Montedison risarcisce Longarone
Montedison risarcisce Longarone PerilVajont Montedison risarcisce Longarone L0NGAR0NE La sera del 9 ottobre 1963 Longarone finiva travolto da una massa d'acqua di 23 milioni di metri cubi, che spazzava via il paese e causava duemila vittime. Trentasei anni dopo il disastro del Vajont, il Comune dell'alta valle del Piave e la Montedison segnano una tappa importante della vicenda, con la firma della transazione che chiude la vertenza civile tra le due parti e porta nelle casse comunali 77 minareti e 300 milioni di risarcimento. Una tappa tuttavia, perchè la vicenda giudiziaria che riguarda tutti gli aspetti della vicenda non è ancora conclusa. Allora, nel 1963, tutto ebbe- inizio in pochi secondi: dai 20 ai 40 perchè la frana, caduta dal monte Toc che sovrasta la diga, piombasse a 90 chilometri l'ora nelle acque dell'invaso, sollevando 50 milioni di metri cubi d'acqua in aria per 200 metri, con un'energia stimata due volte quella dell'atomica su Hiroshima. Dopo aver urtato la sponda opposta si divise in due, e una parte scavalcò la diga e si riversò su Longarone. Negli anni successivi non state sufficienti almeno sette sentenze di carattere generale per arrivare a una soluzione: tre penali (l'ultima del '71 in Cassazione), e quattro civili. Come ha spiegato l'avvocato della Montedison, Nicola Walter Palmieri, deve essere ancora definita tra i responsabili civili della tragedia, Montedison, Enel e pubblica arnministrazione, la 'ripartizione dei danni e il loro ammontare, che di soli risarcimente vale 7- 800 miliardi di lire dei giorni nostri. La questione pende davanti al Tribunale di Venezia, complicata dall'accordo del '69 tra il Comune di Longarone e l'Enel che sollevò l'ente elettrico da altre responsabilità. Ma, anche se l'Enel ha dotto che la questione non la riguarda più, sarebbero in corso contatti informali tra le parti, dice l'ex sindaco del Comune bellunese, Gioachino Bratti (uno dei superstiti del '63), per arrivare anche in questo caso a una transazione. I Comuni vicini di Castellavazzo, Erto e Casso, hanno anche loro in corso, tra Cassazione e Corte d'appello, altre cause civili, che si uniscono ad una mezza dozzina di altri procedimenti, ultimi 'rivoli della complessa vicenda. «Ma quello di oggi è un momento di pace - dice l'amministratore del gruppo Montedison, Enrico Bondi e l'intesa di oggi va al di là delle cifre. La società non ha responsabilità materiali nella vicenda, ma ha voluto soddisfare un'esigenza «anche morale». (m. g. r.l
Persone citate: Enrico Bondi, Gioachino Bratti, Nicola Walter
Luoghi citati: Castellavazzo, Comune Di Longarone, Erto E Casso, Hiroshima, Longarone, Vajont, Venezia
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