«Ma non basta avere studiato» di Maria Laura Rodotà

«Ma non basta avere studiato» UflAJfgQESi CQftlFESSA, COMPLICATO DAREXYOTI, ANCHE GLI ISPETTORI SONO DIVENTATI MATTI» «Ma non basta avere studiato» Esame in discesa per gli allievi di scuole «facili»} retroscena Maria Laura Rodotà ROMA LA buona notizia: a palazzo Venezia, dove lavorava Mussolini, ora abita una professoressa, e pure brava. La cattiva notizia: la prof, stimata docente di italiano al liceo classico Visconti di Roma, è perplessa sul nuovo esame di Stato; e teme che i suoi studenti abbiano guai non solo dall'esame, ma dalla serietà sua e dei suoi colleghi. Ma procediamo con ordine. Anna Mattei sta seduta in un chiostro fuori dall'appartamento (molti quadri e molti gatti) assegnato a suo marito, il sovrintendente alle Belle arti di Roma Claudio Strinati, e racconta dei suoi ventuno studenti di terzo terrorizzati dalla nuova maturità; e del corpo docente della sezione A, già provatissimo nel tentativo di organizzarla, e di prepararli. «Abbiamo fatto lunghi corsi di aggiornamento; ma non è facile capire cosa bisogna fare "prima". L'idea sarebbe, credo, di cambiare l'esame e partendo da quello, far cambiare la scuola e i programmi agli insegnanti. Mica facile». A partire dalla prima novità, i punteggi agli scrutini: «Bisogna conteggiare tutti i voti del secondo quadrimestre, e far la media totale.- Poi aggiungere i punti di credito per attività extrascolastiche. Poi trascrivere tutto su tabellone, valutazione, foglio e pagella. Morale, per gli scrutini ci siamo riuniti alle otto di mattina e siamo usciti alle otto di sera. Eravamo i primi; i colleghi delle altre sezioni passavano pensando "quelli della A sono proprio fessi '. Poi si sono riuniti loro. Dodici ore per tutti». Tutti armati di calcolatorini, tutti improvvisamente gentilissimi coi prof di matematica e fisica, gli unici bravi nelle medie e nelle percentuali (pesano quelle delle assenze). Ma anche i genitori: sabato, davanti ai quadri, erano in molti cou cal¬ colatore a fare conti. E magari, a mangiarsi le mani per aver voluto a tutti i costi mandare i figli in quello che è ritenuto il migliore e il più duro liceo di Roma (750 studenti, grande tradizione, aule con Internet "quasi agibili"). Perchè «quest'esame, con tre membri interni votanti, e molti elementi a discrezione, rischia di penalizzare questi poveracci che abbiamo fatto studiare tanto senza esser larghi sui voti. Io sento già genitori preoccupati per l'ammissione all'università: in molte facoltà, il voto di esame conta per il 50 per cento. E allora...». E allora, potrebbe succedere che un maturo con media alta ed esame reso facile in una costosa e accomodante scuola privata venga ammesso invece di uno studente tartassato per un triennio dalla professoressa Mattei. Che è una bella donna quarantenne, bionda, piccolina e spiritosa; e durante l'anno ha svolto programmi extra insieme al collega di filosofìa sulla democrazia (dall'età classica in poi) e sulla letteratura stranie¬ ra del Novecento. Però, accidenti, «in questo esame lo studente dovrebbe spaziare tra le varie materie trovando i mitici "collegamenti". I miei si stanno arrovellando a cercare percorsi tematici che funzionino. Purtroppo, abbiamo lavorato tutti insieme sulle stesse cose. Che facciamo ora, una lotteria per chi porta quel programma?» Lotterie a patte, Mattei e colleghi per mesi hanno fatto simulazioni di esame. «Saremmo anche avanti. Noi non diamo più solo temi, anche saggi su autori e movimenti. Ma, come è giusto, gli studenti si portano i testi in classe. Prima, c'erano solo i vecchi colleghi che protestavano perchè "così copiano". Ora, se sceglieranno il 'saggio breve", lo faranno su un argomento a sorpresa, e qualche foglio fotocopiato con brani e commenti». Qualche dubbio anche sull'analisi del testo, e soprattutto sull'altra nuova opzione, gli articoli di giornale. «Che tipo di articolo? Cronaca, cultura, commento? E dovranno scri¬ verlo partendo da un testo di agenzia? Ancora non si sa. E sono rimasta perplessa, ai corsi di aggiornamento: è arrivata una ricercatrice che agitava un foglietto con le regole per scrivere un articolo spiegandole come fossero la Bibbia». Beata lei che le ha trovate. Per il momento, gli allievi di Mattei hanno deciso di non misurarsi col giornalismo. Ma non potranno evitare la terza prova: «Non l'abbiamo potuta simulare. Saranno domande su quattro materie, e la commissione dovrebbe deciderla la mattina stessa per scongiurare fughe di notizie. A occhio e croce, cominceranno a mezzogiorno. In più, anche le domande sono a discrezione: risposte scritte, o crocette da mettere su risposte a scelta. Scommettiamo che nelle scuole meno serie saranno a crocette, e facili facili?». Temendo zero crocette e domande toste, gli studenti del Visconti hanno presentato in massa richieste di "credito aggiuntivo". Quasi sempre corsi di lingue, attività sportive, ma anche volontariato. C'è anche chi ha portato un foglietto scritto a mano attestante la frequenza di un corso di trombone, ma è stato respinto con {lordile. «Da noi. In altre scuoe, in certe private, chissà che è successo. E poi valutare è difficile. So che gli ispettori consultati son diventati matti». Non solo loro, pare. «Io spero che terranno conto che è la prima volta, e che i nostri ragazzi sono impauriti. E che l'anno prossimo si riesca a organizzare meglio. Siamo in un liceo, non ad "Avanzi". Non vorrei più star riunita a fare conti dalle otto alle otto». Intanto, cogli l'attimo, terza A, e in bocca al lupo. I M Una commissione d'esame agli esami orali

Persone citate: Anna Mattei, Claudio Strinati, Mattei, Morale, Mussolini, Visconti

Luoghi citati: Roma, Venezia