Pensioni, i sindacati bocciano D'Alema di Gian Carlo Fossi

Pensioni, i sindacati bocciano D'Alema Ma commercianti e artigiani sono d'accordo. Dalla previdenza tagli per 3000 miliardi Pensioni, i sindacati bocciano D'Alema Upremier sdrammatizza. Cofferati: il welfare non si tocca Gian Carlo Fossi ROMA Spaccatura netta tra governo e imprenditori, da un Iato, e sindacati, dall'altro, sul problema rovente delle pensioni E subito affiora la minaccia di una immediata mobilitazione dei lavoratori e del ricorso in autunno anche ad uno sciopero generale di protesta (lo stesso che fece naufragare l'esecutivo di Silvio Berlusconi) se il presidente del consiglio Massimo D'Ale-ma insisterà nella sfida di anticipare il discorso su una questione già impostata con con tempi ben più lunghi. Il Dpéf da 16 mila miliardi, conferma il ministro del tesoro Giuliano Amato, sarà presentato entro il 30 giugno con le indicazioni essenziali di meno spese (pare, 3 mila dalla previdenza) e meno tasse, riforma dello stato sociale a tutela dei più deboli, rilancio della ripresa e crescita dell occupazione. Non conterrà, quindi, riferimenti espliciti alla qualità degli eventuali risparmi sulle pensioni, tanto meno a come intervenire nuovamente sul nodo «angoscioso» di quelle anzianità, ma per scatenare un vero, putiferio è bastato soltanto sollevare il problema e ventilare alcune ipotesi in due incontri separati, ieri, a Palazzo Chigi tra governo e Confindustria e tra governo e sindacati. D'Alema getta acqua sul fuoco, ma richiama tutù alla responsabilità: «Non abbiamo presentato alcun testo, non abbiamo discusso misure specifiche, il Dpef prevede solo indirizzi di politica econòmica e ù confronto avviato con le parti sociali è certamente utile. D'altro canto, senza una manovra correttiva il rapporto deficit pil nel 2000 sarebbe del 2,2% e gli effetti sarebbero assai preoccupanti». La temperatura è salita vertiginosamente in serata, al termine dell'affollato vortice governosindacati; al quale hanno partecipato sotto la presidenza di D'Alema il vice presidente del conmsiglio Sergio Mattarella, ì ministri del tesoro Amato, delle finanze Vincenzo Visco, del lavoro Cesare Salvi, dell'industria Pierluigi Ber- sani, il sottosegretario alla presidenza Franco Bassanini e una delegazione sindacale guidata dai segretari generali di Cgil Sergio Cofferati, Cisl Sergio D Antoni e Uil Pietro Larizza. I sindacati, infatti, bocciano senza pietà ogni disegno di tagli alla previdenza e più in generale alla spesa sociale, ed aprono un conflitto duro per la prima volta con un governo di centro-sinistra. «Non consideriamo m alcun modo praticabile - afferma Cofferati - ipotesi che portino a una riduzione della spesa sociale a partire dalle pensioni». Incalza D Antoni: «Il Dpf non ci sta bene. Non acceteremo mai un cambiamento dell'ordine del giorno fissato nel patto di Natale, in cui non si parla di pensioni. Comunque, una manovra da 16 miliardi è troppo elevata». Larizza avverte: «Parlare di pensioni può generare solo danni». Il segretario generale della Fiom Piemonte Giorgio Cremaseli! va giù duro: «Su materie di questa portata ci si può solo mobilitare, senza guardare in faccia nessuno: il governo non si illuda di avere un trattamento sindacale di favore rispetto ad esecutivi precedenti». Infine, i sindacati dei pensionati Cgil-Cisl-Uiì ammoniscono: «Si pensi, piuttosto, a colpire le pensioni d'oro». Dal fronte imprenditoriale, invece, arrivano larghi e convinti consensi anche da parte delle categorie dei lavoratori autonomi pur coinvolti nelle ipotesi predisposte dal Tesoro. «Il Dpef commenta il presidente di Confindustria Giorgio Fossa - se andrà avanti così e se sarà confermato dalla finanziaria va nella strada giusta e dovrebbe segnare una svolta anche dal punto di vista della fiducia, che da tempo chiediamo». Plaude a «qualsiasi utile iniziativasulle pensioni» il presidente del Gruppo Fiat Paolo Fresco. Il presidente di Confcommercio Sergio Bilie dà ragione ad Amato ed aggiunge: «Noi abbiamo fatto una scelta coraggiosa, ora tocca al governo fare la sua parte con altrettanto coraggio». Favorevole, ma con alcuni «paletti», il presidente di Confesercenti Marco Venturi. Più cauto il preidente di Confartigianato Ivano Spalanzani: «C'è troppa fretta in materia di revisione delle pensioni». Il governo, comunque, sembra deciso ad andare avanti per la sua strada e a preparare per settembre, in vista del varo della finanziaria 2000, ima proposta operativa che poggia su tre punti: 1) più veloce equiparazione dei trattamenti previdenziali dei dipendenti pubblici a quelli dei privati e un giro di vite su quelle «privilegiate»; 2) abolizione in tre anni a partire dal 2000 delle pensioni di anzianità per gli autonomi (commercianti, artigiani e coltivatori diretti) in cambio della soppressione del divieto di cumulo pensione-reddito da lavoro e di nuovi incentivi fiscali (detrazioni e revisione del meccanismo della D:t per le piccole e medie imprese); 3) anticipo di un anno, cioè al 2000, della prevista verifica con ì sindacati con il fine di inasprire le condizioni per le pensioni di anzianità dei lavoratori privati, salvaguardando quelle degli addetti a lavori usuranti.

Luoghi citati: Fiom Piemonte, Roma