L'esercito del 2000, meno soldati e più tecnologia di Maurizio Molinari

L'esercito del 2000, meno soldati e più tecnologia Il piano di riforma prevede corpi speciali di commando e soltanto militari di professione entro sette anni L'esercito del 2000, meno soldati e più tecnologia 77 generale Cervoni: vogliamo partecipare al piano di difesa dell Ve Maurizio Molinari ROMA L'Esercito italiano vuole cambiare volto per non restare sullo strapuntino della difesa comune europea e propone una ristrutturazione convergente con quelle già compiute dai maggiori alleati, modellata sulle esperienze fatte nel decennio di missioni all'estero seguito alla fine della Guerra fredda. Il capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Francesco Cervoni, ha illustrato ieri al Centro Alti Studi della Difesa il «Progetto per il XXI secolo» che riguarda ogni singolo aspetto della struttura militare e prevede, fra l'altro, forze speciali di commandos per l'intervento rapido, incursori per l'identificazione di obiettivi oltre le linee nemiche, centri di comando e controllo per operazioni multinazionali di pace all'estero. L'incalzare delle crisi nei Balcani e l'imminente debutto della difesa comune europea impongono ritmi accelerati alla trasformazione. «L'attuale struttura dell'Esercito, pensata per un Esercito di massa, va riqualificata per i nuovi compiti - spiega Cervoni alla Stampa al fine di poter dare un contributo alla difesa comune europea che consenta all'Italia si essere al tavolo con i partner dell'Unione europea non come chi osserva o dà fastidio ma come chi pretende di partecipare alle decisioni». Da qui il concetto della «Divisione per l'Europa» ovvero la «definizione del complesso delle forze terrestri che possono essere messe a disposizione come contributo alla sicurezza comune». Ecco alcune delle principali novità contenute nel progettoCervoni, la cui entità conferma nei fatti la necessità di un aumento del budget della Difesa sollevata nei giorni scorsi dal ministro Carlo Scognamiglio. LA «DIVISIONE PER L'EUROPA». Sono le forze italiane destinate a essere impiegate in interventi fuori dai confini nazionali. Si articolerà nelle «Forze di proiezione», destinate alle operazioni di pace tradizionali e alla partecipazione alla costruzione dell'identità europea di difesa, e nelle «Forze di reazione», che verranno messe a disposizione per le operazioni di intervento rapido della Nato. In tutto il «nocciolo duro» del nuovo Esercito comprenderà due comandi operativi intermedi, otto brigate e relative unita di supporto tattico-logistiche. «Se il progetto verrà accolto potremo avere cinque brigate operative già nel 2001 e completare la ristrutturazione nel 20042005» assicura il generale Cervoni. FORZE DI SORVEGLIANZA. Incaricate della tradizionale difesa del territorio nazionale, includono due comandi operativi intermedi, cinque brigate e relativi supporti tattico-logistici. FORZE SPECULI. Il IX reggimento paracadutisti d'assalto «Col Moschin» diventerà una task force di commandos per rapido impiego in operazioni speciali, il battaglione alpini paracadutisti «Monte Cervino» sarà trasformato in «Rangers». Il 185° reggimento di artiglieria paracadutisti verrà impiegato in «acquisizione obiettivi» ovvero infiltrazione oltre le linee nemiche per segnalare ai commando gli obiettivi da colpire. MILITARI DS LEVA E VOLONTARI. Ri¬ spetto ai 160 mila uomini attuali andiamo verso un Esercito con 137 mila fra militari di leva e professionisti che potrà, in un periodo di 5-7 anni, diventare totalmente professionale scendendo a 128 mila uomini. VOLONTARIO M LEVA. Si tratta di una nuova figura: un militare di leva disponibile a prestare servizio per dodici mesi, sènza limiti d'impiego e destinazione, e che riceve la metà dello stipendio di un professionista. CENTRI Di COMANDO E CONTROLLO. Saranno svincolati dalla gestione ordinaria per consentire la massimma flessibilità d'impiego sul modello di quanto è avvenuto con l'Operazione «Alba» e di quanto avviene nel settore italiano in Kosovo. Dovranno essere in grado di assumere la direzione di forze non italiane che partecipano a operazioni multinazionali. LA GUERRA ELETTRONICA. Il comando «C4IEW» accentrerà le attività di informazione e guerra elettronica potenziando le unità con l'impiego di sofisticata tecnologia della comunicazione 9 mezzi di ricognizione in profondità come i «droni», gli aerei senza pilota impiegati in Kosovo in maniera massiccia dagli Usa. ARTIGLIERIA TERRESTRE. Verrà ristrutturata tenendo conto dei nuovi scenari, quali ad esempio l'esigenza di difendersi dalla minaccia di azioni portate con armi di distruzione di massa. Previsti i volontari di leva: presteranno servizio per 12 mesi senza limiti di destinazione L'esercito italiano si avvia ad una ristrutturazione in linea con gli altri Paesi europei

Persone citate: Carlo Scognamiglio, Cervoni, Controllo, Francesco Cervoni, Moschin

Luoghi citati: Balcani, Europa, Italia, Kosovo, Roma, Usa