Marini: parliamo con Prodi

Marini: parliamo con Prodi Marini: parliamo con Prodi «La federazione di D'Alema? Semplificazioni» intervista Fabio Warilni CINQUE giorni dopo la notte della batosta, ecco riapparire Franco Marini: tre dei pomeriggio, primo fsiano di piazza delGesu, paazzo semivuoto, sulla scrivania del segretario c'è un bicchierino di plastica con dentro il caffè. Marini, almeno le sue saranno dimissioni vere? «Io mi assumo le mie responsabilità e agli amici della Direzione dirò: sono un segretario eletto dal congresso, ma rassegno il mio mandato nelle vostre mani». Semplifichiamo: se il 51% della Direzione le conferma fiducia, lei resta segretario nonostante la batosta elettorale? «Io voglio sentire seriamente la direzione, la stragrande maggioranza della quale non ha partecipato alla sagra delle dichiarazioni». Dopo la sconfitta non se l'aspettava? «E' stato indecente questo diluvio di dichiarazioni fatte sui giornali anziché negli organi di partito. Diversi partiti sono andati male, ma questo spettacolo lo abbiamo dato soltanto noi. Le sconfitte le reggo, questo carnevale no». Ma la sconfitta ò stata bruciante... «Non mi nascondo: la partita si giocava sulle Europee nella sfida tra noi e i Democratici, ma rifiuto il messaggio che vuole il Ppi alla vigilia della scomparsa: il Ppi na avuto 4,3% alle Europee, ma il 7,1% alle Provinciali e il 7,6% alle Comunali. Più dell'Asinelio». D'Alema ha proposto una federazione tra i partiti del centro-sinistra. Lei ci sta? «Mi sembra una semplificazione eccessiva. L'alleanza deve avere forme,di coordinamento più stringenti, ma deve restare un contenitore di soggetti diversi». ' Scusi, ma la federazione non è un modo elegante per tenere in vita tutti i soggetti? «Partiamo da un dato: la frammentazione non ha appeal. Noi popolari dovremo riorganizzarci senza abbandonare i valori de! popolarismo. Ma dovremo aprirci di più ai partiti che si riconoscono nel Ppe». Il Ppi ricomincia da Mastella e Dini? «Io ricomincio dalla alleanza. La gente non vode bene tutta questa frammentazione». La decisione più qualificante cui sarebbe chiamata una Federazione di centro-sinistra sarebbe la nuova investitura di D'Alema per palazzo Chigi... «Come facciamo a parlarne oggi? Le elezioni ci saranno fra due anni. Saranno i meccanismi democratici a stabilire la peronalità che può fare vincere le elezioni». D'Alema non può sentirsi sicuro di essere ricandidato? «Se il governo fa bene, quella di D'Alema sarà una chance, ma di automatico non c'è nulla». Prodi dice scegliamolo con le primarie.., «In America non sono io specchio della democrazia, le lobbies dominano quei momenti». Le primarie potrebbero diventare il grimaldello per far saltare D'Alema? «Nella mente di Prodi non so cosa ci sia. La questione è veramente aperta». In questi anni D'Alema ha disatteso qualche accordo? «Di questo non parlo perché... abbiamo un ottimo Presidente della Repubblica». In attesa della mitica «casa comune» Prodi sta co, struendo un partito concorrenziale con i Ds: i popolari si tirano fuori? «Non mi pare che il dato unificante possa essere quello di fare la concorrenza ai Ds. Bisogna trovare ragioni positive sui programmi, sulle finalità». In soldoni: né con Prodi né con Berlusconi, avanti al centro con Franco Marini? «Se le Europee fossero andate bene, questo sarebbe stato un titolo stimolante. Ora sarebbe presuntuoso. Ma con Prodi un rapporto dobbiamo trovarlo: siamo nella stessa alleanza e dopo la competizione dobbiamo riabituarci a parlare».

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