GLI ARTICOLI PER LA «STAMPA»

GLI ARTICOLI PER LA «STAMPA» GLI ARTICOLI PER LA «STAMPA» // volto adolescente di Berlinguer e ilprivilegio di fumare il toscano Negli Anni Settanta Mario Soldati ha collaborato Ma Staiti pa con elzeviri, rubriche, diari di viaggio. Ecco quattro brani tratti dai suoi articoli. P~~ ROVE D'ORCHESTRA. Quando le prove e le registrazioni erano finite, quando li vedevo levarsi, I asciugarsi il sudore, raccogliere i loro strumenti, coprirli, insaccarli, oppure chiuderli nelle rigide, nere, lucide custodie, pensavo che ciascuno di loro una volta si'èia illuso, 6 forse si illudeva ancora, di ave» re in quella custodia l'invisibile bacchetta del direttore d'orcher stra o l'invisibile penna del compositore. Se ne andavano scherzando e motteggiando, un po' curvi, strascicando il passo. A tutta un'epoca, quasi una vita trascorsa per imparare a suonare, era succeduta adesso un'esistenza di ubbidienza e di sottomissione al direttore d'orchestra. Al sogno di conquistare un certo potere e una certa libertà, la realtà di dover subire duramente il potere assoluto e gli indimenticabili capricci di un altro. Li vedevo allontanarsi, alcu-, ni sparsi, i più attnippati, attraverso il disordine delle sedie e dei leggìi e sotto il fumo stantio della sala uscire dai portelloni spalancati nell'aria finalmente fredda della notte. Anche se non lo dicevano mai, anche se non lo dicevano più, erano dei rinunciatari, degli sconfitti, degli umiliati e offesi. Come tutta l'umanità? Certo, come tutta l'umanità. I vittoriosi sono pochissimi. E 3uesti pochissimi, quando saliamo la loro vita, scopriamo che, nel loro intime, sanno come la loro vittoria, non importa quanto grande, sia soltanto la maschera di un'altrettanto grande sconfitta. TOCCANTE BERLINGUER. Dal primo istante, Berlinguer mi apparve familiare, toccante, struggente, col suo visino cesellato e smunto, col suo pallore, colle sue membra ossute e sciolte: un intellettuale puro, uno studioso divorato dalla passione politica, e formato dalla scaltrezza politica negli anni tragici del finale fascismo e della guerra: un adolescente invecchiato o piuttosto rimasto fermo, per un prodigio, alla propria adolescenza; una figura lievemente fantomatica, che mi ricordava, suscitando in me uno strano senso di tenerezza e'nòstalgia, gli'à'dtìlesoehti allora autèntici, i pallidi, nervosi amici, ìli'ime poco più giovani, eòi quali'msout«v0!Blno all'alba, nel segreto di un appartamentino al quartiere Appio, le notti di quell'estate m cui sembrava che si stesse decidendo' il futuro dell'Italia e dell'Europa, e l'accanimento delle nostre discussioni diventava a poco a poco quasi un delirio dialettico. PALI MONOiAU. Siccome sono un vecchio juventino, mi trovo nello straziante imbarazzo di amare un po' meno del solito, appunto perché «azzurri» e non soltanto «bianconeri», gli otto su undici, o i nove su tredici giocatori che hanno partecipato al match con l'Ungheria. Tuttavia, contraddittoriamente, quando ha segnato Rossi, e anche se ammiro moltissimo Rossi, mi sono commosso meno di quando hanno segnato Bettega e Benetti. Come avrei esultato, con tutta la mia simpatia per gli sfortunati e indomiti ungheresi, se le tre traverse di Bettega fossero state tre gol! Sono arrivato a immaginare una modifica del regolamento.. Chiaro che è più difficile colpire una traversa 'che fare gol. Perché, dunque, non si dà alla traversa colpita il valore di due gol? Chissà, però: proprio perché cercherebbero di colpire la traversa, gli attaccanti così farebbero più gol. ELOGIO DEL TOSCANO. Il toscano è costituzionalmente, profondamente diverso dalle sigarette, da tutti gli altri sigari e da qualunque tabacco per pipa. La sigaretta è un consumo nervoso, sottile, apparentemente lieve, e diabolicamente traditore: la si può fumare, anzi il più delle volte la si fuma meccanicamente, senza pensarci e senza nemmeno provare piacere. Non è scandaloso, ' infatti, che un essere umano accenda una sigaretta uscendo dalla stanza dove la sua vecchia madre agonizza, ma sarebbe orribile che accendesse un toscano. Il toscano, lo si gode non come una droga, non per l'effetto che produce, ma per il gusto che dà mentre lo si fuma. E' un gusto così forte, sincero, deciso, che quando per ragioni fisiologiche (perché lo abbiamo fumato troppo a lungo) o quando per ragioni psicologiche (perche la sua voluttà contrasta col nostro stato d'animo) non ci va, noi fumatori di toscano siamo i primi, spontaneamente e prontamente, a smettere. Non ci pensiamo nemmeno. Non è nemmeno un sacrificio. E,' un comportamento naturale.

Persone citate: Benetti, Berlinguer, Bettega, Mario Soldati, Rossi

Luoghi citati: Europa, Italia, Staiti, Ungheria