«La maggioranza non ci ama»

«La maggioranza non ci ama» «La maggioranza non ci ama» Buttiglione: e a Milano voteremo Colli Lo hanno chiesto col cappello in mano ROMA La mobilità politica di Rocco Buttiglione e diventata proverbiale, ma dopo l'inattesa affermazione del suo Cdu, la prossima collocazione parlamentare dell'allievo di Augusto Del Noce presenta un qualche interesse. Onorevole Buttiglione, se domattina il presidente del Consiglio chiede la fiducia, lei e gli altri quattro parlamentari cdu come votate? «Speriamo che non la chieda. Motivi per stare in questo governo non ne abbiamo». Ma lei non ha votato la fiducia a D'Alema? «Nel governo ci ha portati Cossiga contro il nostro parere, ma eravamo in minoranza e siamo entrati. Dopo un'ampia consultazione nel partito, decideremo. Doveva essere il governo di D'Alema e Cossiga, della sinistra e del centro. Ma il centro non si è unito, non è mai stato così frammentato». In attesa di decidere, alla Provincia di Milano vota-te per la Colli, candidata del Polo... «Alcuni sono venuti con il cappello in mano a chiedere i nostri voti. Altri no...». Quindi con voi basta chiedere? «Chiedere non basta, ma aiuta. Noi in questa maggioranza la sensazione di essere desiderati non l'abbiamo avuta mai. La nostra prima condizione è che rinasca una prospettiva politica e questo dipende molto da Marini». Con tutti i guai che ha, cosa può fare Marini? «A Marini chiedo di non lasciarsi paralizzare dagli ulivisti che sono restati nel Ppi per tagliargli la testa e hanno fatto votare per Prodi. Il 4,2 al Ppi è il risultato di una scissione già fatta dagli elettori: chi ha votato Ppi lo ha fatto contro Prodi. Marini ne prenda atto e apra il dialogo con noi per fare il Fpe in Italia». Pare di capire che il vostro ritorno nel centrodestra è molto vicino. O no? «Dal punto di vista parlare en- Rocco Buttiglion tare, se andiamo via, non accade nulla. Ma i nostri 700.000 voti sono decisivi per la maggioranza: con noi D'Alema ha il 41,2, senza ha il 39. Con noi Berlusconi avrebbe il 40,8%. Diceva Machiavelli: per fare le guerre ci vuole l'oro e il ferro e se non è possibile averli tutti e due,, meglio il ferro dell'oro. Percbé il ferro trova l'oro e non viceversa. In politica ci vogliono i voti e i deputati, ma potendo scegliere, meglio i voti. Perché con i voti si trovano i deputati, ma non il contrario». Con Berlusconi vi siete riparlati? «No, ma ci sono delle comunicazioni. Nel lungo periodo c'è da ricostruire un Centro grande». Come si è compiuto il miracolo del vostro 2,1%? «Noi siamo un partito rispetto ai tanti agglomerati al seguito di un leader. Ogni feudatario porta il suo patrimonio di voti che por ta via quando se ne va. Noi abbiamo 700.000 persone che ci votano per un motivo ideale e non esprimono preferenze.. Ci sono zone in,cui jrìjj non sappiamo chi ringraziare». , < Non dovreste ringraziare lo scudo crociato, vero artefice del miracolo? «Vero,. Lo scudo vale tutti quei 700.000 voti. Ma l'elettore non è un imbecille che mette la croce a prescindere dalla politica che si fa». Lei è stato il segretario del Ppi che ha fatto cadere il governo Berlusconi, ma qualche mese dopo era nel Polo; nel '96 è stato eletto dagli elettori milanesi del centro-destra, ma nel '98 ha votato la fiducia a D'Alema e ora sta per tornare dall'altra parte: come definirebbe questo singolare tragitto? «E' semplice: la perfetta coerenza ad una idea originaria. Bisogna creare un nuovo bipolarismo in cui uno dei due pilastri sia il centro. Dall'inizio volevo decomporre il Polo - e finalmente ci siamo • per fare con Forza Italia un^lleanza che raccolga l'eredità storica della de, l'analogo della Cdu in Germania». (r. r.) Rocco Buttiglione

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