k APRE ALLA GRANDE di Sergio Trombetta

k APRE ALLA GRANDE k APRE ALLA GRANDE La musica, il cinema italiano da sempre sono punti di riferimento di Maurice Béjart, sublime viandante di diverse culture. Pollini e Pasolini sono tornati spesso nei suoi balletti come la musica di Nino Rota che è nuovamente al centro di un suo spettacolo: «Un bacio per Nino» apre il 18 giugno, alle 21,30, (replica il 19) la ventunesima edizione del Festival Asti Teatro. E' una prima mondiale che Béjart regala al Festival ed è presentata dal Rudra Béjart, la compagnia formata dagli allievi della scuola, il Rudra, appunto, che Béjart ha aperto a Losanna poco dopo esservisi installato con la sua compagnia, il Béjart Ballet Lausanne. Ma non è soltanto una scuola, il Rudra, è una fucina di artisti che sempre più spesso il coreografo chiama a danzare insieme alla propria compagnia: è successo, per esempio, la scorsa stagione con la ripresa del «Sacre du Printemps» presentato anche ài Teatro Regio, durante TorinoDanza. L'apertura da parte del Rudra riveste particolare importanza poiché è nelle intenzioni di Asti Teatro e di Béjart fare del Festival la residenza italiana della compagnia. E se Béjart si è guadagnato i galloni di mito della danza del secondo 900, è dedicata a un mito della prima metà del secolo «Nijinsky» lo spettacolo con Pino Censi, regia dello stesso Censi, in programma il 20 giugno, alle 21,30 nella Chiesa di San Michele, e basato sui diari del grande danzatore russo. Una vicenda grandiosa e tragica quella di Nijinsky: per non più di quindici anni fu idolo delle platee di mezzo mondo, osannato, idolatrato per la sua danza sensuale e magnetica, e poi per lunghissimi anni internato in una casa di cura per malati mentali. Anni in cui scrive i suoi diari dove la follia si coniuga alla grandezza e di cui solo recentemente è stata pubblicata la versione non censurata dalla moglie Romola De Pulsky. Sergio Trombetta (foto: nel titolo, il Rudra; a destra, in alto, Giancarlo Zanetti, a fianco Bisogno e Floris; sotto, Censi, Zampolli, Berkoff e Teevan)

Luoghi citati: Asti, Losanna