«Mi diverte dar noia ai politici»

«Mi diverte dar noia ai politici» «Non abbiamo mai espresso un leader di autentica statura e il grosso dei parlamentari è di basso livello» «Mi diverte dar noia ai politici» Sartori: non devono avere una vita facile Alain Elkann Professor Sartori, lei come si definirebbe? «Politologo. Soprattutto mi interesso di teoria e scienza politica. Mu quando voglio essere evasivo, mi dichiaro "uno specialista in tutto". Infatti mi sono anche occupato di filosofia, metodologia, diritto, sociologia; insomma, di tantissime cose», Da quasi 25 anni lei vive negli Stati Uniti. Perché? «Ho fatto il preside all'Università di Firenze negli anni della contestazione. Mi è bastato. E prima ho insegnato in Italia dal 1950 al 1976. Mi sembrava di aver esaurito lì il mio ciclo. Non ero affatto contento, tra l'altro, di come stavano andando le cose nell'università italiana e di carne se ne era abbassato il livello. Dissi allora una frase che non fu molto popolare: "L'università è invasa da rinoceronti diventati professori per merito di carica e di comò". Così, visto che non amavo questi rinoceronti e che ero stato richiesto dall'Università di Stanford in California, accettai l'invito americano. In quegli anni Stanford aveva il miglior dipartimento di scienza politica degli Stati Uniti. Dopo qualche anno ebbi l'offerta da parte della Columbia University come Albert Schweitzer Professor in the Humanities, che ò ima cattedra speciale di massimo prestigio. Era un'offerta, come diceva il Padrino, che non si poteva rifiutare». Che differenza c'è tra la nostra università e quelle americane? «Le migliori università negli Stati Uniti sono di solito private, e quindi non dipendono da nessuno. Se lì ho un problema attraverso il campus e lo risolvo subito con il presidente dell'università. Inoltre le grandi università americane hanno risorse infinitamente superiori alle nostre, e hanno il numero chiuso degli studenti. Quindi gli studenti sono mollo selezionati». A che punto è l'università italiana oggi? «La situazione è per molti rispetti caotica. Adesso entriamo in regime di autonomia e quindi ci sarà chi farà bene e chi farà male. Stiamo a vedere. Credo che le buono università resteranno buone, Quelle dell'Italia meridionale sono afflitte purtroppo dai mali meridionali». Com'è l'Europa vista dagli americani? «Gli americani capiscono poco e sanno pochissimo del resto del mondo. Si sentono giustamente in testa. E, corto, l'economia americana va meglio di ogni altra. Detto questo, vi sono molti problemi anche negli Stati Uniti, problemi che vanno dalle tensioni razziali ai terribili ghetti di poveri. Comunque l'Amorica resta il primo Paese al mondo come modello di società democratica c di civiltà politica». E il nostro Paese, l'Italia? «Come sistema politico noi funzio- ni amo malissimo. Tra i Paesi libera 1democratici siamo malati e malmessi; e stiamo peggiorando». E i nostri uomini politici? «Non sono un granché. Lo si vede nelle crisi. Fini si dimette, ma non è facile trovargli un successore. Non abbiamo mai espresso leader di autentica statura e il grosso dei nostri parlamentari è di basso livello». Il governo D'Alema durerà? «Dipende in gran parte dalla fibrillazione dei sette nani, dei partitini dell'I e mezzo por cento. Un'alleanza di undici o dodici partiti è molto friabile e non consente di governare bene. Non è più nemmeno chiara la maggioranza. Basta un Mastella che prende cappello e il governo traballa. Però è probabile che vada avanti perché non si vede alternativa. Ih questo momento la sinistra è balcanizzata e non mi sembra in grado di andare alle elezioni». E della Bonino che cosa dice? «Non sono sorpreso del suo successo. Anzi, pensavo che avrebbe fatto ancora meglio. Ma non le dò gran peso; è una persona, non un partito. Se se ne va in Europa, l'annoila da solo si ritroverà al solito 2 per cento. Le meteore passano e Pannella è ormai un rudero che si ripete senza novità». E Berlusconi? «Secondo me non ha stravinto, è restalo di cinque punti percentuali sotto le precedenti europee. E poi i suoi sono voti portati via a Fini, e quindi il Polo rimane allo stesso punto. Aggiungi che Berlusconi si è fatto in televisione una propaganda pubblicitaria ossessiva, a tappeto, Il che gli viene facile. Per lui i suoi spot sono quasi gratuiti, mentre gli oppositori la pubblicità la devono pagare e così facendo lo arricchiscono. E per questo che non l'hanno fatta. E questa è una disparità che non esiste in nessun altro Paese al mondo». Tornerebbe a vivere in Italia? «Oraniai sto sei mesi a New York e sei mesi qui e mi trovo bene tanto in America quanto a Firenze e a Roma. A New York scrivo cose serie, in Italia mi diverto a dar noia ai nostri politici». Perché le piace dare noia? «Forse perché sono toscano e ho un istinto attaccabrighe, e poi perché se lo meritano. Non devono, i politici, avere una vita troppo facile». Lei è ami ce di Montanelli, che