La Comit rinvia il sì alla Banca Intesa

La Comit rinvia il sì alla Banca Intesa Deciderà dopo l'assemblea. Lucchini.: piano ok, ma da perfezionare. Della Valle spara azero La Comit rinvia il sì alla Banca Intesa Scontro in consiglio, Stefanel si dimette Valerla Sacchi MILANO Oltre tre ore di consiglio per esaminare le «linee essenziali del progetto industriale fondate sullo sviluppo della vocazione di Comit come banca nazionale con ampia presenza all'estero» e anche per litigare. Questa in sintesi la storia dell'ultima riunione del consiglio Comit parzialmente indipendente da Mediobanca che, lunedi, verrà sostituito in assemblea da un consiglio espressione del nuovo «sindacato Comit» costituito ai primi di maggio da via Filodrammatici, e forte di oltre il 25 per cento del capitale. «Non condivido e non ho approvato il comunicato finale perchè ritengo che si poteva fare un consiglio molto più articolato, sviscerando in modo più dettagliato un piano che c'è stato presentato» dichiara bellicosamente Diego Della Valle uscendo dalla riunione. Più tardi spiegherà: «E' un comunicato che mi preoccupa, pieno di incongruenze. Non si è voluto entrare nel merito di un progetto articolato molto bene. Era l'occasione per decidere su una proposta seria». Prudenti8simo il presidente Luigi Lucchini che dichiara: «L'offerta di Banca Intesa su Comit è stata ritenuta interessante, anche se ha bisogno di essere rivista e migliorata. Ma va bene». Tuttavia, oltre alla «valutazione positiva» la maggioranza dei consiglieri preferisce demandare ai successori 1' «approfondimento delle linee industriali» del piano, dando mandato al presidente Lucchini, al vice Gianfranco Gutty (che vorrà certamente rieletto) e ai due amministratori delegati di tener aggiornati sia Intesa che Bankitalia sui «lavori istruttori» per l'ipotesi di integrazione. Non passa in consiglio la proposta di Michel Francois Poncet (Paribas) di presentarsi tutti dimissionari all'assemblea. Anche qui si oppone Della Valle che annuncia; «Alle assemblea ci sarò». Come dire che, davanti ad una aperta sfida, bisogna andare alla sfida stessa. E aggiunge: «Questa battaglia che abbiamo fatto in Comit è un grande segnale per il mercato, e ha cambiato il modo di vedere certi personaggi, mettendo in luce sia la loro incapacità a gestire sia il loro modo anacronistico di interpretare il mercato. La stona è contro di loro». Pur arrivando puntuale all'appuntamento in piazza Scala, presenta le proprie dimissioni Giuseppe Stefanel, certamente stanco della lunga lotta. Tuttavia le dimissioni corali non passano, anche se sarebbero graditissime al «nuovo sindacato». Non, a caso i soliti rumors non escludono che, prima di lunedì, la proposta di Poncet possa trovare più ampi consen- si. I tempi sono stretti, ma il pressing e fortissimo. Sul fronte Intesa, il segnale uscito dal consiglio Comit è valutato in modo non negativo. Soprattutto per alcuni pas- saggi del comunicato come: «Il consiglio, nel valutare positivamente le linee essenziali del progetto industriale...». O il finale dove si dà mandato ai vertici di tenere aggiornati «i rappresentanti di Intesa e l'Organo di Vigilanza sui lavori istruttori perla progettata integrazione». Sebbene manchi il voto, il giudizio appare positivo. E del resto il documento che il presidente Lucchini porta in consiglio non è un pro-forma, contiene tutti gli elementi di un piano articolato, corredati da proiezioni economiche. Fatto importante, non è frutto di una bozza stesa dagli ©MDUL ' advisor (Goldman Sachs per Comit e Boston Consulting per Intesa) ma esce dai vertici di Intesa, nonostante il consiglio della holding capogruppo non l'abbia ufficialmente esaminato. Basterà questo viatico per portare avanti la trattativa? E' il quesito sul quale il mercato si interroga, e sul quale sembra abbastanza ottimista. Ieri il titolo della Commerciale è scattato in avanti del 2,91 per cento, quello di Intesa ha messo a segno un rialzo dello 0,82 per cento. Luigi Lucchini presidente della Comit Giuseppe Stefanel si è dimesso dal Consiglio