Torino laboratorio di alleanze di Maurizio Tropeano

Torino laboratorio di alleanze Il ballottaggio per la Provincia si giocherà sulla tenuta degli accordi centrodestra-Carroccio Torino laboratorio di alleanze E tra Bresso e Ferrerò si andrà al fotofinish Maurizio Tropeano__ TORINO PER amministrare bene il Piemonte non serve la sfera di cristallo ma la forza della ragione e del cuore». E' il messaggio che Mercedes Bresso, presidente uscente della Provincia di Torino, affida ai suoi spot elettorali. Chissà quanto avrebbe pagato la professoressa universitaria di Economia perché le capacità divinatorie di quella sfera magica, di zingaresca memoria tv o, ancora meglio, le trattative politiche condotte dai segretari del centro-sinistra, avessero in qualche modo predetto e bloccato il colpo à sorpresa della Lega Nord: il ritorno dell'alien za tra gli uomini di Bossi e quelli del Polo. La conseguenza? Devastante, soprattutto per la sinistra. I Ds adesso rischiano di perdere il governo della Provincia (4 anni fa molti voti leghisti finirono proprio alla Bresso nonostante l'invito del senatur ad andare al mare) e in prospettiva futura anche quello della città di Torino. Vi ricord^ta%hit«(pda-^ra'Valentino Castellani e Raffaele Costa persa due anni da quest'ultimo per meno di quattromila voti? Bene con il 6,4 per cento e i suoi settantamila voti la Lega può fare la differenza. E che differenza. Anche in vista della sfida per le Regionali del 2000. Così Domenico Cornino, capogruppo alla Camera dèi Carroccio, segretario nazionale del Piemonte, prova a gettare acqua sul fuoco. Parla di «scelta tattica per scalzare i centri di potere attualmente dominanti», e Roberto Rosso, segretario torinese, precisa: «Il problema, è scardinare il potere burocratico della sinistra che si manifesta nell'accoppiata Bresso-Castellani». Certo, non tutta la Lega è con¬ vinta. Anzi. Mario Borghezio, ex candidato alla presidenza della Provincia, spiega: «Non sono d'accordo ma non renio contro. A Torino non andrò certo a votare per Mercedes Bresso. Il sottoscritto, da candidato alternativo ai due poh romani continua ad essere coerente con questa scelta frontale». E in questa diversità di vedute che spera la Bresso: «E' provato che le alleanze tra la Lega e il Polo durano meno di sei mesi». Ma Alberto Ferrerò, dottore commercialista al primo impegno in politica, vede in questo esperimento un possibile laboratorio politico nazionale: «Qui l'accordo è nato sulla base di precise intese programmatica. Dunque può durare e spero che, in futuro, dal Piemonte possa estendersi al resto d'Italia. E poi, che dire dell'allenza fallita a;; livello nazionale e locale tra il centro-sinistra e Rifondazione?». Controreplica della Bresso: «Parlano di alleanza per battere una sinistra burocratica. Ma io guido una coalizione ben più ampia che comprende il mondo cattolico e quello ambientalista, quello dei mestieri. Di là ci sono solo un partito-azienda, un partito centralista e nazionalista come An e una Lega più o meno secessionista. Come possono stare insieme?». E che la battaglia di Torino sia nazionale, lo testimonia la parata di big politica in arrivo sotto la Mole. Ieri, Massimo Cacciari e Antonio Di Pietro a sostegno della Bresso. Domani Berlusconi e Casini pro-Ferrerò in un grande teatro e quasi in contemporanea in piazza Veltroni, Rutelli, Cossutta e altri del centro-sinistra. Due giorni fa l'appello pro- Brosso di Romano Prodi perché «le Olimpiadi hanno bisogno di te». T Già, le Olimpiadi invernali del 2006. E' stato proprio nel giorno della vittoria di Torino che il foir-play che fino ad allora aveva dominato la campagna elettorale si è rotto. Una vera e propria guerra sulla paternità della candidatura. E non solo. Ricorda