L'Asinello diventa partito e sfida i Ds di Fabio Martini

L'Asinello diventa partito e sfida i Ds finirà col congresso entro Tanno. Parisi segretario di fatto L'Asinello diventa partito e sfida i Ds A Strasburgo nella «terza forza» liberal-democratica Fabio Martini ROMA L'Asinelio ci ha preso gusto. E per diventare adulto ha deciso di mettersi in proprio, anche a costo di tirare qualche altro calcio alla Quercia. Con buona pace della federazione del centro-sinistra proposta da Massimo D'Alema, che è stata liquidata da Arturo Parisi come «semplice sommatoria aritmetica di sigle e siglette». E l'Ulivo vagheggiato dagli stessi democratici? La «casa comune dei riformatori» resta l'obiettivo strategico, ma in attesa di Godot, meglio dedicarsi all'«ingrasso» dell'Asinelio. Si è conclusa con una raffica di decisioni operative (e qualchegrossa sorpresa) la riunione di cinque ore dei vertici democratici sotto la presidenza di Prodi: l'Asinelio diventa partito, si farà il suo congresso entro la fine dell'anno e il professor Arturo Parisi ne diventa, di fatto, il segretario, visto che Prodi sarà costretto a sfumare il proprio impegno nazionale. Per il nuovo Asinelio l'obiettivo non dichiarato ma sussurrato qua è là, è ambizioso: «rie- Suilibrare», per dirla con Proi, i rapporti di forza con i Ds. Quando? In occasione delle elezioni regionali del 2000. Come? Anche qui c'è una novità: per arrivare a tallonare i Ds, Prodi non punta a federare semplicemente i moderati del centro-sinistra, perché annuncia Parisi, «i democratici sono il centro del centro-sinistra», a metà tra i Ds e il mondo popolare. Detta in soldoni, Prodi e suoi cercheranno di muoversi a tutto campo, proponendosi come i portatori di «un'altra visione della coalizione». E il discrìmine con i Ds resta uno: «Le cose comuni - spiega Parisi - devono essere decise in comune. Dagli elettori e non dai vertici dei partiti». A cominciare, e non è poco, dal prossimo candidato per Palazzo ChigiMa forse la decisione più sorprendente riguarda la collocazione europea dei Democratici: quasi certamente gli europarlamentari dell'Asinelio-entreranno a far parte del gruppo liberal-democratico che nell'Europarlamento uscente, pur nella sua esiguità e con una Erevalente annua progressista, a cercato di svolgere il ruolo di terza forza tra socialisti e popolari. La decisione, che nel dibattito a porte chiuse, è stata presa senza particolari entusiasmi, non è stata formalizzata: la trattativa è stata affidata a Rutelli, ma una marcia indietro appare improbabile. Dal punto di vista organizzativo (ma con poderosi riflessi politici) la vera sorpresa - per quanto fosse nell'aria - riguarda la decisione di procedere alla costruzione di un vero e proprio partito. Lo ha annunciato Parisi, nel corso di una conferenza stampa che ha segnato il battesimo sul campo di colui che in questi mesi è stato il «regista» del movimento di Prodi. E' stato annunciato che i democratici «aprono la fase costituente che terminerà con una assemblea da indire non oltre il prossimo gennaio». La fase costituente sarà gestita da due mini-organismi: una presidenza, di cui faranno parte il presidente Prodi, il vicepresi- dente esecutivo (di fatto il segretario del partito) Parisi, Di Pietro e Rutelli. E da un esecutivo nel quale siederanno il sindaco di Catania Enzo Bianco, Will e r Bor don e Marina Magistrelli. Ma a fine estate matureranno due novità: Prodi', una volta votato dal Parlamento di Strasburgo, si dimetterà contemporaneamente da deputato italiano e dalla presidenza dei Democratici, assumendo la presidenza onoraria. E quasi certamente Parisi si candiderà nel collegio di Bologna lasciato da Prodi. Nelle cinque ore di riunione, non c'è stata traccia dei preannunciati contrasti tra Di Pietro (scottato, si diceva, dalla nomina di Parisi), i prodiani e Rutelli. Molto lunga e contrastata invece la discussione sulla opzione di Di Pietro, che eletto in tre circoscrizioni, doveva sceglierne una sola. Di Pietro ha scelto il Nord-Ovest, ripescando così i primi non eletti del Nord-Est (l'ex ministro Paolo Costa) e del Sud (l'ex primatista mondiale dei 200 Pietro Mennea). Il sacrificato è Luciano Caveri, dell'Union Valdotaine. Alla fine della riunione Prodi ha evitato di fare dichiarazioni e Parisi, oltre a notificare le decisioni prese, ci ha tenuto molto a rendere noto il risultato di uno studio sui flussi elettorali: «Su 100 voti andati all'Asinelio, 51 vengono dall'esterno e in particolare 21 dal non-voto e 30 da forze del centro-destra o della Lega». Come dire: caro D'Alema e caro Veltroni non continuate a dire che ci siamo limitati a prendere voti ai partiti del centro-sinistra. I Democratici liquidano anche la federazione del centro-sinistra proposta da D'Alema: «semplice sommatoria di sigle e siglette»

Luoghi citati: Bologna, Catania, Roma, Strasburgo