«Non ricostruiremo la Serbia » di Andrea Di Robilant

«Non ricostruiremo la Serbia » «Non ricostruiremo la Serbia » Clinton: fondi solo per l'energia elettrica Andrea di Robilant inviato a LUBIANA Alcune centrali elettriche sì, ma ponti e strade no. All'indomani del vertice G8, Bill Clinton ha precisato la posizione americana sulia ricostruzione della Serbia fino a quando Slobodan Milosevic rimarrà al potere. E ha invitato i serbi a sbarazzarsi di un regime «omicida» per partecipare alla rinascita della regione. Il Presidente, che arriverà stasera ad Aviario, ha tracciato una linea piuttosto netta tra aiuti leciti e illeciti. «Se i serbi vogliono tenersi Milosevic», ha detto a Bonn prima di imbarcarsi per la Slovenia, «è comunque importante che quest'inverno non muoiano di freddo e che i loro ospedali funzionino. Nasceranno bambini, ci saranno malati. Insomma, avranno bisogno di energia elettrica. Ma per quanto riguarda la ricostruzione di ponti per permettere alla gente di tornare al lavoro, beh quella non la mando giù. Quella è ricostruzione economica, e non credo che dovremmo dargli una mano. Niente, non un soldo. Almeno, io la penso così». La ricostruzione dei Balcani dopo la guerra del Kosovo, ha annunciato Clinton, sarà affrontata in un congresso straordinario a livello di capi di governo e capi di stato che si terrà verosimilmente a Sarajevo entro la fine dell'estate. Il cancelliere Gerhard Schroeder ha detto ieri che si terrà a luglio, ma è probabile che slitti. «Più ci addentriamo nei preparativi e più ci rendiamo conto che non sarà possibile organizzarlo prima della fine di agosto o settembre», ha detto il portavoce della Casa Bianca Joe Lockhart. In pratica si tratta di lanciare nella regione un'iniziativa ambiziosa e costosa - si parla di decine di miliardi di dollari ispirata al Piano Marshall, che porti sviluppo economico e stabilita a tutta l'Europa del Sud est. Ma non è ancora chiaro chi parteciperà (ci sarà anche la Russia?). La questione Milosevic pare destinata a complicare i prepara¬ tivi del congresso. «Certo, se i serbi si scegliessero un leader democratico sarebbe meglio», ha detto Clinton. «E non vedo l'ora che succeda». Ma intanto Milosevic è ancora al potere e i preparativi per la grande assise sui Balcani devono procedere. La Russia, naturalmente, spinge per la ricostruzione della Serbia. Ma non ha alcun potere economico da far valere. Le difficoltà maggiori potrebbero sorgere tra gli alleati, che sono compatti nel dire che non bisogna aiutare Milosevic ma che poi sembrano avere sensibilità diverse quando si entra nello specifico. L'Italia, per esempio, ha manifestato una maggiore disponibilità a ricostruire anche ponti e strade, cioè quelle strutture civili che servono la collettività. La Germania pare sulla stessa lunghezza d'onda. La Francia, come gli Stati Uniti, è favorevole al parziale ripristino dell'elettricità. La Gran Bretagna rimane più rigida, almeno a parole. A luglio ci sarà comunque una prima conferenza dei Paesi donatori a livello ministeriale per pianificare gli aiuti umanitari. E gli alleati sono tutti d'accordo per dare alla popolazione serba cibo e medicinali. Una seconda conferenza, che fisserà obiettivo a medio e lungo termine, si terrà in autunno (queste due conferenze sono in aggiunta al congresso sui Balcani). Ieri pomeriggio Clinton è arrivato a Lubiana sotto una pioggia battente, che non ha impedito a decine di migliaia di sloveni di aspettarlo per ore in piazza del Congresso sotto un mare multicolore di ombrelli, e di tributargli un saluto festoso. Clinton ha indicato la Slovenia, un piccolo Paese pacifico e relativamente prospero, come il grande esempio da seguire nella regione: «La Serbia deve cacciare Milosevic e imboccare la strada che ha preso la Slovenia, un Paese che può guidarci verso un'Europa indivisa e democratica. In più siete stati dei bravi partner durante la guerra e la Slovenia è un'eccellente candidata per la Nato». Un giudizio da tempo espresso anche dall'Italia. La Slovenia appare dunque in polo pesinoti per diventare il prossimo membro dell'Alleanza, ma una decisione non è imminente. Dopo la cena ufficiale offerta dal presidente sloveno Milan Kucan, Clinton si è incontrato con Milo Djukanovic, il presidente del Montenegro, il piccolo stato che fa parte della federazione jugoslava ma che ha mantenuto una posizione filo-Nato durante la guerra del Kosovo. Oggi Clinton si recherà in Macedonia per visitare il campo profughi di Stankovec, e a tarda sera farà una sosta ad Aviano per incontrare i piloti che hanno partecipato ai raid. Sarà ricevuto da Massi moD'Alema. Dalia Slovenia il Presidente invita a sbarazzarsi di un «regime omicida» In luglio a Sarajevo vertice sui Balcani Il Presidente americano Bill Clinton, saluta la folla nella capitale slovena