Per il fisco adesso si lavora 173 giorni l'anno

Per il fisco adesso si lavora 173 giorni l'anno Lo dicono i consumatori deU'Aduc: prima per ogni italiano erano 164, ma la media è salita aggiungendo il costo dei disservizi Per il fisco adesso si lavora 173 giorni l'anno Bilie propone sgravi sulla tredicesima che rilancino i consumi Vanni Cornerò ROMA Una specie di Eurotassa al contrario: i cittadini hanno anticipato i soldi per entrare in Europa, ora il Fisco conceda una tregua al contribuente almeno a Natale. A proporlo è Sergio Bilie, presidente della Confcommercio, con l'obiettivo di rilanciare i consumi: «Ridurre una volta l'anno, o comunque sulle sole mensilità aggiuntive la pressione fiscale sulle famiglie - ha detto Bilie, parlando a Londra per l'Italian business club - costituirebbe un'occasione di dar slancio all'economia». E il presidente della Confartigianato fornisce anche le cifre di questa operazione: una riduzione al 50 per cento dell'Irpef comporterebbe un minor gettito fiscale tra gli 8 e i 10 mila miliardi, che verrebbero però spesi incrementando i consumi di circa 1' 1,7 per cento e determi- nando una crescita dell'1,1 per cento del Pil nazionale. Inoltre si registrerebbe anche una diminuzione del 6,4 per cento delle importazioni, contro la crescita del 6,1 fatta segnare l'anno scorso, e gli investimenti registrerebbero una crescita del 2,6 per cento. Gli effetti di questa maggior disponibilità di reddito si produrranno, naturalmente, nella seconda metà dell'anno, periodo in cui viene pagata la tredicesima mensilità ma, secondo l'analisi della Confcommercio, l'effetto virtuoso del provvedimento si sentirebbe ancora prima e non scatenerebbe conseguenze sul piano dell'inflazione. «In assenza di inter¬ venti sulla domanda interna o di altri stimoli strutturali avverte Bilie - la crescita del Pil per il '99 non andrà oltre lo 0,7 per cento, pari ad una vera e propria stagnazione». Ma il Fisco dovrebbe rimetterci 10 mila miliardi? No, spiega l'associazione dei commercianti, perchè 1300 miliardi sarebbero recuperati con il maggior introito Iva, altri 4200 ritornerebbero dalle maggiori entrate delle imposte dirette sulle imprese e i restanti 4500 miliardi potrebbero rientrare grazie ad un inasprimento del prelievo su redditi di capitale, consumi energetici e con altri tagli alla spesa corrente. In conclusione quest'operazione darebbe modo di anticipare al '99 gli sgravi fiscali promessi alle famiglie, ma che avranno effetti solo dal Duemila in poi. Comunque, almeno secondo l'Aduc, 1 Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, sarebbe ora che il Fisco mollasse un poia presa, visto che le più recenti stime sul tempo che ogni italiano è costretto a lavorare per soddisfare le richieste dell'erario danno un conto più salato di quanto stimato finora. Se infatti per pagare tasse e contributi dobbiamo spendere in media 164 giorni di lavoro l'anno il conteggio sale a 173 giorni aggiungendo il costo dei disservizi che si scaricano sul contribuente. Dato, sottolinea l'Aduc, che andrebbe anche confrontato con i 168 giorni di «corvée fiscale» di un cittadino francese, i 137 di un tedesco, i 129 di un suddito di dua maestà britannica e i 104 di un americano o un giapponese. «Riducendo la pressione sulla mensilità extra ci saranno 10 mila miliardi in più da spendere»

Persone citate: Sergio Bilie, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Europa, Londra, Roma