cento) mentre Olivetti ha continuato ieri, come fa da qualche giorno, ad accusare debolezza (-0,48 per cento), cosa che sorprende un po' visto che in teoria la capogruppo dovrebbe marciare appaiata a Tecnost n inoltre beneficiare del probabile ingrosso di nuovi soci nel nucleo di controllo. Uno dei soci «stabili» appena entrati, l'amministratore delegato di Montedison e presidente di Edison Enrico Bondi, ha spiegato ieri l'acquisizione di una quota dell'I,5 per cento di Olivetti dicendo «noi la vediamo come un investimento industriale», con l'obiettivo di far divenire l'azienda energetica una '(imi li ini il il y», cioè un'impresa in grado di fornire più servizi utilizzando le medesime reti distributive. «Noi abbiamo una utility, che fa energia elettrica e gas - ha ricordato - e quindi l'investimento in Olivetti è un tentativo di integrare quello che facciamo con l'energia elettrica e quel che si potrebbe fare in altri settori come le telecomunicazioni. E' un'onda che può portare tantissimi frutti, e lo abbiamo già sperimentato in altri Paesi come Egitto e Grecia. Vedremo che cosa ne esce» ha concluso Bondi, comunque sottolineando che «nel caso del nostro investimento in Olivetti non si può proprio parlare di semplice diversificazione di portafoglio, visto che siamo già in 10 mila business». Ancora su Piazza Affari, ieri è stato confermato ufficialmente che il colosso tedesco delle telecomunicazioni, la Mannesmann, divenuta proprietaria di Infostrada e Omnitel dopo l'uscita di Olivetti (proprio in relazione alla scalata su Telecom) ha deciso di quotarsi anche presso la Borsa di Milano. Lo ha reso noto il ministro delle Comunicazioni, Salvatore Cardinale, che ha avuto un colloquio a Stresa con il presidente della società tedesca, Esser. Con la quotazione della Monnesmann alla Borsa di Milano, ha detto Cardinale, «verrà assicurata ai risparmiatori italiani la possibilità di investire direttamente in questa azienda legata all'Italia. E' un ulteriore passo in avanti per consolidare legami e sinergie finanziarie e industriali utili al Paese». Roberto Colaninno

Persone citate: Bondi, Colaninno, Edison Enrico Bondi, Olivetti, Roberto Colaninno, Salvatore Cardinale

Luoghi citati: Egitto, Grecia, Italia, Milano, Stresa