«lo, piccola fiamiaiferaia in trionfo»

«lo, piccola fiamiaiferaia in trionfo» «lo, piccola fiamiaiferaia in trionfo» «Quindici mesi convulsi con i Signori degli anelli» diario ChrfeMHto SEUL SONO astemia ma ho brindato con un bicchiere di vino, il primo vino della mia vita. Aver vinto la corsa alle Olimpiadi ò una gioia immensa, impossibile da raccontare. Ancora non mi rendo conto di come si sia riusciti a battere una concorrente forte come Sion, a conquistare i Giochi al primo tentativo, impresa mai riuscita a nessuna città. Se penso che abbiamo cominciato questa avventura solo quindici mesi fa, che a Sydney, nell'aprile '98 ebbi il primo impatto con il Ciò, con un mondo completamente sconosciuto e del tutto fuori dalla normalità. Allora, in Australia, ero come la piccola fiammiferaia: se penso a tutto ciò mi pare di sognare quando mi dicono che Torino è da oggi città olimpica. Il Ciò: ho subito avuto, al primo impatto, la sensazione di essere tornata al Concilio di Trento, di essere entrata in un conclave di cardinali con autorità e privilegi ieratici. Sono ricercatrice di storia moderna alla facoltà di scienze della formazione e proprio i miei studi m'hanno portata a paragonare l'atmosfera, l'ambiente del Ciò al Concilio voluto da Paolo III, 0 papa che regalò a suo figlio Pier Luigi Farnese il ducato di Parma. Eh sì, da quel primo contatto con i Signori degli anelli di lavoro ne abbiamo fatto, io e i miei splendidi collaboratori. Quando Samaranch ha annunciato che eravamo entrati al ballotaggio con Sion ho esultato, era già un grande risultato contendersi l'Olimpiade con chi era partito ben prima di noi, con chi aveva già affrontato questa corsa, terribile e esaltante. Ero già appagata dalla conquista del ballottaggio, dopo tutte le voci che circolavano su ima nostra possibile, anche se sarebbe stata assurda, esclusione dalla votazione finale. Ho davvero temuto di rimanere vittima di un tiro mancino. Sarebbe stata una catastrofe, con quale faccia sarei potuta tornare a Torino senza neppure essere riuscita a correre questa gara sino in fondo? Ho capito che le cose si stavano mettendo bene quando, su otto nostri amici ben sette sono stati nominati nel comitato ristretto incaricato di scegliere le due città par il ballottaggio. L'aver visto che era arrivato il figlio di Samaranch, che è nostro amico, è stato un altro segnale beneaugurante. Come le Tacce funeree degli svizzeri nell'imminenza della votazione. «Sta a vedere, Evelina, che qua si vince mi sono detta». E subito dopo, mi sono detta di stare calma, di non fantasticare su una cosa troppo bella per diventare realtà, di non illudermi». Infatti, della vittoria sono stata certa solo quando Samaranch ha annunciato che noi organizzeremo le Olimpiadi in programma tra 7 anni. Una gioia pazza, indimenticabile, indescrivibile, ho urlato, baciato cento gote, stretto mille mani, contraccambiato infiniti abbracci. Un'emozione fortissima, però non sono riuscita a piangere, no, niente pianto liberatorio, nemmeno una lacrimuccia. Chissà, forse hanno ragione i miei collaboratori che mi hanno soprannominata Crudelia. E così, Torino ha avuto i Giochi. Alla fine di una battaglia senza esclusione di colpi, che ho combattuto sempre correttamente, nella massima trasparenza. Sì, m'hanno detto che gli svizzeri parlano di scandalo. Però, giuro, non ho pagato, corrotto nessuno, Sion accusi pure, ma porti le prove. A me non verrebbe mai in mente di fare insinuazioni, forse è dovuto alla mia educazione, ho studiato dalle suore. Comunque, in tutti questi 15 mesi non ho mai accettato di scendere sul piano della rissa e mi ha addolorato tremendamente che proprio a Losanna, nella sede del Ciò, in quella che cioè dovrebbe essere la casa della pace e della fratellanza universale, lo svizzero Hodler abbia scatenato lo scandalo accusando, senza uno straccio di prova, chi non poteva difendersi. Mi riferisco al povero Giovannino Agnelli, da Hodler vergognosamente infangato nel dicembre scorso per i Mondiali del Sestriere. Ecco, quello è stato il momento peggiore dell'avventura olimpica, il momento più amaro. Però, adesso, via, godiamoci questo storico, straordinario successo per Torino e lo sport italiano. Tra i complimenti che mi stanno arrivando da ogni parte, mi hanno fatto particolarmente piacere le parole di Angelopoulos: «Sei stata pia brava di me». Qui finisce il mio compito. Entro sei mesi dovrà essere nominato il comitato organizzatore dei Giochi che s'injzieranno l'H febbraio 2006. Io non ho certo la statura per presiederlo, sono conscia dei miei limiti. Se ci sarà un ruolo di contorno, magari quello di cuoca, okay, ma non chiedetemi di fare una cosa per la quale non sarei all'altezza. Mi basta la gioia di aver conquistato le Olimpiadi. ££//Ciò?Ho subito avuto, al primo impatto, la sensazione di essere tornata al Concilio di Trento, di essere in un; conclave di cardici con privilegi sacri Temevo di essere vittima di un tiro mancino. Sarebbe stata una catastrofe, con che faccia tornavo a Torino senza essere riuscita ad arrivare fino infondo?^ U Qui finisce il mio compito. Non sono adatta per il Comitato Organizzatore ma se c'è un ruolo di contorno, magari da cuoca, okay}} Qui accanto Evellna Christillin portata In trionfo dal Comitato dopo la vittoria. Sopra, il presidente dei Coni Gianni Petrucci esulta

Persone citate: Angelopoulos, Christillin, Gianni Petrucci, Giovannino Agnelli, Hodler, Pier Luigi Farnese