La Coca Cola contaminata approda al G8 di Gabriele Beccaria

La Coca Cola contaminata approda al G8 Il Belio conferma i seuestri e la Sanaimone il blocco. «Ma le bibite italiane sono sicure» La Coca La Coca Cola contaminata approda al G8 Chirac: controlli mondiali Gabriele Beccaria ROMA Prima del Kosovo, dei profughi e della pace difficile Jacques Chirac e Bill Clinton si sono rinchiusi ieri all'Eliseo per discutere del tema del giorno, le bollicine contarninate della Coca Cola. Centinaia di persone sono state male, in mezzo continente le vendite sono bandite e nel resto dell'Ue, còme in Italia, il sospetto ha incrinato il rito della bevutina. eintendo affrontare un problema che preoccupa gli europei», ha detto il presidente francese ai reporter, spiegando che al vertice del GB (oggi a Colonia) proporrà addirittura un Consiglio scientifico mondiale per la sicurezza alimentare. Mucche pazze, polli alla diossina e lattine al fungicida hanno lasciato il segno. Clinton, invece, è stato zitto sull'argomento, prova che i consumatori americani hanno altro a cui pensare e che le ambasce del quartier generale di Atlanta sono emergenze aziendali e non nazionali. A confermare la lontananza tra Parigi e Washington la reazione di Wall Street, dove le azioni Coca Cola sono salite dello 0,2% a quota 64 dollari. Evidentemente gli analisti sono convinti che l'impatto economico della crisi sarà minimo. E tuttavia, se i bilanci dovrebbero essere salvi, il colpo all'immagine resta micidiale. Ne sa qualcosa il presidente del colosso ferito, Douglas Ivester, che ha spergiurato: «In 113 anni abbiamo basato il nostro successo sulla fiducia e siamo determinati a fare il possibile per garantire la sicurezza delle nostre bibite». Intanto una squadra speciale di chimici, biologi e tecnici specializzati volava ad Anversa per svelare il mistero degli svenimenti. «Forniremo tutti i dati sulle analisi di laboratorio alle autorità e terremo costantemente informati i consumatori», ha promesso un altro big, il vicedirettore generale Raffilai Donaldson, appena atterrato in Europa. Peccate'òhe le brutte notizie si susseguano con perverso effetto domino. La Sanità spagnola ha ordinato il blocco di 300 mila bottiglie colpevoli di arrivare dal Belgio (e la stessa decisione l'hanno presa Germania, Olanda, Svizzera) e il governo di Bruxelles ha annunciato che manterrà il divieto di vendita della Coca Cola (anche se consentirà il ritorno nei negozi di altri prodotti dell'azienda). Secondo il ministro Lue Van don Bossche, sono necessarie ulteriori indagini: «Non è ancora possibile spiegare in modo sereno e soddisfacente che cosa abbia provocato la comparsa dei malori». - A complicare il giallo si ò messa la svedese Aga Gas, che rifornisce lo stabilimento belga della Coca Cola: la sua anidride carbonica «non presenta alcuna anomalia», ha fatto sapere un portavoce, smentendo così la versione fornita martedì da Atlanta, quando era stata messa sotto accusa (oltre alla vernice funghicida) il Co2. L'unica consolazione per l'azienda è arrivata proprio dai preoccupatissimi francesi: la produzione dell'impianto di Marsiglia può tornare sugli scaffali e nei distributori automatici e quella di Dunkerque si sbloccherà lunedì prossimo. Anche negli altri Paesi dell'Ue la Coca Cola insiste che tutto va bene. «Il prodotto italiano è assolutamente sicuro e, d'altra parte, è facilmente identificabile dal consumatore», ha ripetuto la filiale del nostro Paese, riuscendo a limitare il calo degli acquisti. La diffidenza, comunque, resta tanta, mentre le vittime belghe delle bollicine contaminate che fanno discutere Clinton e Chirac riceveranno un rimborso delle spese mediche. Paga Coca Cola. A destra scaffali della Coca Cola vuoti in un supermercato di Bruxelles A sinistra analisi di laboratorio nello stabilimento Coca Cola di Nogara, in Veneto

Persone citate: Bill Clinton, Chirac, Clinton, Douglas Ivester, Jacques Chirac, Lue Van, Raffilai Donaldson