Un borghese matrimonio reale

Un borghese matrimonio reale Il dono della regina Elisabetta agli «sposi dell'anno»: il tìtolo di conte e contessa di Wessex Un borghese matrimonio reale Il principe Edoardo ha sposato Sophie Fabio Galvano inviato a WINDSOR Distribuisce sorrìsi, la contessa di Wessex, mentre con il principe suo sposo procede lentamente verso l'uscita della St. George''s Chapel. Sorride ai 550 invitati, sorride a Edoardo che la tiene per mano. Poi, improvvisa, un'ombra si cala sul suo viso. Un attimo: forse in quel momento Sophie Rhys-Jones si rende conto, dopo 1 ubriacatura di favola e lo splendore del cerimoniale, che la sua vita non sarà più la stessa. A cominciare dal nome, appunto, dopo l'annuncio poche ore prima di questo «matrimonio dell'anno» che Edoardo e Sophie saranno conte e contessa di Wessex (e lui anche visconte di Severa): un nome mitico, quello del regno di re Alfredo che con i suoi successori creò nel X secolo l'Inghilterra unita. Un attimo. E poi i sorrìsi riprendono. Perchè la grande festa è solo cominciata e fuori del castello l'attende una folla esultante per «l'ultimo royal wedding del millennio». L'attende il «landau» trainato da quattro cavalli bianchi, i postiglioni in livrea. L'attende un lungo applauso, sotto un cielo nuvoloso e la sferza di un vento freddo che ha cancellato la timida estate dei giorni scorsi, mentre giù per Castle Hill passa davanti al monumento della regina Vittoria, fra una teoria di bandiere britanniche e tricolori bianco-rosso-verdi (ungheresi, non italiani, per la visita lunedì del presidente magiaro). L'attende, dopo il giro nelle vie della cittadina dove fra straordinarie misure di sicurezza i curiosi si assiepavano fin dal mattino dietro le transenne, un ritorno nel castello più amato da Elisabetta e rinato per volontà della sovrana dopo il terribile incendio del 1992. L'attende il grande ricevimento: i discorsi d'occasione, 10 champagne, la torta nuziale, 11 buffet self-service. L'attende una segreta luna di miele che, dopo una notte a Windsor, porterà gli sposi probabilmente al castello scozzese di Balmoral e poi sullo yacht di un amico all'ancora nel Mediterraneo. L'attende quella nuova vita sotto i riflettori dove il vecchio nome, per Sophie Wessex, servirà soltanto come marchio della sua azienda di relazioni pubbliche. E' raggiante, però, come lo è stata per tutta la cerimonia. Nell'elegante abito avorio di stile medievale con 325 mila perline, il velo trattenuto da una tiara di diamanti che le ha prestato la regina, la scollatura dominata da una collana di gusto medievale di perle bianche e nere con un pendant a forma di croce, dono di nozze di Edoardo che l'ha disegnata, Sophie non si è mai lasciata intimorire dalla grande occasione. Volevano, lei e il principe, un «matrimonio in famiglia». Non ci sono riusciti; ma ieri nella cappella voluta da Edoardo VII e completata nel 1528 da Enrico Vili - dove l'ultimo principe a sposarsi fu, nel 1883, il futuro Edoardo VII con Alexandre - la famiglia reale inglese si è avvicinata quanto mai in passato a un matrimonio «borghese». Senza uniformi, senza corone. Ma non, va detto, senza regalità. Scortata da paggetti e damigelle scelti fra ì figli degli amici e non fra i sangue blu del reame, la sposa è apparsa serena. Anche quando, nel momento cruciale della cerimonia in cui pronunciava la sua controversa promessa di «obbedire» al manto, un Concorde levatosi dal vicino aeroporto di Heathrow ha fatto tremare le vetrate, Sotto gli stendardi dei cavalieri delVOrdine della Giarrettiera, fra gli intagli gotici del coro, Sophie ha retto con disinvoltura - e con un pizzico di smitizzanti smorfie - ù momento che tutti le prevedevano difficile. Più nervosi di lei erano papà Christopher, che dalla Royal Lodge della regina madre l'aveva accompagnata al castello nella Rolls-Royce della regina, la mamma Mary, il fratello maggiore David, tutti fiondati in un mondo che non è il loro. Con i principi Carlo e Andrea lì accanto, testimoni dello sposo, Sophie si volgeva sorridendo a Edoardo dimenticando le crisi dell'ultima ora, come le scarpette rifatte nella notte perchè del colore sbagliato. Ma lanciava anche lo sguardo, di tanto in tanto, alla famiglia in cui stava entrando: Elisabetta una volta tanto elegante in un abito lillà, Filippo, la regina madre, Margaret (ancora in sedia a rotelle), più indietro Anna con il marito e i figli, i principi William e Harry con le figlie di Andrea, Beatrice ed Eugenie. Erano fuori vista, data la forma della cappella, gli ospiti di riguardo: teste coronate e celebrità; mentre Peter Nott, vescovo di Norwich, liquidava tutti in mezz'ora. La cronaca registra sorrisetti quasi di complicità fra gli sposi, l'anello che non voleva scivolare sul dito di Sophie, la mancanza - dopo il sì - di un bacio alla sposa. Borghese sì, questo matrimonio su cui gli allibratori danno 5 a 1 una sua durata ventennale; ma senza esagerare. EPITALAMIO IN ONORE DI EDOARDO E SOPHIE Cappella di San Giorgio, Windsor. Un giorno, la luce leggera cade attraverso le vetrate colorate/ su una pietra vuota, sui banchi della chiesa che sbadigliano per la noia, sull'aria/ fatta di nulla più che tempeste di atomi/ che sbiancano in silenzio, poi scompaiono/ Il giorno dopo, tutto questo è traboccante di vita/ Un fiume di persone inonda quei banchi vuoti/ scoppiano torrenti di musica - ma poi si fermano di colpo/ per lasciare due voci umane pronunciare le loro promesse solenni:/ lavorare - perché ciò che è vero oggi resti la verità/ sperare - in una vita privata e in ciò che svelano i suoi segreti/ avere fiducia • che il mondo darà tutto ciò che può offrire/ amare - perchè ciò che si deve comprendere cresca/ Andrew Motion "Poeta laureato" . J In carrozza per il giro di Windsor dopo la cerimonia, gli sposi salutano la folla che li ha attesi pt^erc■

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