adesso Bresso: «Il mio intervento è nato per evitare che qualcuno immeritatamente si attribuisse meriti non suoi. Voglio solo ricordare che all'epoca della scelta delle candidatura il comitato olimpico regionale era sospeso e sotto inchiesta della magistratura. Dai vertici del Co- ni locale abbiamo ricevuto solo danni». Bresso non lo nomina mai, ma è. evidente il rifinimento al suo avversario. Cosi come è evidente il bersaglio del durissimo attacco che arriva da Antonio Di Pietro nel corso di un comizio a Carmagnola: «Guardate chi sono i due candidati al ballottaggio per la Provincia. Chi tra loro due ha da rendere conto alla giustizia e chi no. Io prima di venire qui mi sono informato, ho fatto verifiche. Per questo appoggio la Bresso». E ancora: «Bisogna scegliere chi può dare affidabilità rispetto alle Olimpiadi. Dunque eleggete persone che sono certe di non fare atti di peculato». Alberto Ferrerò, infatti, era presidente regionale del Coni: si è autosospeso dall'incarico in seguito ad un'inchiesta della magistratura aperta lo scorso ottobre. L'ipotesi di accusa è peculato. Adesso Ferrerò replica: «Lui che ha fatto il pm e ha avuto tanti processi sa bene la differenza tra un'indagine e un rinvio a giudizio. Aspetto con serenità che la magistratura decide. Sono molto sereno. Aggiungo: ci sono tutto le prove perché io possa ritenermi, almeno un pochino, tra i padri putativi della candidatura iniziale a live!lo italiano». Ma la battaglia si combatte anche a suon di spot televisivi. Da quelli «artigianali» confezionati da Ferrerò con''«linguaggio da cittadino vicino alla gente. Li ho pensati insieme a mia moglie» a quelli industriali di Silvio Berlusconi: «La battaglia contro la sinistra non è ancora finita. Continua il 27 giugno». E poi il nome del candidato polista. E così anche la portabandiera del centro-sinistra ha incrementato il budget di spesa al secondo turno: «Più o meno una ventina di milioni». Ferrerò non conosce ancora il costo complessivo dei suoi caroselli politici. Aggiunge Bresso: «E' stata una scelta obbligata visto il totale disinteresse della tv di Stato per la competizione». E Bresso non rinuncia anche agli appelli di sostegno da parto del mondo intellettuale ed economico: da Norberto Bobbio ad Alessandro Galante Garrone; da Vittoria Foa a Giovanna Melandri; e poi Enrico Salza, consigliere d'amministrazione del San Paolo-Imi, a Franzo Grande Stevens a Cornelio Valetto, industriale vicino a Oscar Luigi Scalfaro. E poi sindaci; i segretari della Cgil, quello della Fiom. Fino al cantante ska Oscar degli Statuto n al vignettista Vauro. Ferrerò risponde con accordi politici con altri gruppi ed ex candidati: dai pensionati per l'Europa (valgono 18 mila voti) alle portabandiera del Cdu e del Movimento Federativo Democratico, ai Liberal di Vittorio Sgarbi (1.1 mila preferenze). -Voteranno Bresso i Verdi-Verdi (8944 consensi) - tra i malumori del Sole che ride - e poi anche Meluzzi e l'U.D.eu.R. di Mastet la. Insomma, una corsa all'ultimo voto. E ieri la Bresso si è rivolta agli elettori e ai militanti di Rifondazione Comunista. E dai vertici regionali ò arrivato un messaggio esplicito: «E' necessario sconfiggere il Polo». Ferrerò, invece, ha una preocepuazione: l'astensionismo. «Voglio - spiega - rivolgermi a tutti quelli che si lamentano. A loro dico andate a votare e votate per me. Altrimenti, non lamentatevi più. Il voto è l'unica arma che abbiamo per cambiare il sistema». Di Pietro: bisogna eleggere persone che sono certe di non fere atti di peculato, che non hanno da rendere conto alla giustizia La candidata del centrosinistra «L'asse tra Polo e padani durerà 6 mesi» Il candidato del Polo «Fino ad ora a sfasciarsi 1 è stata l'alleanza con Rifondazione»