Il colpo di grazia per D'Antona di Giovanni Bianconi

Il colpo di grazia per D'Antona Due filoni di indagini a un mese dal delitto compiuto a Roma da un commando delle Briate rosse l Il colpo di grazia per D'Antona Un testimone: il killer gli sparò quando eragià a terra Giovanni Bianconi ROMA L'uomo che di lì a poco sarebbe diventato il principale testimone del delitto camminava lungo via Salaria, in direzione opposta a quella di Massimo D'Antona, sullo stesso marciapiede. Incrociò il professore senza farci caso, ma appena superato l'incrocio di via Adda udì alcuni colpi secchi e attutiti dietro le sue spalle. Si girò d'istinto e vide morire D'Antona: il killer - un uomo sui trent'anni - puntava l'arma verso il basso, e sparò ancora un colpo sul corpo del professore già caduto a terra. La pistola che teneva in pugno aveva la canna molto lunga, quasi certamente per via di un silenziatore. Dietro l'assassino, a pochissima distanza, c'era un'altra persona, probabilmente una donna, che sì allontanò con lui girando per via Adda, a piedi. Qui li vide un altro testimone, che ha raccontato ella polizia: «Fatti pochi metri a piedi, sono saliti su un motorino parcheggiato in via Adda. Alla guida del ciclomotore si mise l'uomo, non molto alto. Sono quasi certo che l'altra persona fosse una donna, perché ne aveva le fattezze e perché era di statura più bassa dell'uomo». Era la mattina del 20 maggio scorso, pochi minuti prima delle 8,30. A un mese esatto di distanza, le indagini sull'omicidio del professor Massimo D'Antona consigliere giuridico del ministro del Lavoro Antonio Bassolino - firmato dalle Brigate rosse ruotano ancora intorno ai tre o quattro punti fermi fissati da queste due testimonianze, le più attendibili fra quelle raccolte da polizia e magistratura: a sparare è stata una sola persona, un uomo, giovane ma non giovanissimo; la pistola era silenziata, ma essendo un'arma a tamburo gli spari hanno comunque provocato un po' di rumore, tanto da attirare l'attenzione di almeno un testimone; del «gruppo di fuoco» faceva parte anche una donna, ma non si sa di quante altre persone era composto il commando. Infine, il killer voleva uccidere D'Antona, visto che ha fatto partire il colpo di grazia quando la vittima era già a terra. Certo, resta l'anomalia del documento di rivendicazione dov'è scritto che le Br hanno «colpito» (termine usato in passato per i ferimenti, mentre per gli omicidi si diceva «giustiziato»), come ha sottolineato il sot¬ tosegretario Smisi davanti alla commissione stragi. Ma le modalità dell'esecuzuione non lasciano dubbi sull'intento omicida al momento dell'azione. A chiarire se dietro c'è un retroscena ancora oscuro o se invece si tratta di una semplice variante lessicale sarà forse l'indagine, che a un mese dal delitto si annuncia lunga e laboriosa. Inquirenti e investigatori lavorano a tempo pieno su una doppia inchiesta: quella sull'omicidio e quella sulla banda armata che ha rivendicato l'attentato. Formalmente si tratta di due fascicoli separati per esigenze organizzative (le dichiarazioni di sostegno da parte di alcuni br detenuti e le segnalazioni di scritte sui muri con le stelle a cinque punte, ad esempio, sono finite nell'indagine sulla banda armata), ma nella sostanza l'obiettivo è unico: scoprire e smantellare le nuove Brigate rosse, che uccidendo il professor D'Antona si sono ripresentate sulla scena. Per questo l'indagine prose- re su più fronti, dagli eventuarapporti con gli «irriducibih» che dal carcere hanno rivendicato il delitto, alla «pista francese» per verificare se tra i rifugiati d'Oltralpe si possa trovare qualche traccia di brigatisti che non hanno abbandonato la lotta armata e potrebbero costituire oggi l'ossatura della nuova formazione. Dalla ricostruzione del delitto i magistrati ritengono di trovarsi di fronte a un gruppo di persone non molto nutrito, che hanno messo a segno un colpo non troppo difficile sotto il profilo dell organizzazione logistica. Sarebbero stati gli stessi brigatisti a oscurare i vetri di uno dei due furgoni rubati e utilizzati per l'azione, il che fa supporre cne il killer e la donna che doveva coprirlo abbiano atteso lì dentro r arrivo di D'Antona. Il professor Massimo D'Antona assassinato dalla Br il 20 maggio era consigliere del ministro del Lavoro Antonio Bassolino

Persone citate: Antona, Antonio Bassolino, D'antona, Massimo D'antona

Luoghi citati: Roma