Scognamiglio: alti mille italiani a Pec

Scognamiglio: alti mille italiani a Pec Scognamiglio: alti mille italiani a Pec Maurizio Moltnari Inviato a TAORMINA fi ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, annuncia l'invio di altn mille soldati italiani in Kosovo e chiede maggiori fondi alla Difesa per affrontare i compiti di sicurezza nel Mediterraneo. I nuovi mille soldati si aggiungeranno presto ai 5000 già destinati al Kosovo, portando ad undicimila il totale dei nostri militari nei Balcani. Il ministro della Difesa, intervenendo ieri a margine del convegno dell'Aspen su «Europa e Mediterraneo», ha spiegato questa decisione con la necessita di far fronte alle «esigenze di sicurezza» nel settore di competenza in Kosovo, dove a Pec verrà presto aperta una pista per l'atterraggio dei rifornimenti. «I mille soldati in più saranno tutti operativi nei compiti di controllo del territorio agli ordini del generale Mauro Del Vecchio, da cui dipenderanno anche ì contingenti spagnolo, portoghese ed argentino», ha sottolineato Scognamiglio, lasciando intendere che il rafforzamento della presenza si deve all'estrema precarietà della situazione nell'area di Pec. Il problema più urgente resta il disarmo dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck). «Entro brevissimo tempo, forse già da lunedi - ha detto Scognamiglio - i contingenti della Nato riceveranno dal Consiglio Atlantico gli ordini su come impedire conflitti e scontri fra civili», al fine di interrompere la sequenza di faide ed agguati e di far rispettare gli impegni assunti dall'Uck, «come quello di non far circolare nei centri urbani i suoi uomini con le armi a canna lunga». Subito dopo «dovrà seguire il formale disarmo dell'Uck in un periodo massimo di 60-90 giorni grazie ad accordi che prevederanno la sua integrazione nell'amministrazione locale o nelle forze di polizia kosovare». In merito all'accordo raggiunto ad Helsinki sulla presenza del contingente russo nei settori di Francia, Germania e Stati Uniti Scognamiglio «non Il ministro CarloIl ministDifesa: aumele spese Scognamiglio ro della è ora di ntare militari esclude» che «in futuro i russi possano essere dispiegati anche m quello italiano. La Nato non ha però voluto un settore separato russo, perché avrebbe portato alla spartizione del Kosovo». Ma c'è dell'altro. Scognamiglio ritiene che sia giunto il momento per affrontare il nodo del bilancio deila Difesa. «Durante la guerra fredda serviva un esercito statico dove valeva il criterio della quantità di divisioni, navi ed aerei - ha detto - oggi le nuove crisi impongono all'Europa di avere forze annate mobili, dove a contare è la qualità». Da qui la necessità di spendere «meglio e di più» con uno sforzo «considerevole ma sostenibile». «Noi dedichiamo oggi 1'1,1% del pi] alla Difesa mentre la media dei partner europei è oltre il 2%. L'Italia per far fronte ai nuovi impegni dovrà riuscire a portare il totale della spesa all'1,5% del pi! in un periodo di cinque anni». La proposta è dunque di aumentare di circa 8000 miliardi lo stanziamento annuo dagli attuali 20 mila miliardi di lire dedicati. Il primo segnale dovrebbe venire già dalla prossima Finanziaria. «Se accompagneremo la riforma delle forze armate, in linea con la definizione della difesa comune europea, con stipendi adeguati per i nostri soldati, potremo creare centomila posti di lavoro ben retribuiti» assicura Scognamiglio. La neces sita di un aumento delle spese militari nell'Ue ha trovato sosteo durante i lavori del convegno all'Aspen. «L'Europa ha bisogno degli attributi della sovranità e la crisi in Kosovo ha confermato che uno di questi è la difesa», afferma Jean-Paul Fitoussi, consigliare economico della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. D'accordo il generale Carlo Jean, alto rappresentante militare presso l'Organizzazione per la Sicurézza e la Cooperazione in Europa: «Spendere di più è l'unico modo per restare nel dire t torio dei grandi paesi europei, Francia, Gran Bretagna e Germania, che costruiranno da protagonisti la Difesa comune». Il ministro della Difesa: è ora di aumentare le spese militari Il ministro Carlo Scognamiglio