cosa vi avvicina? il fatto di essere toscani? «Credo di si. Anche se Indro è di Fucecchio, io lo promuovo a fiorentino. Scherzi a parte Indro mi ha fatto capire come si deve scrivere». E come bisogna scrivere? «In modo semplice, con periodi brevi; e bisogna essere essenziali: una parola invece di quattro». Si dice che lei abbia avuto anche una vita molto divertente. «Sì, perché no? In verità io ho lavorato moltissimo, ho scritto più di trenta libri e quindi di tempo a disposizione per il divertimento non ne ho avuto molto. Concedo però di non essere finito ammazzato e sepolto dal lavoro». Infatti lei è stato un grande sciatore. «Grande no, ma ho fatto parecchie gare, e da ragazzo ho sciato molto un po' dappertutto. Ma soprattutto a Zermatt. Ricordo sempre con nostalgia il silenzio della montagna, l'andare in neve fresca epoi la neve che si sente cadere dai pini». Faceva altri sport? «Montavo a cavallo in Inghilterra e in Maremma; ma nel maneggio non mi diverto». E' tifoso? «Del buon calcio. Naturalmente contento quando la Fiorentina andava bene ma lontanissimo dal selvaggiume dei tifosi spaccatutto di oggi». Come vive a New York? «Ho una bella casa con vista bellissi¬ ma su Central Park, sul pai-co. Lì vedo tutti quelli che passano, che sono davvero molti. E poi, come dicevo, è fi che lavoro sul serio, perché è a New York che io ho i miei libri, la mia biblioteca». E In Italia? «Quando arrivo in Italia entro invece nella mischia». Chi sono i suoi amici? «Se li scopro dandone nome e cognome, li metto in cattiva luce; non posso denunciare i miei amici ai miei nemici. I miei nemici? Sono, ovviamente, la feccia, e quindi numerosi. Ma per sentirmi tranquillo non li conto». Come trova i nostri giornali? «Tecnicamente ben fatti. Il livello del giornalismo politico però non è granché. Gli inviati sono quasi spariti, gli intervistatori sono per lo più modesti e gli e di tori a li s ti più giovani non hanno più il retroterra culturale che avevano in passato». E la televisione? «Come si sa, la trovo pessima. Ho scritto un libro, Homo videns, contro la televisione. Lì davvero trionfa l'analfabetismo politico e culturale. L'informazione disinforma e sottoinforma. Un disastro». Ma che cosa va bene in Italia? «Quel che va bene è che gli italiani sono simpatici. Certo anche da noi avanzano gli infrequentabili. Pochi giorni fa sono finito, in un treno, tra mezzo a un'orda di punk, di ragazzi pieni di orecchini, tatuaggi, capelli impomatati e tinti. Che orrore. Ma il popolo italiano resta nel complesso simpatico». Però non siamo mai presi sul serio... «Perché siamo gradevoli come individui, non come società, non per virtù sociali. Non siamo presi sul serio per esempio in politica. Giustamente, perché come entità politica facciamo pena. Ma in economia è un altro discorso: il piccolo imprenditore italiano è straordinario». Come trascorrerà le vacanze? «Vado al mare per un mese, nuoto, passeggio, mi propongo di non lavorare. Non sono uno studioso barboso, io le vacanze me le godo». I suoi difetti maggiori? «Sono parte delle mie virtù. Ho molta adrenalina, e mi arrabbio molto, ma l'arrabbiatura mi dura poco. Tutti gli altri difetti che mi vengono addebitati io li nego». E le sue qualità? «Qui si entra nella ima privacy. Ma forse, se dovessi dire una cosa, sono un buon amico con gli amici. Sento l'amicizia e la ricambio». II fatto di vivere tanti anni negli Stati Uniti l'ha reso un po' uno stradicato? «Non credo. Io parlavo inglese da ragazzo senza accento americano, e continuo a parlarlo così. E anche il mio italiano resta tale, senza alterazioni fonetiche. Mi sento assolutamente, fiorentino. Questo detto, sono amertonònfò all'America devo di essere stato magnificamente ospitato e io sono un animale riconoscente». Chi sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti, Gore o Bush? «Mal fiore mi sembra un animale molto freddo che in tv non buca; però non ho ancora conoscenza vera di Bush junior. Suo padre per la sua rielezione fece una campagna elettorale pressoché suicida. Spero per lui che sia diverso da Bush senior». Clinton come lo giudica? «Mi sembra uscito malissimo, moralmente, dalla vicenda tewinski. Un Presidente che si umilia in televisione come ha fatto Clinton su pecadillos sessuali davvero da poco, un Presidente così io non lo posso rispettare. Però l'uomo ha fiuto politico e in verità non ha fatto mole. Basta paragonarlo al suo predecessore democratico, a Carter, per rendersene conto». 6i La Bonino? E'una persona, non un partito Pannelladasolo si ritroverà al due percento. Berlusconi? Non ha stravinto Ilgoverno D'Alma andrà avanti H Noi italiani siamo gradevoli come individui non come società In economia è un altro discorso: i piccoli imprenditori sono straordinari La tv?E'pessima psp DOMENICA CON Cognome wotw.$I9S!8HI!? .... «.,fWfW&............<•.,<•- | tìtutbamlì/WWW: -.. | mito»-* — ' 5 wtbr saxtmtVmmtmmtm I Il professor Giovanni Sartori