Scoperta a Pristina la cantina della morte di Fabio Galvano

Scoperta a Pristina la cantina della morte Il Governo britannico denuncia: diecimila persone ammazzate in oltre cento massacri Scoperta a Pristina la cantina della morte «Laggiù ipoliziotti serbi violentavano e torturavano» Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Forse un giorno la verità sfrondata di paura, odio, desiderio di vendetta - apparirà meno terribile. Ma alla raffica di notizie che emanano dal Kosovo - notizie di fosse comuni ritrovate ovunque, di una «stanza della morte» poco lontano da Pristina dove un poliziotto da solo avrebbe ucciso 24 bambini e 30 adulti, di una «camera delle torture» scoperta nella capitale nel quartier generale della polizia serba - si è aggiunta ien la drammatica denuncia del governo britannico: «Circa 10 mila persone sono state uccise in oltre cento massacri», ha affermato il sottosegretario agli Esteri GeoffHoon. «Il bilancio definitivo - ha aggiunto potrebbe essere peggio». E' la prima volta che qualcuno azzarda una cifra sugli orrori del Kosovo. Hoon, che ha parlato di «crudeltà disumana», ha ammesso che tale quadro è stato tracciato sulla base di notizie raccolte soprattutto fra i profughi. Ma ha anche affermato che le forze britanniche trovano ogni giorno indizi tremendi. «Per tre mesi abbiamo riferito le cose tremende che accadevano dietro le quinte del Kosovo», ha detto: «Alcune di quelle orrende storie parevano incredibili. Si scopre invece che erano non solo accurate, ma forse più tremende». A Pristina i para britannici, egli ha confermato, hanno trovato la sede della polizia con una «camera delle torture». Sparsi dovunque coltelli, manganelli, mazze da baseball, droghe, una scatola di pugni di ferro di ogni forma e dimensione. Al centro della stanza un palo di legno con un cappio e una cinghia per legare lo sventurato di turno. Gli inviati dei giornali inglesi riferiscono che quercentro era nelle mani di un poliziotto soprannominato «Drago Nero», ucciso alcune settimane fa da un miliziano dell'Uck: si divertiva a usare alcune vittime come bersaglio umano. Accanto c'era anche una «stanza del piacere», dove i poliziotti serbi - racconta la gente - seviziavano e violentavano le giovani kosovare arrestate: fuggendo, hanno lasciato una cassa di preservativi. La Kfor ha ammonito ieri che bisogna restare «estremamente prudenti» sulle notizie di massacri e torture. «Un certo numero sono stati commessi ha detto il portavoce del comando Nato, Robin Clifford - ma la loro scoperta deve essere oggetto di informazioni e rapporti approfonditi». Ieri da Londra è partita una seconda équipe di esperti di medicina legale e oggi arriverà nel Kosovo anche un primo gruppo di investigatori del Tribunale dell'Aia. Ma anche il generale francese Xavier Delcourt parla di fosse comuni trovate dai suoi militari della «brigata Ledere» nelle zone di Mitrovica e di Vlastica. Ha parlato di «scoperte importanti». «Occorrerà indagare», ha detto. Ma in queste ore l'opinione pubblica britannica inorridisce soprattutto per la «stanza della morte» di Poklek, un villaggio 30 chilometri a Ovest di Pristina, di cui ha dato ieri notizia un inviato del «Daily Telegraph». Il massacro risalirebbe al 17 marzo. Soltanto in sei, stando al racconto dei testimoni, si salvarono quando 60 persone 124 i bambini, il resto soprattutto donne) furono bloccate mentre cercavano di fuggire verso il vicino villaggio di Glogovac e spinte in una stanza del primo piano da un poliziotto serbo che.i sopravvissuti ricordano bene: un ciccione pallido con i capelli neri. L'uomo rinchiuse la porta e fece fuoco attraverso quel sipario, poi gettò nella stanza una bomba a mano. Come se non bastasse sparò ancora, con calma sostituì il caricatore vuoto e aprì nuovamente il fuoco. Poi entrò nella stanza: chi ancora si muoveva o rantolava si prendeva un'altra pallottola. «Andiamo», gli disse un collega. «Un momento, devo ancora finirne due o tre», rispose lui. Gli orrori non hanno fine: secondo il governo provvisorio kosovaro un diciassettenne è morto e il cugino è rimasto ferito dall' esplosione di una bomba-trappola trovata nella loro abitazione nel piccolo villaggio di Gerqar, alla periferia di Prizren. L esplosione è avvenuta non appena i ragazzi hanno tentato di accendere il videoregistratore, rubato nella casa di un serbo, nella loro abitazione. Le autorità militari alleate hanno più volte diffuso tra la popolazione kosovara appelli a alla cautela nel maneggiare qualsiasi oggetto possa contenere ordigni o trappole esplosive. Queste sono le scene dell'orrore che la Kfor immette a getto continuo nel «dossier Milosevic», e che a Londra il governo britannico denuncia ammonendo che «si ripetono durante la ritirata serba». L'ESCALATION DELL'ORRORE 30 aprile. Nove tombe nella campagna a 35 km da Pristina, con la terra ancora smossa. Sotto, ci sono i corpi di altrettanti albanesi che, secondo testimonianze sul posto, sarebbero stati stati uccisi dalle truppe serbe. Un soldato dell'Uck guarda e forse medita vendetta. 4 maggio. A Caraluk 26 persone vengono massacrate in una casa dalle forze paramilitari serbe. Da allora nessuno ha portato via i corpi. Un albanese, sbigottito dalla scena, si copre la faccia contro il fetore 17 giugno. Fino a marzo era una scuola alla periferia di Pristina, poi è diventato il quartier generale della polizia serba. I soldati britannici hanno trovato nel seminterrato pugni di ferro, manganelli, accette, scuri. Ecco perche la gente del posto parlava di «Stanza degli orrori» Videoregistratore-bomba uccide un ragazzo di diciassette anni a Prizren LA MAPPA DILLE ATROCITÀ1 LE FOSSE COMUNI SCOPERTE DALLE TRUPPE NATO pristina (BRITANNICI) (FRANCESI) MACEDONIA katanik (BRITANNICI) LS'jVì» 27 aprile. Un'unica tomba per una sessantina di albanesi sepolti in gran fretta a Koronica, un villaggio del Kosovo meridionale. E i soldati italiani ora spianano i fucili per impedire a chiunque di avvicinarsi. Sopravvissuti parlano di 150 persone, tra cui due bambini e due donne, massacrate dai serbi a Koronica in meno di 24 ore

Persone citate: Glogovac, Hoon, Milosevic, Robin Clifford, Xavier Delcourt

Luoghi citati: Kosovo, Londra, Macedonia