Del Turco: «Non mi dimetto»
Del Turco: «Non mi dimetto» I Ds criticano duramente il presidente della Commissione antimafia Del Turco: «Non mi dimetto» La maggioranza spaccata sui pentiti ROMA «Questo palazzo ha già visto l'abiura di Galileo, non avrà anche la mia...». Nel salone di San Maculo, il presidente della Commissione Antimafia Ottaviano Del Turco parla a una platea divisa, con il Polo che lo applaude e (quasi) tutta la maggioranza a chiedere infuriata le sue dimissioni. Del Turco, di fronte alla commissione riunita nell'assemblea plenaria, non cambia posizione. Anzi, di fronte alle richieste di chiarimenti, conferma punto per punto i contenuti della sua contestata intervista al «Corriere della Sera»: i pm permettono ai pentiti di mafia di «calunniare i politici», perché è sui politici che si concentra il loro interesse. Durante il suo intervento, i commissari di maggioranza distribuiscono un documento di pesante critica nei suoi confronti. «Non avendo niente di sensato da dire nel merito - commenta il leader dello Sdi Enrico Bosetti si cerca di risolvere la questione tappando la bocca al presidente». Del Turco avrebbe voluto chiudere la giornata con una richiesta ufficiale di intervento a Ciampi, ma il documento della maggioranza (firmato anche dal vicepresidente Nichi Vendola, di Rifondazione, e dal leghista Luigi Peruzzotti) lo blocca: cambiare in corsa l'argomento della seduta sarebbe «grave e inaccettabile». Di conseguenza, «il presi- dente non può chiedere alcun avallo per le proprie sentenze, per le richieste da lui avanzate alle massime cariche dello Stato». Una sconfessione totale, che sfocia in un'informale richiesta di dimissioni, firmata Ds: «Viste le pesanti critiche della maggioranza che lo ha eletto, dovrebbe trarre le logiche conseguenze», attacca il senatore Alessandro Pardini. «Del Turco - aggiunge il capogruppo Fabio Mussi - sta trasformando il presidente della Commissione Antimafia in un "giudice quarto" che interviene sui processi in corso...». Nei corridoi di San Maculo circolano i nomi dei possibili successori di Del Turco: si va dal diessino Giuseppe Lumia, primo firmatario del documento, al democratico Giuseppe Gambale. Ma nel pomeriggio, dentro la Quercia, qualcuno prende le di¬ stanze. Guido Calvi, dal palco, si dissocia dal documento di Lumia. E non è il solo: «Questo è un contenzioso inopportuno. Bisognerebbe lavorare piuttosto sulla qualità delle investigazioni...», dice la vicepresidente del Senato Ersilia Salvato. Frenano anche mastelli ani e Ppi: «Chiedere le dimissioni di Del Turco è aberrante», spiega Giuseppe Scozzali, il capogruppo dei popolari nella Commissione, che pure in mattinata aveva firmato il documento di Lumia. Il Polo, invece, è compatto. «La sinistra ormai è serva delle procure eversive e manettare», tuona l'ex guardasigilli Filippo Mancuso. «Sono i Ds a doversi dimettere, non Del Turco - aggiunge il responsabile Giustizia di An, Alfredo Mantovano -. Sono stati loro a bloccare la riforma della legge sui pentiti...». Mentre i suoi colleghi Lo Presti, Fregala e Simeone parlano senza mezzi termini di un «messaggio» lanciato al centroestra, «testimone del disagio dei socialisti in questa maggioranza egemonizzata dai Ds...». La commissione tornerà a riunirsi mercoledì prossimo. Nell'attesa, Del Turco non ha alcuna intenzione di andarsene: «Le dimissioni non sono neppure previste al regolamento - spiega -. Mussi? Se questa commissione non si occupa dell'uso distorto dei pentiti di mafia, allora rischia di non avere una funzione. E io penso invece che la debba avere». [g tib.ì Ottaviano Del Turco presidente dell'Antimafia
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