Caccia ai nuovi Alberto e Deborah
Caccia ai nuovi Alberto e Deborah Caccia ai nuovi Alberto e Deborah Dietro i Grandi c'è un vuoto difficile da colmare Carlo Coscia Adesso che i Giochi sono fatti, che Torino ha avuto la sua Ohmpiade, uno dei problemi, per niente marginale, è di costruire una squadra agonistica all'altezza dell'avvenimento. Un'occasione d'oro da non buttare. Per restare a tempi recenti, l'Italia della neve e del ghiaccio ha vinto 14 medaglie ad Albertville '92, 18 a Lillehammer '94 e 10 a Nagano '98, mostrando purtroppo in Giappone una tendenza al ribasso che temiamo possa continuare anche fra tre anni a Sali Lake City. Grandi campioni azzurri si sono ritirati dalle competizioni lasciando un vuoto difficile da colmare, come Alberto Tomba e Maurilio De Zolt, Deborah Compagnoni, Manuela Di Conta, giusto per citare i più noti. E Stefania Belmondo, nel 2006 avrà 37 anni: dunque anche lei vedrà i Giochi in tivù. Il problema, come si può facilmente notare, è di trovare validi ricambi in grado di conquistare medaglie e gloria. Ci sono discipline come il fondo e lo slittino, per esempio, il bob e lo short track, senza contare lo snowboard dove non manca la base dei giovani, che sembrano garantire in qualche modo una continuità di risultati ad alte livello. Anche se lo sviluppo dei materiali e la tecnologia applicata allo sport, cresciuti via via di importanza negli ultimi anni, specie per quanto riguarda gli sci, i bob, gli slittini e le lamine dei pattini, dove si sfruttano perfino le esperienze nel campo delle industrie aerospaziali, possono in molti casi cambiare l'esito delle competizioni. La situazione più delicata, in realtà, riguarda lo sci alpino che dopo i ritiri di Alberto e Deborah è entrato in una specie di tunnel in fondo al quale, per ora, non si vedono chiari spiragli di luce. Alla carenza di protagonisti assoluti, infatti, si aggiungono difficoltà di ricambio generazionale e soprattutto gravi problemi di natura economica. E la mancanza di soldi, per dirla in due parole, rischia di avere consegunze disastrose sul futuro dello sci azzurro. Il bilancio della federazione sport invernali, che gestisce l'at¬ tività di nove discipline olimpiche e sei non olimpiche con spese di investimento per circa 40 miliardi nella passata stagione, è passato in rosso per via dei 7,5 miliardi in meno ricevuti dal Coni Con una serie di tagli strutturali e di revisioni di gestione, che comprendono anche un ridimensionamento numerico delle squadre, sono stati recuperati circa 3 miliardi, tuttavia la situazione resta pesante e il Consiglio federale, ovviamente, ò stato costretto a limitare i programmi e a operare scelte di priorità fra le disci¬ pline' che vedono in primo piano, appunto, le esigenze dello sci alpino. Contemporaneamente sono state fissate le competenze tecniche: Gustavo Thoeni sarà il direttore agonistico dello sci maschile e Tino Pietrogiovanna di quello femminile; Alessandro Vanni guiderà il fondo, Giuseppe Falco il salto e la combinata, Corrado Dal Fabbro il bob, Toni Schenk lo Buttino e Gianmarco Peri lo snowboard. Ognuno di loro, date le ristrettezze economiche, dovrà, come si suol dire, fare lo nozze coi fichi secchi. E' dunque auspicabile che la scelta di Torino come sede dei Giochi possa cambiare in qualche modo la situazione. Intanto i dirigenti federali, per rimettere a posto le casse un po' esangui, sperano in un forte contributo economico da parte dello Stato, cioè dell'esito positivo delle promesse riforme della «Bicameralina», e nel graditissimo intervento di validi sponsor attratti dalla prospettiva della bella avventura olimpica, come accadde per esempio con la squadra norvegese hi vista dei Giochi di LiUehammer. E' chiaro tuttavia che i soldi se arriveranno, dovranno essere spesi bene. Decisiva a questo propesilo ci sembra la politica da adottare nei confronti dei giovani dei giovani di 14-15 anni, sui quali a differenza di quanto è avvenuto finora malgrado le assicurazioni in senso contrario dei federali bisogna cominciare a lavorare a fondo adesso, sette anni prima, se l'Italia della neve vuole nutrire qualche speranza di presentare sulle piste di casa gli attesissimi eredi di Alberto Tomba e Deborah Compagnoni. La situazione più grave riguarda lo sci alpino: crisi non solo generazionale, ma economica Ma in 7 anni ci sono da mettere in conto anche grandi cambiamenti per lo sviluppo tecnologico Da sinistra a destra. Alberto Tomba e Stefania Belmondo: ieri affermati campioni della neve, i due atleti sono stati testimonial itai.mi della candidatura di Torino a ospitare le Olimpiadi del 2006
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