Trappola esplosiva per i gurkha di Francesco Grignetti

Trappola esplosiva per i gurkha Thaqi firma il disarmo dell'Uck, Clinton lo chiama per complimentarsi Trappola esplosiva per i gurkha Mina uccide 2 britannici Francesco Grignetti invialo a PEC E' arrivata la pace. Ma anche i primi morti nel contingente di pace. Due fucilieri Gurkha di un reggimento britannico sono rimasti uccisi per l'esplosione di una trappola all'interno di una scuola. Con loro sono morti due civili kosovari e un terzo è seriamente ferito. L'incidente è avvenuto a Negrovce, un piccolo villaggio a ovest di Pristina. I due soldati, esperti sminatori, erano stati chiamati a bonificare un edificio pubblico che apparentemente era in buone condizioni, la trappola è scattata all'apertura di una porta, Il Kosovo dovrà vivere a lungo con l'incubo degli esplosivi. Il territorio è zeppo di bombe, proiettili abbandonati, armi. E di trappole mortali. Due giorni fa l'organizzazione internazionale Msf, Medici Senza Frontiere, denunciava che erano arrivati all'ospedale di Pristina ben sette persone, dai 16 ai 60 anni, gravemente ferite per l'esplosione di trappole esplosive. Chi era rimasto vittima aprendo una finestra, chi muovendo un rastrello, chi spingendo il cancello di casa. Non a caso, la bonifica dei campi minati è uno dei primi punti nell'accordo militare firmato con gli jugoslavi e in quello firmato ieri con l'Uck. Le trattative tra la Nato e il comandante dei guerriglieri indipendentisti, Agim Thaqi, si sono concluse ieri. L'esercito indipendentista si impegna a cessare ogni azione militare e rappresaglie contro i civili sorbi, per i prossimi trenta giorni è autorizzato a portare lo pistole, entro tre mesi dovrà chiudere nei depositi le armi, lasciare lo divise e rientrare nella vita civile. Thaqi si è impegnato a difendere i civili serbi dalle violenze. Dopo la sigla, il leader dell'Uck ha ricevuto una telefonata di congratulazioni di Clinton. Ma già si vedono le prime spaccature tra i' vincenti. Bujar Bukoshi, l'altro leader dell'Uck, proprio ieri diceva: «Il legittimo rappresentante del governo kosovaro in esilio sono io». E se alcuni miliziani, come segno di buona volontà, hanno cominciato a consegnare le armi - ieri pomeriggio è accaduto a Dakovica, in una caserma occupata da italiani - altri recalcitrano. Soprattutto quelli che portano la divisa nera dei «reparti speciali». Gente dalla faccia poco raccomandabile. Per questi ultimi la guerra non è ancora finita. E forse non finirà mai. Si temono incidenti ora che anche i profughi serbi iniziano a tornare. Il governo di Milosevic li incoraggia. Ieri mattina una colonna blindata italiana è andata al confine a prendere i primi. Una trentina di macchine, settanta cittadini di Pec. In testa c'era il ministro della Giustizia, Zivota Cosic: «Questi serbi sono dei patrioti che vogliono tornare nelle loro abitazioni». Neanche una parola sul disastro delle case albanesi. Sotto gli occhi del generale Del Vecchio, intanto, i carabinieri hanno cominciato a perquisire auto e persone. Ed è saltato fuori di tutto. Nonostante gii accordi, infatti, c'erano pistole, bombe a mano, kalashnikov, fucili di precisione. La distinta signora Drude, sui cinquant'anni circa, vestita di nero, con collana e borsetta, ha cominciato a protestare perché i carabinieri le avevano requisito un pistolone e diversi caricatori. Erano in tre nella sua Renault 5 rossa. Madre, figlio e nonno. Con tre pistole. Un attimo prima, scenetta grottesca di un anziano signore dentro un'auto mezza sfondata. Porta armi? «Nooo». Da sotto un televisore escono fuori un coltello, un fucile di precisione, proiettili, una bomba a mano e una pistola. «La bomba a mano me la potete restituire, almeno?», Il generale Del Vecchio: «Ditegli che la prossima volta lo arrestiamo». Tra i «patrioti» serbi c'è di tutto. Poveri vecchi che hanno paura di perdere la casa. Famiglie. Qualcuno con l'aria truce. Lo riconoscono. Ma tu non eri un para in ilitare? «Ero volontario di polizia. Torno per recuperare i corpi due miei amici uccisi dall'Uck. Milosevic ci ha traditi. A noi civili ci ha abbandonati senza esercito e senza polizia». Sarà davvero difficile la convivenza tra i due gruppi etnici, lì generale Del Vecchio ne è cosciente. «Questi arrivi modificano indubbiamente la situazione. Ma è importante garantire entrambe le parti. Certo, aumentano i nostri compiti». Tra i quali compiti c'è anche l'individuazione delle fosse comuni. Ne hanno trovata una nei dintorni di Dakovica, in una cava di pietrisco, dove possono essere sepolti cento o anche duecento kosovari. Si vedono affiorare ossa di adulti e di bambini. I militari della Nato stavano bonificando una scuola vicino a Pristina quando è saltato un ordigno Morti anche due civili, un altro ferito I bersaglieri hanno accolto alla frontiera con il Montenegro le prime colonne di serbi diretti alle loro case: molti sono stati disarmati □ □ □ □ Immediato cessate il fuoco Fina di qualsiasi atto ostile (uso di armi da fuoco, esplosivi, collocazione di mine, attacchi ai civili, rappresaglie) Blocco di ogni movimento di truppe ai confini con i Paesi vicini Istituzione di una commissione mista Kfor-Uck di verifica In 4 giorni: chiusura di tutti i posti di blocco, basi di combattimento e trincee e denuncia dei campi minati f In 7 giorni: consegna di tutte le armi di grosso calibro da collocare in siti dichiarati, neutralizzazione delle mino, abbandono delle postazioni In 30 giorni: disarmo completo (i volontari stranieri e i mercenari dovranno lasciare il Kosovo) In 90 giorni: fine dello smilitarizzazione. I ribelli non potranno più indossare le divise con le proprie insegne

Luoghi citati: Kosovo, Montenegro