SOLDATI E IL PRETE CHE NON CREDEVA PIÙ
SOLDATI E IL PRETE CHE NON CREDEVA PIÙ UNO STRANO INCONTRO SOLDATI E IL PRETE CHE NON CREDEVA PIÙ Leonardo Zetja SE un prete park di Soldati a tre giorni dalla sua morte, subito si sente odore di conversione all'ultimo minuto. Non è il mio caso. Di lui voglio invece ricordare uno strano incontro, avvenuto a Milano una quindicina di anni fa. Eravamo entrambi nella giuria di un premio giornalistico a sfondo alimentare-culinario, io per dovere di ufficio, Soldati - che della giuria era presidente per la fama di intenditore e gourmet, che lo perseguitava dopo quel suo fortunato viaggio televisivo nelle terre del Po alla ricerca di cibi genuini. Era la sera della proclamazione dei vincitori e lui si trovò-in un angolo della grande sala, schiacciato dalla folla di invitati in attesa del solito rituale dei premi. Soldati sbuffava, protestava, imprecava senza ritegno, sia per la confusione, sia perché gli pareva che gli organizzatori poco si curassero di lui. Finché non mi intravide nella ressa e subito mi intimò, roteando minacciosamente il toscano acceso: «Vieni qua a sederti vicino a me, almeno si potrà parlare di qualcosa di serio, e forse bestemmierò un po' meno». In realtà si servì di me per muoversi verso la tavola imbandita e monopolizzare la conversazione. Con la scusa del prete amico, ci ammannì una serie di storielle e battute, divertenti, feroci, provocanti, come solo lui sapeva fare. Rigirava le parole con l'abilità di un giocoliere, felice di sorprendere e incantare soprattutto il pubblico femminile. A un certo punto si fermò-e. si volse verso di me mormorando: «Ho per le mani un racconto che non so come concludere. Cèdi mezzo un prete in crisi, che non ha problemi di carne ma di fede. Insomma, non ci crede più. Tu che ne dici, come andrà a finire? Pensaci e fammi sapere». Ci rivedemmo dopo un po' a Tellaro e subito mi bloccò: «Ci hai pensato?». Gli risposi non senza imbarazzo che secondo me doveva lasciar perdere. Il cuore di un prete che non ci crede più è peggio di un vaso di Pandora gli dissi - meglio non scoperchiarlo. Non se ne parlò più, ma non posso dimenticare il suo sguardo indagatore su di me, quasi a domandarmi: «Ma tu almeno ci credi?».
Persone citate: Leonardo Zetja, Soldati
Luoghi citati: Milano
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