Riforme, offerta di Veltroni al Polo di Aldo Cazzullo

Riforme, offerta di Veltroni al Polo Riforme, offerta di Veltroni al Polo Il Ppi: sì all'assemblea dei deputati dell'Ulivo Aldo Cazzullo ROMA Gianfranco Fini, Walter Veltroni e Franco Marini si lanciano in un certamen di encomi al libro di Bruno Vespa II superpresidente (Marini: «L'ho letto tutto, fino all'ultima paginu, cosa che non luccio mai con gli altri saggi che presento»; Fini: «Se lei non facesse i libri non sapremmo quel che è successo»; Veltroni: «Un libro da fast-food», che dotto da un amaricnnofilo è un complimento), svelano irrinunciabili notizie sulle loro scelte enogastronomiche nei giorni della corsa al Colle (Marini: «Sì, il mercoledì primu del voto ho mangiato salame e bevuto vino abruzzese in casa mia, con due amici»; Veltroni: «Credo die alla cena del 13 mar/o, quando vennero fuori i nomi di Ciampi e Jervolino, si sia mangiato arrosto; anche perché mia moglie fu sempre l'arrosto»), fumano accanitamente (Fini le 9ue Merit, Marini la pipa) all'ombra del cartello «Violato fumare», spargono sale sulle piaghe del segretario Ppi («e va bene, riconosco che fino a due giorni prima oro convinto che Rosa ce lu facesse, mu ora per cortesia parliamo d'altro»). Poi, però, lasciano cadere < ina lehe sognale sullo prossime scadenze politiche. Marini accoglie la proposta di Veltroni di un'ussombleu dei deputali del centro-sinistra. Il leader Ds definisce la riforma della legge elettorale un'«emergonza», o offro all'opposizione un tavolo comune por riscriverla. Fini apre all'ipotesi del promierato: «Noi restiamo presidenzialisli, ma so passa una linea per cui il premier non viene "sussurrato", come ironizza' Cossiga, ma indicato sulla scheda, entra in carica senza necessità di voti di fiducia in Parlamento e si sottopone alla verifica delle urne in caso di caduta, beh, allora non ci tireremo indietro». «Si può fare», è la risposta di Veltroni e Marini. Che si dice pronto anche allo riforma elettorale e olla ricerca di una «forma di raccordo per ridurre la frammentazione tra le forze di centro». Veltroni esordisce con una citazione dotta - «di questo passo le riforme appariranno alla gente'come a Fan tozzi la Corazzata Potiomkin* -, invita D'Alema o Prodi a «incontrarsi, parlarsi», insomma non litigare più «per il bene del Paese», e propone al Polo un patto per una nuova legge elettorale: «Quella al- tuule non funziona, visto che le coalizioni vincitrici nel '94 e nel '96 non hanno retto. Abbiamo assistito allo spettacolo di 170 depututi che cambiavano partito, e del gruppo misto che diventava il secondo in Parla¬ mento. Senza la stabilità del governo centrale e di quelli regionali, l'Italia rischia di non forcola. Siamo entrati in Europa, ma possiamo anche uscirci. Ali estero ci considerano sorvegliati speciali, e già siamo lì lì per ricadere noi nostri vecchi vizi». D segretario Ds suggerisce di «lavorarci per venti giorni, maggioranza e opposizione, scrivere un documento con le cose che vogliamo fare col metodo dell'articolo 138, e cominciare a votare». Da lì a poco, lo agenzie di stampa batteranno la risposta di Silvio Berlusconi: «Se prima la sinistra va a Damasco, come ha fatto san Paolo, e viene giù un fulmine che le cambia la testa, noi possiamo sederci anche a un tavolo; ma se rosta statalista, dirigista e forcaiolo, non c'è niente da fare». In solo, Marini si dice invece disponibile (senza entusiasmi) a riaprire il confronto, partendo dal testo Amato approvato dal Consiglio dei ministri. Firn mostra di condividere l'allarme - «queste Europee rivelano i danni irreversibili del proporzionale, che scateno la competizione all'interno dei Poh più che tra i due schieramenti» -, ma è scettico sul metodo dell'articolo 138, «che non consente una visione d'insieme. E poiché la Bicamerale è fallita e la Costituente la vogliamo in pochi, non resta che ricominciare a raccogliere le firme per il referendum». Dopo essere tornato su alcuni retroscena dell'elezione di Ciampi, ricostruiti nel libro che la Mondadori ha mandato in libreria in tempi-record, Vespa infila l'ultima domanda: dove preferireste vincere domenica? Veltroni a Bologna, Marini a Milano, Fini in Sardegna, dove il Polo è allargato a Segni. «Ma non fate ironie. Nella mia vita mi sono innamorato una volta sola. E non di Mariotto». Walter Veltroni, leader del ds

Luoghi citati: Bologna, Damasco, Europa, Italia, Milano, Roma, San Paolo, Sardegna