«Polacchi, vi prometto che ritornerò»
«Polacchi, vi prometto che ritornerò» Con un'altra frenetica giornata si è conclusa la lunga, difficile visita di Giovanni Paolo II «Polacchi, vi prometto che ritornerò» // lungo arrivederci del Papa Marco TotattI inviato a CZESTOCHOWA Il viaggio è finito: Papa Wojtyla, accolto airaereoporto di Ciampino dal Presidente della Repubblica, Ciampi, ha chiuso con una giornata frenetica su e giù per la Polonia questa lunga traiettoria nella nostalgia e nei ricordi. Ma ha promesso di tornare, a vedere la «Madonna Nera» a cui attribuisce il merito di aver deviato miracolosamente il proiettile di Ali Agca il 13 maggio 1981. Non era nel programma originale, una visita a «Jasna Gora»; ma Papa Wojtyla ha voluto infilarcela a tutti i costi, (ritardando di oltre quattro ore la partenza), e in elicottero, nonostante il tempo pessimo ha volato i 125 chilometri che lo separavano dalla sua protettrice, «Sempre quando vengo in Polonia voglio andare a Czestochowa • ha spiegato alla folla radunata sotto i bastioni del monastero-fortezza - £ continuerò a venire». Prima di Czestochowa, però ha voluto un altro «fuori programma». Il giorno della febbre e della presunta influenza era stato costretto a disdire un incontro con la folla a Gliwice (a 150 km. da Cracovia). Ha rimediato ieri mattina. Sembrava stanco, «Vi ringrazio per la vostra santa pazienza verso il Papa - ha esordito, portando al calor bianco l'entusiasmo di un mezzo milione dislesiani che lo aspettavano intorno all'eliporto • Al vostro posto un papa del genere non lo sopporterei. Doveva venire, non e venuto: non doveva più venire, ed eccolo qui. Allora vado a Roma con la coscienza pulita, perchè gli slesiani mi hanno perdonato». Ma Czestochowa e Gliwice erano solo due degli appuntamenti della mattina. Il primo,era la messa officiata nella cripta della Cattedrale del Wayel, la rocca dei re di Polonia. Lì oltre cinquantanni fa, vicino alle tombe di San Stanislao e Ian Sobieski Karol Wojtyla celebrò la sua prima mossa da sacerdote; in quella stessa cripta - dicono a Cracovia - vorrà avere la sua ultima dimora terrena, a fianco dei grandi della sua terra. E subito dopo si è recato al cimitero, per portare un saluto al sepolcro dei suoi genitori. Ha acceso un lumino, ha pregato qualche minuto, ma si è scordato di appoggiare sulla pietra un grande mazzo di rose rosse preparato a questo scopo. L'ha fatto per lui, mentre già se ne andava, un agente della «Sicurezza». Il viaggio finisce con una nota melanconica: «Facendo ritorno in aticano, non abbandono il mio paese nativo. Porto con me l'immagine della mia terra patria, dal Baltico fino ai Taira. A voi diletti fratelli e sorelle, chiedo di sostenermi nel mio ministero petrino fino a quando la Divina Provvidenza mi concederà di compierlo». Ma in questi due giorni c'era una parola non detta e non scritta, forse più che una parola un timore ben presente nella mente di tutti; ed era la parola addio. Sembrava un addio, quello del Pontefice a Wadowice, mercoledì sera; per fortuna non sarà cosi, e Karol Wojtyla tornerà ancora a vedere la città in cui è nato. «VI ringrazio perla pazienza, al vostro posto un Papa così non lo sopporterei» Il Papa ieri a Cracovia durante la messa mattutina nella cattedrale Si è concluso ieri il viaggio di tredici giorni del Pontefice in Polonia
Persone citate: Ali Agca, Ciampi, Giovanni Paolo Ii, Karol Wojtyla, Papa Wojtyla, Polacchi, Sobieski
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