Eltsin a Clinton: ecco la verità su Kennedy

Eltsin a Clinton: ecco la verità su Kennedy Il presidente russo passa al collega americano un misterioso dossier in caretteri cirillici Eltsin a Clinton: ecco la verità su Kennedy // colpo di scena al G8 di Colonia Andrea di Robllani Inviato a COLONIA «Un regalo», dice Boris Eltsin sornione. E porge a Bill Clinton, che sta seduto dall'altra parte del tavolo, un fascicolo misterioso - qualche centinaio di fogli, tutti in cirillico - sull'assassinio di John Kennedy. E' cominciato cosi il diciassettesimo incontro tra i due presidenti - con questo «regolo» del tutto inatteso da parte di Eltsin, come a suggellare il ritorno dei bei tempi nei rapporti russoamericani dopo la «rissa» sul Kosovo. I duo non si vedevano da settembre - un vertice a Mosca che non era andato bene. E i rapporti tra i due Paesi erano progressivamente peggiorati, per poi precipitare con la decisione della Nato di bombardare il Kosovo e la Serbia. Il gesto a sorpresa di Eltsin in apertura dei colloqui è parso li per lì di buon auspicio. Ma la natura del regalo era tale che in realtà ha presto suscitato, in Clinton e in tutta la delegazione americana che siedeva al tavolo, una curiosità guardinga e sospettosa. Che cosa conteneva davvero il fascicolo che Eltsin stava porgendo a Clinton? C'erano rivelazioni imbarazzanti? C'erano le prove del coinvolgimonto della Cia? Oppure della Mafia americano? Si parlava dello pista cubana? Pochi attimi e la sterminata panoplia di teorie e di complotti che si è sviluppata dal novembre del 1963 ad oggi attorno all'assassinio di Kennedy - l'idolo del giovane Clinton, tra l'altro - dev'ossero per forza balenata nella mente del Presidente. Dopo un attimo di smarrimento Clinton si ò ricomposto, ha ringraziato Eltsin agli ha detto: «La vita e la morte di John Kennedy sono oggetto di enorme interessi! e fascino per gli americani, e sono certo che troveranno questo documento molto importante e utile» (l'incontro era appena iniziato, nessuno poteva prevedere che sarebbe stato un successo e il formalismo di Clinton rifletto anche la sua prudenza). Più tardi il consigliere per la sicurezza nazionale Sandy Berger è venuto a informare i giornalisti al seguito del Presidente del regalo offerto da Eltsin. E l'atteggiamento era decisamente più schietto, anche se il contenuto del documento rimaneva un mistero: «Un regalo molto interessante. Eltsin ci ha detto che quando arrivò al potere chiese a tutte lo agenzie del governo russo di fargli avere tutto il materiale relativo al Presidente Kennedy e al suo assassinio, sia negli archivi civili che in quelli militari e privati. Il documento presentato oggi al Presidente Clinton è il risultato di questa ricerca - che a quanto pare è durata diversi anni». Giornalista: «Cosa c'è scrìtto nel documento?». Berger: «Non so leggere il russo, e dunque non lo so. Non ho avuto modo di consultarlo». Giornalista: «E' tutto in russo?». Berger: «A quanto pare i documenti sono in russo, sì. Non so se esiste una versione tradotta». Giornalista: «Non gli ha dato neanche una sbirciatimi durante i colloqui?». Berger: «Durante i colloqui ho cercato di seguire i colloqui, e cosi non ho guardato i documenti. Ma sono sicuro che saranno esaminati con attenzione e che gli elementi interessanti saranno resi pubblici». Dopo i colloqui Clinton ha consegnato il documento a Strobe Talbott, vice segretario di Stato e inviato speciale per il Kosovo - l'unico nell'entourage del Presidente che conosce bene il russo. Talbott è anche amico fidato del Presidente dai tempi in cui erano tutti e due studenti a Oxford. Ma a tarda sera non era ancora trapelato nulla sul misterioso fascicolo. Né è trapelato qualcosa dalla parte russa. Anzi, la delegazione ha dato la sensazione di essere stata a sua volta colta di sorpresa dall'imprevedibile Eltsin. I presidente russo Boris Eltsin con Clinton al vertice di Colonia

Luoghi citati: Colonia, Kosovo, Mosca, Oxford, Serbia