«Stipendi e strutture i punti da correggere»

«Stipendi e strutture i punti da correggere» «In realtà questa riforma sarà meno rivoluzionaria di quella vissuta da medici e pazienti 20 anni fa» «Stipendi e strutture i punti da correggere» L'oncologo Santi: tocca privilegi, ma è giusto così Alessandra Pieraccl GENOVA PRESIDENTE della Commissione per le biotecnologie presso la presidenza del Consiglio, presidente dell'Ist, l'istituto tumori di Genova cui fa capo anche il Centro di biotecnologie da lui fondato, il professor Leonardo Santi ritiene l'attuale riforma in realtà meno rivoluzionaria rispetto a quella vissuta da medici e pazienti nel 1978. E valuta con prudenza. Il suo e un giudizio positivo? «Io credo che i prìncipi su cui si basa questa riforma siano condivisibili, perché tentano di mettere ordine in un sistema che recentemente si era dimostrato insufficiente. Tanto più che i cardini sono la qualificazione dei servizi e le garanzie per i cittadini, con l'obiettivo della prevenzione e del miglioramento della qualità della vita. Le riforme devono guardare alto, a interessi generali, anche se colpiscono qualcuno. L'attuazione è poi un cammino da compiere che ha bisogno di tutto l'impegno». Quali i nodi cruciali? «Tra i punti caldi da chiarire nelle trattative aperte, la professione del personale medicò. E' prevista la scelta tra l'attività privata dentro o fuori la struttura pubblica, in realtà le strutture non sono ancora adeguate. Occorrono le condizioni adatte, compresi i correttivi economici. Un altro aspetto è quello dell'età, in controtendenza rispetto alle richieste generalizzate di aumentare il limite. E' importante riuscire a mantenere comunque le professionalità acquisite, quelle scientifiche, di direzione, di assistenza, studiando una possibilità di con¬ sulenza». Si profila comunque un passaggio traumatico? «E una riforma che dà uno scossone a un comportamento abituale, ma ci sono prìncipi che devono essere perseguiti, dando garanzie laddove c è bi¬ sogno. Quindi sarebbero necessarie forme partecipative di riorganizzazione del sistema anche all'interno delle strutture. Medici e personale di assistenza è ricerca dovrebbero avere maggiore capacità di diritto, di intervento, di contributo. Non si pensi solo a un aspetto economicistico». Ma l'economia è uno degli obiettivi della riforma. «L'economia non si fa con i tagli ma con una migliore razionalità e minori sprechi, a volte provocati da un'insuffi¬ ciente conoscenza o da una utilizzazione non concordata tra i vari settori della sanità. Faccio l'esempio del mio campo, l'oncologia: si deve andare verso un lavoro integrato di varie competenze, superando l'individualismo. Salviamo il contributo soggettivo originale, ma il lavoro deve essere sempre più collettivo. Basta con i compartimenti stagni, dobbiamo creare percorsi diagnostico-terapeutici concordati, discussi, non rìgidi, che diano garanzia delle migliori scelte in base alla conoscenza scientifica». Quindi la necessità dell'aggiornamento? «Uno degli elementi essenziali ò proprio l'aggiornamento continuo del personale medico e non medico e anche il ruolo dei collaboratori; infermieri e tecnici». Questa riforma ce la farà a funzionare in tempi brevi? «Non può essere attuata con la bacchetta magica. Sono stati stabiliti dei principi da realizzare con gradualità meditata, grazie alla partecipazione, al coinvolgimento di tutti. Capisco le resistenze, i cambiamenti sono traumatici. Ci sono privilegiati che si sentono toccati, ma in generale non si tratta di una difesa corporativa esasperata, piuttosto della difficoltà ad abbandonare abitudini comportamentali consolidate». Qual è secondo lei la parte più discutibile della riforma? «Le difficoltà riguardano l'aspetto organizzativo, mancano le garanzie. Promuovo invece tutto l'impianto teso all'accreditamento delle strutture, a una maggiore vigilanza, al lavoro comune, nel superamento degli impacci burocratici». fi! Molti ospedali non sono ancora attrezzati per consentire l'attività privata del medico E poi occorrono più garanzie 66 Un altro aspetto da rivedere è l'età Va controcorrente rispetto all'idea generate di alzare questo limite Iprincipi però li condivido ll professor Leonardo Santi

Persone citate: Alessandra Pieraccl, Leonardo Santi

Luoghi citati: Genova