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là h là h Facoltà Umanistiche FORMAZIONE «FLESSIBILE» QUALI sono le ragioni per cui, oggi, un ragazzo o una ragazza che ha appena terminato gli studi della scuola secondaria può e fa bene a iscriversi a una delle facoltà umanistiche, a cominciare da quella più antica di Lettere e Filosofia? Per rispondere a questo interrogativo, che abbiamo sentito anche quest'anno quando ci è capitato di incontrare studenti della scuola media superiore, è necessario sgombrare il campo da alcuni vecchi pregiudizi. Come quello secondo il quale nelle facoltà umanistiche si insegnano soltanto le letterature e Te filologie e non le scienze sociali: al contrario, la peculiarità di quelle facoltà sta proprio nella presenza contemporanea delle une e delle altre. Lo studio delle letterature, incluse quelle comparate, è fondamentale per conoscere le principali civiltà con le quali abbiamo rapporti e lo studio delle relative filologie si pone come uno strumento fondamentale per accedervi. Gli insegnamenti tradizionali delle nostre facoltà, di cui lo studio della civiltà classica e antica costituisce a sua volta un'introduzione essenziale, sono diventati nell'età contemporanea, con la rivoluzione dei trasporti e delle comunicazioni, un sistema di conoscenze indispensabili per uscire dal livello nazionale e per partecipare alla globalizzazione non solo dei traffici e dei capitali ma anche delle persone e delle conoscenze che è uno dei tratti distintivi del nostro tempo. Ma questo non basta più. Le facoltà umanistiche rispondono al bisogno, insieme conoscitivo e professionale, dei giovani che vogliono lavorare nel sistema statale o in quello dell'industria privata se danno loro anche gli strumenti delle moderne scienze sociali: l'economia, la sociologia, l'antropologia, la storia, le teorìe della comunicazione. E' proprio da questo confronto che nasce quella cultura di base moderna e aggiornata che è caratteristica dei nostri laureati e che dà loro la possibilità di inserirsi fruttuosamente, attraverso successive specializzazioni postlaurea, nel mondo del XX e XXI secolo, sia nel campo della direzione che in quello della gestione del personale e delle comunicazioni. Ai laureati delle facoltà umanistiche si apre dunque, accanto alle professioni tradizionali che includono l'insegnamento, il lavoro negli archivi e nelle biblioteche, la possibilità di accedere al giornalismo, all'animazione culturale negli enti locali, alla gestione del personale nelle imprese. Ma, quel che più conta, è la chiarezza di impostazione nel campo dei concetti e delle categorie di conoscenza del mondo attuale che è di per sé uno strumento prezioso per acquisire le tecniche di ogni professione legata alla gestione dei rapporti socia li e umani all'interno del pubblico come del privato. Nel mondo contemporaneo serve sempre di meno una conoscenza tecnica rìgida e chiusa al mutamento, sempre di più una formazione flessibile in grado di adeguarsi ai cambiamenti rivoluzionari che stanno avvenendo in campo scientifico e tecnologico. Da questo punto di vista, le facoltà umanistiche potranno offrire ai giovani un ventaglio di possibilità professionali sempre maggiori, a condizione di mantenere quella compresenza di scienze umane e scienze sociali che caratterizza oggi, ad esempio, proprio le nostre facoltà di Lettere e Filosofia in grandi sedi come Torino, Milano, Napoli, Bologna, Pisa, Catania e in sedi più piccole e avanzate come Trento, Siena, Potenza. Nicola Tra ritaglia SOMMARIO Lettere pg> 77 Ungue As- 79 e Letterature straniere Scienze delta pg 80 formazione Psicologia pg.81
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