Internet vuol sorpassare l'auto di Ugo Bertone

Internet vuol sorpassare l'auto Boom della ragnatela informatica che fattura 300 miliardi di dollari l'anno contro i 350 delle quattro ruote Internet vuol sorpassare l'auto Grandi prof itti in rete ma la Borsa è cauta Ugo Bertone MILANO Non è ancora sorpasso, ma quasi. La settimana scorsa uno studio dell'università del Texas ha rivelato che 1'«Internet economy» ha ormai raggiunto un fatturato annuo, negli Stati Uniti, di 300 miliardi di dollari, contro i 400 miliardi delle telecomunicazioni e i 350 miliardi dell'auto. Dal '95 ad oggi, però, l'economia elettronica è cresciuta ad un tasso sbalorditivo: il 174,5% l'anno. Di questo passo, insomma, il sorpasso è vicino. Ma le cifre, pur sensazionali, non rendono giustizia alla febbre da Internet che si respira nella società americana o in quelle, tipo il Far Eàst asiatico, che più si richiamano al modello Usa. Ormai, infatti, la grande Rete ha conquistato il settore del commercio e quello della finanza, il primo settore di caccia per i nuovi Paperone. Tra questi spicca Jeff Bezos, il patron di Amazon.com, ex trader a Wall Street che un giorno ha deciso di mettere in rete una grande libreria virtuale. Di profitti, per ora, ne ha fatti pochi ma per il mercato dell'editoria è stata una vera rivoluzione. Il titolo, in meno di due anni, è salito del 4.200% prima di accusare uno scrollone (-40%) da aprile ad oggi. L'inizio della fine? Non ci crede nessuno, per due ragioni: primo, perché una caduta media dei prezzi del 34% in due mesi non è una catastrofe se si pensa che, dal settembre '98 ad aprile, l'indice Internet Goldman Sachs ha realizzato un formidabile +453%. Secondo, e più importante, perchè l'economia di Internet sta dj- ventando una realtà capace di convincere i più scettici «poteri forti» Usa. Ne sa qualcosa John Steffens, capo del trading di Merryll Lynch. Un anno fa, sprezzantemente lui definiva «una minaccia per la prosperità delle famiglie americane» la diffusione degli scambi di Borsa «fai da te» via Internet. «Noi aggiungeva - non abbiamo paura: nessun Eeb può essere all'altezza dei nostri servizi». Ma in dodici mesi il colosso ha subito l'onta del sorpasso in Borsa da parte di Charles Schwab ed E-trade, capaci di offrire via Rete la possibilità di comprare e vendere titoli con commissioni stracciate. Ormai il 40% degli scambi al Nasdaq, la Borsa dell'alta tecnologia, corrono sulla rete, senza passare da Merrill Lynch o Paine Webber o Salomon Smith Barney, i grandi nomi di Wall Street. E Merryll Lynch ha dovuto cedere: dall'inizio di luglio offrirà titoli via Internet. Ma la finanza e il commercio sono solo i primi passaggi dell'egemonia della rete. I prossimi obiettivi sono l'industria dell'informazione, le telecomunicazioni e quella del tempo libero. Ormai telefonare via Internet è abbastanza comune, negli Usa. Così come scambiarsi buona musica, film o informazioni di vario tipo. Non a caso i grandi stanno organizzando la loro offerta: germusic.com, ad esempio, dove si possono comprare i ed di Universal e Bmg mentre Walt Disney, Tei o Nbs stanno preparando in tutta fretta siti per sfruttare il. commercio sulla rete. Ma presto, avverte la Forrester, una società di ricerche specializzate, l'onda del Web si abbatterà sul mercato dell'auto e su altri beni più sofisticati. E, dopo le cautele iniziali, le grandi corporations stanno correndo ai ripari. «Non chiedetemi quale priorità abbia per noi Internet - dice Jack Welch, numero uno di General Electric -. E' al numero 1,2,3,4 e via dicendo. Non mi ricordo nulla di così importante nella nostra storia». Certo, entrare in rete per una multinazionale vuol dire spendere una montagna di soldi e intaccare così i profitti. «Ma - dice Avram Miller, numero due di Intel non c'è scorciatoia: se vuoi avere un futuro devi passare per l'inferno delle spese e del rischio. Non ci sono prospetti¬ ve senza quel viaggetto nella Valle della Morte...» Ma non sarà facile per le corporations impadronirsi della nuova economia. I nuovi imprenditori, infatti, non hanno bisogno dei quattrini delle banche o dei colossi Usa. Da Wall Street, nonostante la frenata di questi mesi, continuano a piovere quattrini (5,5 miliardi di dollari negli ultimi sei mesi) sulle nuove idee, le fabbriche dei server, i laboratori che alimentano la nuova rivoluzione. Per la prima volta, poi, i grandi dell'economia fanno fatica ad accaparrarsi i manager migliori. Perchè scannarsi per un buon posto alla Exxon o alla General Motors quando, grazie alle stock options, puoi guadagnare molto di più in una società in rete? 1000 INDICE INTERNET H&Q LA SRANDE CORSA BELL'INDICE WEB Il confronto fra l'indicatore Hambrecht & Quist per Internet e l'indice Dow Jones dal 30/12/"94 a metà giugno DIC. MAR. GIÙ. SET. DIC. MAR. GIÙ. SET. DIC. MAR. GIÙ. SET. DIC. MAR." GIÙ. SET. DIC. MAR. GIÙ. •94 ^5 '95 '95 '95 '96 ?6 '96 '96 "97 '97 '97 *97 '98 '98 '98 '98 '99 '99 jeff Bezos è inventore e proprietario multimiliardario di Amazon.com una delle maggiori librerie «on line» presenti su Internet

Luoghi citati: Milano, Stati Uniti, Texas, Usa