La luce dei restauri sul regno di Nerone
La luce dei restauri sul regno di Nerone Roma, da oggi sarà visitabile un padiglione della bellissima Domus Aurea La luce dei restauri sul regno di Nerone Liliana Matteo ROMA Il ministro Giovanna Melandri ormai sa a memoria quello che spiegano le guide. E gli ruba la parola, scherzando, quando nell'ennesima visita all'interno della Domus Aurea si ritrova davanti ai valichi aperti fra i crolli e gli interri, fra le volte dell'edificio e le costruzioni soprastanti. Dice: «Da queste "grotte" si calavano i visitatori, scendendo giù carponi. Artisti, curiosi, viaggiatori stranieri. A partire dalla fine del Quattrocento». Scoprivano quell'universo di colori, fantasie sfrenate, eleganze del segno e illogicità del racconto, preziosità dei bianchi accecanti e degli ori, che erano sepolti da secoli e che - chiamate grottesche" avrebbero incantato i pittori del Rinascimento. Scoprivano un'arte dell'edilizia e della decorazione che non aveva precedenti e di cui era stata persa la memoria, cancellata dalla voglia dei posteri di dimenticare tutto quel lusso, lo sperpero e la magnificenza con cui Nerone avevo voluto ''firmare'' la sua residenza imperiale, e il suo regno. Oggi si apre il padiglione che è stato recuperato (32 stanze sulle 150 portate alla luce, 10 mila metri quadrati sugli 80 ettari su cui si estendeva l'intero complesso - dal Palatino al Celio, il Colle Oppio, Velia - con ville, giardini, orti, vigneti e pascoli, animali domestici e selvatici, persino un lago artificiale - su cui sarebbe stato costruito il Colosseo). Tutto qui toglieva e toghe il fiato. L'importanza del sito, leggendario fin dai tempi della sua realizzazione, dal 64 al 68 d.C. L'entità dei lavori per il consolidamento, il recupero, il restauro e le misure contro il pericolo di nuove infiltrazioni d'acqua: 20 anni di cantieri, 10 ditte impegnate, 55 restauratori messi a dura prova da condizioni di temperatura e umidità terribili, un esercito di archeo¬ logi, botanici, chimici, ingegneri, architetti chiamati a risolvere problemi delicatissimi, e l'Acca sponsor eccellente. Scrisse Svetonio: «Tutto era coperto d'oro, ornato di gemme e di conchiglie. Le sale da pranzo avevano soffitti coperti di lastre d'avorio mobili e forate in modo da permettere la caduta di fiori e di profumi. La più importante di esse era circolare e ruotava continuamente, giorno e notte, come la terra (la sala ottagona oggi visitabile? n.d. r.). 1 bagni erano fomiti di acqua marina e solforosa. Quando Nerone inaugurò la casa, se ne mostrò soddisfatto e disse che infine cominciava ad abitare in una casa degna di un uomo». Sarebbe morto poco dopo. I saloni, il ninfeo, le alte volte affrescate, i soffitti dipinti, il letto delle fontane, gli stucchi aggettanti non rinviano più i bagliori d'oro che incantavano un tempo. Sono state asportati i marmi, le lamine d'oro. Sono stati interrati i varchi che mettevano in comunicazione gli interni con l'esterno e dentro facevano correre la luce del giorno. Spesso sono sbiadite le -.cene - ancora perfettamente visibili negli Anni Trenta - che decorano i portali, le comici superiori dei saloni, le nicchie entro cui dovevano trovarsi statue incorniciate da drappeggi forse in tessuto. Ma prepotente è la seduzione che i vuoti e i pieni emanano, quanto è visibile e quanto si può solo immaginare in un luogo come questo dalle dimensioni assolutamente straordinarie: con una facciata larga come il Louvre di Luigi XIV; un atrio dove aveva posto la statua bronzea dell'imperatore alta 35 metri e che lo raffigurava come un dio Sole, nudo, con una corona in testa composta da 7 raggi lunghi ciascuno 6 metri; e porticati, cortili, mosaici, il reticolo infinito delle invenzioni pittoriche del grande Fibullo Che - scrisse Plinio il Vecchio - «dipingeva poche ore al giorno, ma anche questo con solennità, sempre vestito in toga, anche sulle impalcature». Seduttivo e misterioso, il padiglione in cui da oggi si entra. Non era destinato ad abitazione. Forse serviva per gli ozi e i divertimenti, per ricevere e stupire gli ospiti. O chissà - per esporre le opere d'arte che l'imperatore collezionava facendo razzie - da par suo - nei paesi del Mediterraneo e dell'Asia Minore? Saranno messe a disposizione del pubblico trentadue stanze L'aula ottagonale della Domus Aurea, la reggia musco sotterranea di Nerone
Persone citate: Giovanna Melandri, Luigi Xiv, Nerone, Nerone Liliana Matteo
Luoghi citati: Asia Minore, Roma
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