Il Carroccio si scontra a Pontida

Il Carroccio si scontra a Pontida Dopo il ko elettorale Bossi dimissionario all'appuntamento clou della stagione. Quali alleanze ai ballottaggi? Il Carroccio si scontra a Pontida / leghisti divisi vogliono disertare il raduno MILANO Meno uno, alla conta nella Lega. Perchè quello che accadrà domani sulla spianata di Pontida, non sarà il solito sventolio di bandiere verdi. Intanto perchè Umberto Bossi dopo i disastrosi risultati elettorali europei si presenta dimissionario dalla carica di segretario, poi perchè dalle presenze e dalle assenze sarà possibile capire che aria tira nel Carroccio. Come prima mossa, Bossi riunisce nel pomeriggio in via Bellerio il Consiglio federale. «Abbiamo analizzato le cause del voto. Sui cambiamenti di linea aspettia¬ mo il congresso in Autunno...», dice Roberto Maroni. «Non c'è fretta, abbiamo tutto il tempo per discutere. Le dimissioni di Bossi? Sta a lui decidere, credo che aspetterà dopo Pontida», conferma Francesco Speroni, uno dei quattro europarlamentari usciti domenica dalle urne. Ma nel Carroccio, c'è chi sogna immediati regolamenti di conti. «Invito tutti a non andare a Pontida. Bossi deve capire le dimensioni del suo errore», si schiera già fuori dal partito il leghista dissidente Paolo Bampo che parla di purghe in arrivo, di una guerra tra i colonnelli, di una diversa valutazione sul¬ le alleanze, anche a partire dai ballottaggi tra due domeniche dove, Bergamo a parte, gli elettori della Lega saranno chiamati a schierarsi o con il Polo o con il centrosinistra. «Dobbiamo pensare ad alleanze che ci rendano visibilità. Non è più il momento dei duri e puri. Gli elettori della Lega hanno bisogno di cose concrete», assicura Giovanni Robusti, protagonista della battaglia degli allevatori contro le quote latte, a capo del movimento Terra, terra dentro al Blocco padano. «Non so come andrà finire. Vedo tutti contro tutti, siamo ai coltelli sotto al ta¬ volo», ammette Robusti, che ancora non sa se andrà a Pontida. «La partita a scacchi tra Bossi e l'apparato è aperta anche se nessuno pensa a una successione... Lo scontro sarà al congresso, in Autunno», profetizza lui, mentre, assicura di prestare attenzione più ai silenzi, che non alle dichiarazioni di chi in questi giorni si è mosso per tenere insieme il partito. «Se ci sarà una purga, sono pronto a fare una riunione precongressuale per l'alternativa», è alla rottura Bampo, dopo settimane di Solermene. «Ci riteniamo lieri di agire per conto, nostro...», ripete da giorni Ro¬ berto Bernardelli, leader dei Pensionati padani, che non vede di buon occhio un'eventuale decisione della Le- §a di sponsorizzare il candiato del centrosinistra Tarnberi, al ballottaggio per la Provincia di Milano. Ufficialmente non ci sono indicazioni di voto, ma è chiaro che non sono in pochi dentro alla Lega che pensano a un riavvicinamento al centro destra, un ritorno ai tempi d'oro, quando la Lega era al governo con Berlusconi, prima della frattura con l'allora presidente del Consiglio. Magari a partire dai ballottaggi tra due domeniche in Piemonte. If.pol.1 Il leader della Lega Umberto Bossi alla sorgente del Po con la sacra ampolla

Luoghi citati: Bergamo, Milano, Piemonte, Pontida