BORGO PO, COME UN PICCOLO PAESE
BORGO PO, COME UN PICCOLO PAESE BORGO PO, COME UN PICCOLO PAESE Giovanni Ramonda, classe 1940, è nato e vissuto in Borgo Po, ma da dopo la pensione sta a Rorà, in alta vai Pollice. «Borgo Po - racconta - è un posto unico di Torino, lo è sempre stato. Il borgo, non quartiere, è sempre stato differente da tutti gli altri posti di Torino, perche è come un paesino con una vita autonoma. Piazza Gran Madre ne è il centro, dove la domenica mattina gli abitanti del borgo (e oggi non solo quelli), si ritrovano. In piazza c'è di tutto, i bar, le pasticcerìe, la farmacia, il tabaccaio...Ma la via che rende unico il borgo è via Monferrato, la via commerciale per eccellenza. Ricordo benissimo che nel primo dopoguerra i negozi della via erano il luogo dove tutte le donne del borgo di ogni ceto sociale, si ritrovavano a far la spesa, da quelle che abitavano nelle case vecchie della piazza e della via Monferrato, a quelle che abitavano più in su, in via Villa della regina, nelle case più belle di via Romani, via Moncalvo e più su fin nell'alta collina. Sulla piazza, oltre i bar che ancora esistono, e ho notato con piacere che uno di questi è tornato all'antica denominazione, vi era un'osterìa detta Del Peso, perchè sul lato destro della piazza c'era il peso pubblico, e all'an- golo con via Villa della Regina, una latterìa-gelateria. In via La n - franchi invece, quello che oggi è «gli Imbianchini», un locale «in», era semplicemente la sede della Corale Borgo Po. Sul lato sinistro della piazza faceva capolinea il tram numero 4, poi negli anni sessanta il capolinea fu spostato cui lato destro, mentre in via Villa della Regina, s'inerpicava il numero 20. Allora sui tram c'era- no il manovratore e il bigliettaio che oltre a vendere i biglietti, scendeva dalla vettura ogni volta che bisognava azionare uno scambio. Lo scambio era dotato di una maniglia che bisognava tirare verso 1 alto oppure in altri posti bisognava azionarlo con un apposita paletta di ferro che era in dotazione a tutti i tram. Il servizio del «4» e del «20» cessava ade otto di sera e noi ragazzini del borgo spesso e volentieri dopo tale ora riempivamo l'incavo dove era alloggiata la maniglia dello scambio .con cemento a pronta presa, oppure con sterco di cavallo e poi al mattino seguente sentivamo le imprecazioni dei tramvieri. Nel borgo poi vi erano alcuni personaggi, alcuni divenuti famosi altri certamente molto estrosi. Fra i famosi si possono citare gli scultori Alloati e Mino Rosso, lo scrittore Carlo Frutterò, il giornalista Giancarlo Fusco, lo studioso del paranormale Rol. Ma io ricordo un personaggio particolarmente fuori dal normale: si chiamava Cavallini, ed era un pittore specialista nel restauro di affreschi nelle chiese e nelle ville. E circolava con una bicicletta che aveva al posto del manubrio il volante di una Balilla. Vi assicuro che andarci sopra era veramente difficile». Il sagrato della della GnmMadre . . . ... \Joto Adolfo Bodo)
Persone citate: Adolfo Bodo, Alloati, Carlo Frutterò, Cavallini, Del Peso, Giancarlo Fusco, Giovanni Ramonda, Mino Rosso, Pollice, Rol
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