Kosovo, due agguati agli italiani

Kosovo, due agguati agli italiani Nella notte: trovata una mitragliatrice, gli attentatori riescono a dileguarsi Kosovo, due agguati agli italiani I soldati rispondono alfuoco, nessunferito Francesco Grlgnetti inviato a PEC Doppio agguato agli italiani nella notte. Questa volta non ci sono dubbi: gli italiani sono nel mirino. Hanno sparato con una mitragliatrice contro una pattuglia di dodici bersaglieri, che viaggiava nella notte tra domenica e lunedì a bordo di tre mezzi blindati. I soldati si sono precipitati fuori dai blindati, hanno reagito sparando contro le ombre che intravedevano a malapena, si sono catapultati all'attacco. Hanno trovato solo un mitra abbandonato in terra, Poco distante - la strada era la stessa dell'imboscata contro l'altro autoblindo, dalle parti di Klima - c'era una casa abitata da una famiglia di cinque persone terrorizzate. Per fortuna, l'episodio si è risolto con una gran paura e nessun ferito. Il secondo episodio si è registrato alla periferia di Pec, il capoluogo della zona, la stessa notte. Lnttendamento dell'artiglieria, di supporto alla brigata Garibaldi, è entrato in allarme per alcuni colpi di fucile. Le sentinelle, ben sistemate dietro i ripari e i sacchetti di sabbia, hanno risposto al fuoco. Anche questa volta, molta agitazione ma nessun ferito. Da ieri sera è evidente che le difese intorno alle basi italiane sono state rafforzate. Il comando della brigata non si affida più solo a reticolati, blindati e sentinelle all'ingresso. Ci sono bersaglieri di pattuglia dietro molti angoli di case, disseminati in un perimetro abbastanza vasto. Una difesa allargata. Chi è cho sta attaccando gli italiani? Non c'ò nessuna certezza. Ma è facile immaginare che frange «dure» dell'Uck, che stanno maldigerendo gli accordi per la smilitarizzazione, potrebbero cercare l'episodio eclatante. Anche il «protettorato» che c'è nei fatti sul. Kosovo, da parte della Nato, è malvisto da diversi estremisti albanesi che vorrebbero un'immediata indipendenza e riunificazione con i «fratelli albanesi». E non manca, tra l'Uck, chi teorizza che la guerra è tutt'altro che finita, trovandosi città a popolazione albanese in Macedonia e in Montenegro «ancora da liberare». E' il sogno della «Grande Albania» che torna spesso nei loro discorsi. E' troppo presto, naturalmen¬ te, per dire che la situazione di Pec sta diventata incandescente. Però è chiaro che l'impegno del contingente italiano - a difesa dei civili albanesi come di quelli serbi - non piace troppo. La linea di equidistanza seguita dal generale Mauro Del Vecchio negli ultimi giorni era stata contestata sia dal metropolita ortodosso Amphilokios, sia dal comandante dell'Uck, Ceku. Il rientro degli sfollati serbi, in particolare, aveva mandato su tutte le furie il comandante dei guerriglieri. Quandoaveva sapu¬ to che gli italiani, in accordo con il governo di Belgrado che aveva mandato qui in avanscoperta un ministro, si apprestava a far rientrare parte della popolazione serba, Ceku si era presentato imbufalito al comando italiano. Nella notte il generale Del Vecchio aveva organizzato un incontro tra il metropolita e il comandante albanese:. Quest'ultimo non si era più opposto al rientro dei civili serbi. Ma aveva posto sul piatto della bilancia il rientro anche dei prigionieri albanesi. E non a caso, forse, ieri pomeriggio il prelato, uscendo dall'ennesimo incontro con gli ufficiali italiani, diceva: «A Pec sono scomparsi almeno 30 cittadini serbi. Rapiti. Io temo che siano morti e non ho il coraggio di dirlo alle madri. Ma forse sono ostaggi. Non penso per soldi». Poi ha aggiunto. «Lo spirito maligno si è impadronito di Pec. All'origine di tutto c'è un nazionalismo esaltato, tanto da parte degli albanesi quanto dei serbi ». E comunque di piccoli episodi di tensione se ne registrano in continuazione. Ieri pomeriggio una pattuglia dei reparti speciali italiani e andata a recuperare una famiglia di serbi barricati in casa. Tutt'intorno c'erano albanesi armati in cerca di vendetta. I commando italiani si sono presentati con un paio di blindati, con un prete ortodosso camuffato da soldato, che è entrato in casa con loro, ha tranquillizzato i quattro serbi e li ha portati via con gli italiani. Anche loro, nell'antico monastero dove le pattuglie italiane stazionano in permanenza. Una donna serba salvata dai militari italiani dalla sua casa assediata dai guerriglieri a Pec

Persone citate: Ceku, Del Vecchio, Klima, Mauro Del Vecchio

Luoghi citati: Albania, Belgrado, Kosovo, Macedonia, Montenegro