«Tornale in Kosovo entro 48 ore»

«Tornale in Kosovo entro 48 ore» «Tornale in Kosovo entro 48 ore» Ordine di Belgrado ai suoi 130 mila profughi BELGRADO Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur), sarebbero oltre 70.000 i serbi fuggiti nell'ultima settimana dal Kosovo, che si sono andati ad aggiungere ai 60.000 partiti nei mesi precedenti la campagna aerea della Nato in Jugoslavia. Resterebbero quindi in Kosovo solo 60.000 dei 190.000 serbi che abitavano la provincia nel 1998, pari a circa il tre per cento della popolazione kosovara. Le autorità jugoslave ieri hanno rivolto un appello a questi profughi affinchè ritornino alle loro case. Secondo le informazioni diffuse dall'agenzia di stampa «Tanjug» per la prima volta il governo eli Belgrado ha detto ai serbi di tornare in Kosovo, «entro le prossime 48 ore», ed ha promesso che il rientro avverrà in «modo organizzato». Nel contempo, ha garantito il vice primo ministro serbo Milovan Bojic, che è anche comandante dello Stato Maggiore della protezione civile in Serbia, «lo Stato serbo vi fornirà supporti logistici per il ritomo, carburante, cibo, mate- ria lo e attrezzature sanitarie». Secondo Belgrado «le autorità serbe in Kosovo funzionano e stanno collaborando con la K for» (Forza di pace internazionale). Al termine dell'appello anche una velata minaccia. «Chi non approfitterà di questa opportunità - è stato detto nell'appello che è stato diffuso anche dalla radio -, se vorrà tornare in Kosovo avrà maggiori difficoltà». Frattanto moltisimi, tra i serbi che stanno continuando a fuggire per paura delle rappresaglie albanesi, prima di partire bruciano le proprie case, non volendo lasciarle in mano agli albanesi. Segno che per loro non esiste alcuna speranza di tornare. In particolare, ieri mattina testimoni hanno riferito di più di una decina di abitazioni e caso coloniche incendiate dai proprietari in fuga a Naklo, ad Ovest di Pec. Nonostante i numerosi appelli della Nato e dei loro stessi leader, sono migliaia quelli che preferiscono fuggire, piuttosto che affrontare il controesodo dei kosovari albanesi. Da neanche cinque anni, alcune centinaia di loro, provenienti dalla Bosnia e dalla Krajina croata, avevano avuto qui una nuova casa. Oggi hanno dovuto di nuovo lasciare tutto. Ben 1200 serbi si trovano accerchiati da giorni dagli uomini dell'Uck (Esercito di liberazione del Kosovo) a Velika fioca, una località presso Orahovac. Lo ha riferito ieri Me, il Centro di informazione serbo di Pristina, spiegando che i militari della Kfor (Forza di pace internazionale) stanno difendendo e proteggendo i civili serbi, ma ormai l'isolamento sta creando seri problemi di approvvigionamento e cominciano a scarseggiare acqua e cibo. Infine più di cento furiosi riservisti dell'esercito jugoslavo hanno bloccato una strada della Serbia chiedendo che venga loro pagato il servizio che hanno reso durante i bombardamenti della Nato contro la Jugoslavia. lAdnKronos-Agi-Ansa]

Persone citate: Milovan Bojic